Ars Goetia

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Dopo la pubblicazione della seconda fatica sulla lunga distanza, il solido e roccioso “Servants Of Void”, vero concentrato di odio e di black metal vecchio stampo, abbiamo raggiunto gli italiani Ars Goetia per meglio conoscere questa band, che si sta imponendo all’attenzione della scena underground grazie ad un’attitudine senza compromessi e ad una proposta musicale ancorata al passato ma indubbiamente valida. Diamo quindi senza ulteriori indugi la parola al singer Helnath.

Ars Goetia: un nome noto a quanti seguono l’underground black metal italiano. Come è nata la band e quali sono state le tappe decisive per lo sviluppo della vostra storia? Perchè avete scelto questo nome, che definisce un’antica pratica magica volta all’invocazione demoniaca?

Siamo nati nell’estate del 2006, pochi mesi prima avevo conosciuto Vindvalr con il quale condividevo l’idea di iniziare a suonare dei pezzi nostri e dopo poco tempo la formazione si è completata con Ares (al basso) e Dron (alla batteria). Vindvalr è sempre stato un musicista completo e aveva già del materiale su cui lavorare, così abbiamo registrato un Demo su CD-R che ci ha permesso di fare qualche serata live ma soprattutto di guadagnarci l’attenzione di un’etichetta underground cinese, la Funeral Moonlight Productions che nel dicembre 2007 ha pubblicato il nostro primo album “Anachoreta”. Col senno di poi certe cose andavano fatte meglio e forse avremmo dovuto lavorarci più a lungo, tuttavia il disco ha riscosso un discreto successo e l’etichetta è riuscita a distribuirlo molto bene! Dopo circa 2 anni abbiamo pubblicato uno split con gli svedesi Old Bones (ex-Mordgrim), loro erano sensazionali e sono molto fiero della collaborazione. Fortunatamente la Aphelion ha deciso di pubblicare il CD e devo dire che le cose sono andate anche meglio che con il primo album sia per richieste che per distribuzione. Durante i successivi 2 anni abbiamo lavorato al nostro secondo album “Servants Of Void” che secondo me è quello che ci rappresenta meglio. Il black metal è il nostro denominatore comune , sebbene ognuno abbia i propri gusti personali è lo stile di musica che rappresenta al meglio la nostra espressione artistica. Le tematiche esoteriche e occulte sono argomenti che mi affascinano da sempre e la scelta del nome è la conseguenza più ovvia per il sottoscritto. (ps.c’è una lieve differenza: le invocazioni sono delle richieste di protezione solitamente agli angeli, le evocazioni invece riguardano la necromanzia e i demoni).

Il vostro ultimo lavoro “Servants Of Void” è uscito ormai da qualche tempo. Il risultato corrisponde alle vostre aspettative?

L’album per noi è “vecchio” poiché è passato praticamente un anno dalla fine delle registrazioni alla sua pubblicazione, e avevamo iniziato a lavorarci molto prima, ciò nonostante quei brani hanno resistito alla prova del tempo e degli innumerevoli ascolti, ne andiamo davvero fieri. Stiamo cercando di distribuirlo il più possibile e i riscontri fino ad ora sono tutti positivi.

Quanto è importante per la vostra musica l’influenza proveniente da gruppi come vecchi Mayhem, Celtic Frost, Bathory, Watain e Darkthrone?

…e i Venom!! Assolutamente fondamentali, per noi come per chiunque apprezzi un certo stile di metal estremo, non strettamente il black nel senso classico odierno. Sono gruppi che hanno fatto lavori eterni, monumentali, imprescindibili.

Oltre al black metal, credo che il vecchio thrash di scuola teutonica sia ben presente nel vostro songwriting. Confermi?

Credo che sia normale trovare certe sfumature o determinati passaggi nei nostri brani. Tuttavia nessuno si mette a tavolino dicendo “questo brano dovrebbe essere più “alla Sodom” è solo parte naturale della genesi di questo stile.

Mi spieghi il significato della raffigurazione (peraltro molto bella) chiamata “Locust Of Revelation” inserita nell’artwork?

Ti ringrazio per i complimenti, anche secondo me quell’immagine è davvero unica e caratteristica. È un’illustrazione ispirata all’Apocalisse (9, 7-11), un testo da sempre affascinante per me. Così criptico e ricco di figure arcane che sembra quasi di un’epoca mitologica. Rappresenta i piaceri e i vizi che regnano il mondo. Il fascino sta nel tormento che queste cavallette rappresentano poiché sono così terribili che “In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà”. Tornando all’immagine in sé, l’idea è dell’artista che ha concepito anche la copertina del disco.

Servants Of Void”: chi sono i servitori del vuoto? Cosa rappresenta questa metafora?

Il titolo ed il testo del brano che apre l’album secondo me si presta a varie interpretazioni. Apparentemente c’è la critica alla religione moderna e alla venerazione degli idoli. Tuttavia il tema è ben più complesso e riguarda l’alchimia classica. Mi sono ispirato al “sole e alla sua ombra”, ovvero la rivelazione dell’unità finale di vita e morte, intesa nel senso cosmico di Vuoto o realtà non manifestata. Il divino quindi è l’uomo-messia che realizza il suo percorso per la Grande Opera.

Il disco è colmo di riferimenti lirici al satanismo e di altrettanti attacchi alla religione cristiana (penso ad esempio al violento testo di “Virgin Prostitute”). Si tratta di un atteggiamento di facciata, per inserirsi nel solco della tradizione black metal, o vi è qualcosa d’altro e di più profondo?

“Virgin Prostitute” è un brano molto diretto e abbastanza classico, è semplicemente un insulto alla fastidiosa sacralità della madre di Gesù e alle cazzate a cui la gente crede ma al tempo stesso una preghiera in chiave blasfema, è volutamente denigratoria e becera. È però un’eccezione nei nostri testi che non seguono le classiche tematiche sataniche ma piuttosto fanno riferimento all’occultismo, all’alchimia e ovviamente alle evocazioni! Non si tratta di fare le messe nere nei boschi, quanto di vivere la propria vita liberamente, di evolvere la mente e lo spirito, la conquista della realizzazione non è scontata e non è affatto accessibile. Il fallimento è spesso una costante.

Quanto è importante la dimensione live per gli Ars Goetia?

Moltissimo poiché ogni brano deve essere riproducibile dal vivo e cerchiamo di essere essenziali ma efficaci quando ci capita l’occasione di esibirci. Credo che sotto quell’aspetto ci sia ancora qualcosa da migliorare, purtroppo le occasioni in cui vale davvero la pena di suonare dal vivo sono sempre poche e noi preferiamo puntare sulla qualità.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla band nell’immediato futuro?

Abbiamo iniziato a lavorare ai nuovi brani, credo saranno una dozzina in totale e poi sceglieremo cosa pubblicare. Non abbiamo fretta ma la cosa ci stimola parecchio perché le idee sono tante e vogliamo pubblicare un buon disco. È una bella sfida per noi anche poiché adesso abbiamo un nuovo batterista (Sordid) con uno stile diverso dal precedente. Se dovesse capitarci l’occasione di suonare dal vivo sicuramente valuteremo la proposta, non ci precludiamo nulla.

Come consuetudine, ti lascio concludere come meglio credi.

Grazie per lo spazio concesso, chi volesse contattarci può farlo tramite il nostro sito internet www.arsgoetia.it o via mail goetiabm@gmail.com. Ci tengo a riportare i recapiti della nostra etichetta la Baphomet In Steel: vindvalr@gmail.com.