Impaled Nazarene

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20-05-05, TRANSILVANIA LIVE- Milano (MI).

È indiscutibile che gli Impaled Nazarene (subito dopo i Carpathian Forest, ovviamente) sono il gruppo più importante della storia universale della musica da quando l’uomo delle caverne cominciò a picchiettare con dei legnetti sulla nuda pietra (e quella fu l’origine della batteria) fino ai nostri giorni. È anche vero però che gli Impaled Nazarene sono dei pericolosi satanisti, e con la loro musica incitano i giovani a commettere atti di violenza, a fare uso smodato di alcool e droga, a prodursi in rapporti sessuali contro natura, a digerire rumorosamente senza mettere la mano davanti alla bocca, ad emettere flatulenze moleste e, quel che è ancora peggio, a scaccolarsi in chiesa durante il sermone domenicale. Ecco allora che io, che sono un bravo ragazzo, non posso non essere d’accordo con quanti hanno levate alte le loro voci a difesa dei sacri valori cattolici della nostra civiltà ottenendo brillantemente lo spostamento del concerto da Reggio Emilia, dov’era inizialmente previsto, a Milano. Non possiamo permettere che un branco di finlandesi ubriaconi, sporchi, brutti e puzzolenti corrompa le candide anime dei nostri fanciulli, cresciuti a pane e grande fratello, col suo messaggio indecente e depravato. Proprio no. Anche se sinceramente mi sfugge il motivo per cui una band dal nome così malvagio e blasfemo (Nazareno Impalato, ma vi rendete conto?) perda tutta la sua capacità di influenzare negativamente le nostri deboli menti nel tragitto da Reggio Emilia a Milano. Ma, si sa, il Signore opera in modi misteriosi, il cui senso è precluso all’umana comprensione.

Che dire del live? Innanzitutto che, se fossi un recensore serio, arriverei puntuale e non mi perderei regolarmente i gruppi d’apertura. Secondariamente che i nostri bravi finlandesi hanno tenuto fede alla loro fama, dando in pasto ai presenti (poco più di un centinaio direi) uno show adrenalinico e violento, dall’approccio tipicamente hardcore, con una scaletta che non ricordo più perché non ero particolarmente presente a me stesso, ma che sicuramente conteneva tutti i classici della band, come nel recente live album (hanno fatto “Ghettoblaster” e “Motorpenis”, di questo sono certo). Un massacro totale, impreziosito da succulente bestemmie, sangue finto, litri di birra offerti dal buon Luttinen ai presenti direttamente dal palco (grazie Mika, non posso spendere quattro euri ogni volta per una media annacquata delle dimensioni di una piccola), Jack Daniels, corna, invocazioni sataniche, allarmi antiaerei, rutti, lattine spaccate in testa, mitragliatrici, suomi finland perkele e tutto quanto fa spettacolo. Inutile dire che le persone che hanno assistito al concerto, nessuna esclusa, sono state colte da follia distruttrice ed hanno commesso almeno un omicidio nelle dodici ore successive e in seguito, interrogati dagli inquirenti, hanno farfugliato e poi urlato come posseduti queste terribili parole, all’apparenza incomprensibili: “DO YOU WANT TOTAL WAR? YES WE WANT TOTAL WAR!!!”. Un sentito ringrazimento da parte mia va ai Papa Boys (il cui debut è previsto per l’estate e sarà certamente recensito con il dovuto rispetto sulle pagine di questa modesta webzine), che mi hanno permesso di vedere questo concerto (è proprio il caso di dirlo) della madonna, senza lo sbattimento di emigrare fino in Emilia. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. E magari un giorno mi spiegheranno anche che cazzo è il rock satanico.