Khand

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Angbandwolf, mente e motore della one man band Khand, é un personaggio che si sta ritagliando il suo spazio nel panorama underground italiano. Andiamo a conoscerlo meglio…

Vuoi raccontare brevemente la parabola di Khand? Com’é nata l’idea del progetto?

Khand nasce nel luglio 2005, e poche settimane dopo esce il primo demo, sotto forma di split in tape con Draug. Nel 2006 ho pubblicato il primo vero demo ‘Across Long Sunlight Seas’ e nel 2008 ho composto e registrato il secondo ovvero ‘Blindness Made Me See’, che ho pubblicato solamente un anno dopo. Quando ho creato Khand non avevo praticamente nessuna nozione musicale ma volevo lo stesso provare a fare la musica che avevo in testa e quindi mi sono buttato. Adesso che sono passati quasi 4 anni direi che la prima fase di Khand si è conclusa.

Sei molto attivo anche con altri solo projects. Me ne vuoi parlare?

Volentieri. Oltre a Khand sono attivo come Aer, progetto con cui faccio ambient più minimale e rumoristico, sperimentando un po’ senza pormi limiti. Finora ho pubblicato 2 full-length in cd-r e a breve (spero) uscirà il terzo, sempre in cd-r. In più sono attivo nella scena elettronica con lo pseudonimo di Hypnagogue, con il quale ho pubblicato un album per la netlabel Suonofantasma, uscito quest’estate. È roba ambient techno/acid/IDM sullo stile delle prime produzioni Rephlex e Warp e come avrai capito pure qua non mi pongo particolari limiti. Ho anche altri progetti minori, attivi da meno tempo e con cui fin’ora non ho pubblicato niente, quindi, nel caso, ne sentirete parlare a tempo debito. In ogni caso se qualcuno fosse curioso sulla mia pagina blogspot ( http://wolf-sounds.blogspot.com ) c’è qualche info più dettagliata oltre a vari link per ascoltare…

Come descriveresti i tuoi due lavori, “Across Long Sunlight Seas” e “Blindness Made Me See” dal punto di vista del feeling e delle emozioni trasmesse? Personalmente ho trovato il primo molto epico e tragico, il secondo più riflessivo e malinconico…

Sì, potrei starci. ‘Across Long Sunlight Seas’ ha pezzi più veloci, suoni meno riverberati, parti ritmiche meno dinamiche e più marziali, tutti elementi che possono trasmettere un feeling più epico e diretto. Per quel che riguarda ‘Blindness Made Me See’ invece molto di ciò che tu hai percepito è probabilmente dovuto alla produzione più che alle mie reali intenzioni, perchè nella mia testa doveva essere semplicemente “più tutto”rispetto ad ‘Across Long Sunlight Seas’.

Quali sono invece le principali differenze tra i due dischi citati a livello di produzione, suoni, songwriting?

A livello di produzione direi che per ‘Across Long Sunlight Seas’ fui molto più meticoloso: registrazione, mixaggio e mastering non furono fatti nel mio studio-bedroom ma se ne occupò il mio amico Luca Lenti che ha anche registrato la chitarra in ‘Morthond’. La produzione di ‘Blindness Made Me See’ invece è completamente homemade e si sente! I suoni sono più confusi e impastati e la voce è registrata in presa diretta. Per quanto riguarda suoni e songwriting vale il discorso opposto, nell’ultimo demo tutto è stato fatto con molta più cura anche perchè sapevo dove mettere le mani, mentre ai tempi di ‘Across Long Sunlight Seas’ praticamente facevo quasi tutto a istinto non avendo la necessaria esperienza.

Come ho sottolineato anche in sede di recensione, ritengo che i Summoning abbiano rappresentato e rappresentino per te un modello dal quale trarre ispirazione. Sei d’accordo? Ci sono altri gruppi che citeresti tra le tue influenze? Più in generale, qual é il tuo background musicale? (non credo che tu ascolti solo black metal…)

Potrei considerare i Summoning come il mio gruppo preferito. Anche se oramai li ascolto raramente, sono sicuramente loro la principale fonte di ispirazione. In pratica considero Khand un gruppo ‘summoninghiano’ tanto quanto potrei considerare, tipo, i Vargsang come un gruppo ‘darkthroniano’. Oltre a loro comunque citerei Judas Iscariot, primi Abigor, Skepticism, Raison D’Etre, Dead Can Dance. Per quanto riguarda il mio background musicale hai ragione, di black metal ormai ne ascolto veramente poco: a parte i classici mi interessa abbastanza solo certo USBM. Per il resto spazio tra elettronica di vario genere, post-rock/metal, molto ambient, drone, qualcosina di noise. Se ti dovessi dire cosa ho ascoltato di più quest’anno mi vengono in mente Lurker of Chalice, Jesu, Anathema, Katatonia, Aphex Twin, Raison D’Etre, Nirvana, Venetian Snares…

orrei in particolare approfondire il modo in cui concepisci il rapporto tra black metal ed ambient. Ritieni che questi due generi, molto variegati e a prima vista così differenti, siano in realtà pienamente compatibili?

Tutto è compatibile con tutto, se fatto con un minimo di cura, e lo hanno dimostrato molti prima di me e meglio di me. Nei miei lavori futuri saranno presenti stabilmente parti di chitarra, cosa che sicuramente farà avvicinare di qualche passo Khand al concetto di black metal, ma io non mi sento legato nè all’uno ne all’altro genere, soprattutto il black metal è uno di quei generi che trascende l’aspetto puramente tecnico e si nutre di sensazioni, feeling, estetica: stabilire cosa sia o cosa non sia black metal è una cosa troppo soggettiva.

Il concept di Khand é chiaramente collegato all’universo tolkeniano. Cosa ti colpisce dell’opera di questo scrittore? Pensi che le tematiche fantasy possano costituire l’ideale veicolo espressivo, sia musicalmente che a livello di lyrics, per Khand? Come risponderesti a quanti, anche in ambito metal, ritengono questo genere di tematiche “infantili” o poco aderenti alla realtà?

Qua mi dovrei dilungare, in teoria, ma cercherò di essere conciso. Posso dirti che Tolkien è un’influenza costante soprattutto a livello “superficiale”, e per rispondere alla tua domanda, i paesaggi, soprattutto quelli più misteriosi, e i miti cosmogonici presenti nei suoi scritti minori sono ciò che mi colpisce di più tutt’ora. L’approccio che cerco di utilizzare è molto simile a quello dei Summoning in ‘Stronghold’: scrivo di pensieri personali e avvenimenti della mia vita, e cerco di trasporli in un universo tolkieniano o pseudo tale in maniera da adattare il tutto al tipo di proposta musicale. Ultimamente poi sto cercando di ampliare il ‘concept’ e mi sto ispirando molto anche ad altri autori inglesi, come Tennyson, Gray o Swinburne. Per quanto riguarda il discorso dell’infantilità, se io in un testo descrivo Mordor non è tanto diverso che se descrivessi l’inferno, se ci pensi…

Com’é nata l’idea di coverizzare un brano degli Skepticism, band funeral doom apparentemente abbastanza lontana dal mondo di Khand?

Innanzitutto perchè sono un grandissimo fan degli Skepticism: il loro approccio sia musicale che estetico si avvicina molto al mio personale modo di intendere la musica. La cover è stata una sfida, visto che ‘Forge’ ha un feeling molto epico/medievale (oltre che malinconico ovviamente, trattandosi degli Skepticism ), tutti elementi che possono adattarsi facilmente a Khand. In più mi serviva un’intro e volevo qualcosa che fosse più ‘stuzzicante’ anche per l’ascoltatore rispetto alla solito banale intro ambient. Chi conosce il pezzo originale mi saprà dire se l’esperimento è riuscito oppure no.

Domanda forse un po’ scontata… ti senti in qualche modo parte della “scena” italiana, oppure preferisci percorrere la tua strada senza particolari condizionamenti?

Ora come ora non mi sento parte di niente. Ci sono poche band che conosco e rispetto e loro sanno chi sono. Per il resto non mi interessa venire a contatto con nessun altro in quest’ambiente.

Per quale motivo hai deciso di rendere disponibili i lavori di Khand solamente via internet? In futuro continuerai in questo modo o distribuirai i tuoi dischi con metodi più “tradizionali”? In generale quale pensi che sia l’impatto di internet sull’underground? È uno strumento che abbassa la qualità o é comunque utile per favorire la visibilità dei nuovi gruppi?

Intanto perchè non mi piace il cd-r, e la tape non è il formato adatto per il tipo di musica che faccio. Poi perchè considero il demo solo come qualcosa di transitorio, che dovrebbe servire a farsi conoscere e a trovare una label. Vedo molti miei “colleghi” che fanno demo su demo limitati appositamente a 0,1 copie e lo trovo stupido, soprattutto perchè poi magari li pubblicizzano pure e li mandano alle ‘zine per farsi recensire. Se poi vai a vedere la maggior parte di questi individui non esce mai dalla “dimensione cd-r”. Io preferisco mettere tutto su internet in maniera che chiunque con un click scarica e con un click sposta nel cestino, poi è successo in passato che qualcuno particolarmente interessato mi contattasse per avere una versione ‘fisica’ del demo e io a quel punto sono stato contento di accontentarlo. In futuro comunque punto a trovarmi una label, sinceramente. Per quanto riguarda il discorso ‘qualità’ io penso che la gente non è scema e non si fa certo abbagliare dalle pagine myspace et similia, e in ogni casosolo il tempo stabilisce chi è meritevole di essere ricordato e chi no…

L’intervista si conclude qui. A te, come di consueto, la possibilità di chiudere come meglio credi…

Grazie per lo spazio concessomi.