Emperor – Emperor

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“La Visione Della Morte” di Gustave Doré riprodotta in copertina è forse la migliore immagine per rappresentare la romantica e magniloquente decadenza sprigionata dalle note di questo omonimo ep dei norvegesi Emperor, che certamente non necessita di particolari presentazioni, trattandosi di un’uscita seminale nell’alveo dell’allora nascente scena scandinava. Uscito nel 1993, anno di grazia del black metal – in quello stesso anno furono pubblicati anche “Under A Funeral Moon”, “Det Som Engang Var”, “Those Of The Unlight” e “Pure Holocaust” (e scusate se è poco) – questo breve dischetto racchiude le due anime della musica dell’imperatore, quella più grezza, furiosa ed essenziale dell’esordio e quella più solenne, notturna ed oscura che sarà incarnata nel successivo capolavoro “In The Nightside Eclipse” (il termine “sinfonico”, almeno nella sua accezione più comune, mal si addice alla musica degli Emperor). “I Am The Black Wizards”, con la sua commistione tra il riffing graffiante e il maestoso sortilegio musicato dalle tastiere è un pezzo straordinario e probabilmente una delle dieci migliori canzoni black metal di tutti i tempi, qui impreziosita da una resa sonora epica e marcia al tempo stesso. “Wrath Of The Tyrant” e “Night Of The Graveless Souls”, prese dal demo dell’anno precedente, sono meno significative ma testimoniano efficacemente il lato più tradizionale della musica dei nostri, con i continui ed evidenti rimandi a Bathory e Celtic Frost. La chiusura è affidata ad un altro brano arcinoto (“Cosmic Keys To My Creation And Times”), perfetto connubio tra arcano misticismo e caotica ferocia ed altro picco compositivo della band, qui nella sua formazione storica con i giovani Ihsahn, Samoth, Mortiis e Faust, prima che questi ultimi fossero coinvolti nelle famigerate vicende extra musicali di Norvegia. “Emperor” è una pietra miliare, atto di fondazione di uno stile imitatissimo ma semplicemente inimitabile.