Il caratteristico sound primitivo e brutale, nato in Brasile e nel resto del Sud America tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta, ha rappresentato un’influenza determinante per moltissimi gruppi sparsi in giro per il mondo ed ancora oggi è un trademark inconfondibile ed immediatamente riconoscibile. Con orgoglio ed arroganza i Ravendark’s Monarchal Canticle si inseriscono nel solco di questa tradizione, mettendo in mostra in questo “Sobre As Cinzas Do Fracasso Alheio” – loro seconda fatica sulla lunga distanza, pubblicata dalla Hammer Of Damnation in edizione limitata a cinquecento copie, dopo la consueta trafila di demo, split ed uscite nei più svariati formati – un’invidiabile freschezza compositiva ed un’incredibile violenza esecutiva. L’album è praticamente perfetto sotto ogni punto di vista: grezzo, aggressivo, malsano e furioso, recupera quelle maligne sonorità proto black care ai primi Sodom ed a gruppi seminali come Holocausto, Sarcofago, Mutilator, Chakal e Taurus, tanto per citare alcune realtà carioca sicuramente note ai cultori dell’underground più marcio ed iconoclasta. I nostri mescolano abilmente speed, thrash, death e black metal d’annata, dando vita ad un impasto sonoro granitico e marziale, crudo e belligerante, che la band stessa ribattezza “brazilian war metal”: e si tratta di una definizione calzante, visto il piglio guerrafondaio delle liriche – incentrate sulla rivoluzione paulista e la guerra civile del 1932, che sfociò nella dittatura di Getulio Vargas – ed il tentativo di recupero di canti patriottici dell’epoca, posti come intro dei brani insieme ai più classici spari, allarmi antiaerei, urla e samples vari. Tra riff poderosi, cascate di blast beats e vocals più vicine ad un growling cavernoso e raschiato che ad un canonico scream, il lavoro scorre senza battute d’arresto e segna il miglior ritorno alle radici del metal estremo sudamericano che mi sia capitato di ascoltare di recente. Semplicemente esaltante!
