Simulacro – Echi Dall’Abisso

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Seconda fatica sulla lunga distanza per i cagliaritani Simulacro, a tre anni di distanza dal debutto “Fall Of The Last Idol”. Questo “Echi Dall’Abisso” è un disco possente e quadrato, giocato sull’emotività e su un flusso ininterrotto (come suggerito dai titoli, i pezzi vanno fruiti come gli otto capitoli di un continuum monolitico) di musica e parole, rigorosamente in lingua madre. La spigolosità dell’italiano, con i testi vomitati con brutale ferocia nel microfono dal singer Xul, ben si amalgama con un black metal granitico e morboso, spesso ai limiti del death, ricco di atmosfere sulfuree e carico di dissonanze e chiaroscuri. Lo stile può essere accostato a quello di molti gruppi transalpini, ultimamente sulla cresta dell’onda, come Penitence Onirique, Regarde Les Hommes Tomber ed altri. Un black metal denso e grumoso dunque, che bada al sodo e si astiene dal cadere nel caos fine a sé stesso, reggendosi invece sulla controllata alternanza tra tempestose sfuriate chitarristiche e momenti più cupi di relativa quiete. Si è già detto dell’ottima prova vocale di Xul ma bisogna sottolineare anche l’importanza di alcune tracce vocali femminili, sempre in secondo piano ma importanti nel conferire ad alcuni passaggi un’atmosfera ancora più plumbea e direi quasi straziata e romantica. Oppressivo ed intimista “Echi Dall’Abisso” piacerà soprattutto agli estimatori delle sonorità sopra descritte ma anche agli ascoltatori più legati alla tradizione: i Simulacro testimoniano una volta di più il buono stato di forma della scena underground sarda che sta sfornando molte realtà degne di attenzione.