Ludicra – Fex Urbis Lex Orbis

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Terzo full per i Ludicra, gruppo statunitense dedito ad un black/death dalle venature depressive. La band californiana si distingue anche per la presenza in formazione di due donne, una delle quali presente come vocalist, come impronta stilistica molto vicina ad Angela Gossow degli Arch Enemy, anche se qualitativamente molto peggiore. Il disco, che è dotato di una produzione troppo soffocata ed impersonale, parte comunque con un bel pezzo, forse il migliore dell’album. “Dead City”, infatti, oltre ad essere particolarmente semplice e vicina al black di matrice depressiva, risulta essere una traccia convincente e suscita nell’ascoltatore qualche aspettativa nei confronti di questo “Fex Urbis Lex Orbis”. Purtroppo la successiva “In Fever” prende coordinate stilistiche vicine al death svedese distruggendo tutto l’alone malinconico creato dal pezzo precedente e dimostrandosi episodio davvero insulso e banalissimo. In seguito la proposta fonde le componenti in evidenza nei primi due pezzi non riuscendo a dimostrarsi troppo incisiva. Giusto la conclusiva “Collapse” si fa più trascinante tanto da scorrere senza noia per i suoi undici minuti abbondanti di durata, condita anche da synth qua e là, che però guastano un po’ il senso di antico ed intimo del pezzo, come fossero messi per mero riempimento. Quindi due belle canzoni, poste ad inizio e fine disco, non riescono a sorreggere l’intero album, caratterizzato per buona parte da musica pessima. Ultima nota di demerito, che mi porta ad abbassare ulteriormente la votazione di questo “Fex Urbis Lex Orbis”, è l’artwork davvero brutto e totalmente inespressivo. I Ludicra dimostrano di avere alcuni spunti di merito, peccato che si sotterrino con le loro stesse mani a causa di ingenuità presenti un po’ da tutte le parti. A queste condizioni, nonostante due bei pezzi, appaiono ancora troppo influenzati da molta spazzatura musicale. Poco convincenti.