Non è semplice approcciarsi a questa nuova fatica di Sol, one man band proveniente dalla Danimarca, dietro la quale si nasconde il mastermind e polistrumentista Emil Brahe. Fin dagli esordi, risalenti agli inizi degli anni duemila, Sol si è presentata come una creatura multiforme e di ardua catalogazione stilistica, aggirandosi nei territori indefiniti di un’oscurità musicale che poteva assumere le sembianze di un death/doom funereo e catacombale (“Let There Be A Massacre” del 2007) come di un folk acustico venato da tinte esoteriche ed apocalittiche. Questi elementi sono tutti riscontrabili nel presente “The Storm Bells Chime”, ultima fatica sulla lunga distanza, che abbraccia però anche fughe di matrice dark ambient e tentazioni neo-folk sulla scia dei Tronus Abyss di “Kampf”, pur restando fedele ad un impianto espressivo riconducibile ad un doom marziale, lento ed ipnotico. È probabile che un ventennio abbondante di sperimentazioni in ambito estremo abbia diluito la portata spiazzante di lavori di questo tipo, che oggi non sono più seminali e rischiano di restare manifestazione fine a sé stessa di mera cerebralità in musica. Il giudizio è puramente indicativo, perché mai come in questo caso il gusto personale e lo stato d’animo del momento influiscono in maniera determinante nel parere che ognuno potrà ricavare dall’ascolto di un simile lavoro, che alterna rabbia a crepuscolari meditazioni. Personalmente una proposta così particolare (ed ostica) non la sentivo dai tempi degli Elend.
Sign in
Welcome! Log into your account
Forgot your password? Get help
Password recovery
Recover your password
A password will be e-mailed to you.