Drudkh – Estrangement

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Gli ucraini Drudkh da quando si formarono nel 2002 hanno sfornato molto materiale e con questo nuovo “Estrangement” arriviamo addirittura al sesto full length in soli cinque anni. I primi lavori della band avevano colpito favorevolmente la critica e gli ascoltatori grazie ad una proposta sognante ed avvolgente, che faceva tornare alla mente le atmosfere burzumiane. Purtroppo l’eccessivo materiale rilasciato durante gli ultimi anni ha fatto disperdere le buone idee che i Drudkh avevano manifestato, a favore di una proposta che è afflitta da molte ombre. E’ vero che in “Estrangement” possiamo ritrovare ancora momenti epici e degni di nota (si ascolti ad esempio la seconda metà di “Skies At Our Feet”) ma spesso la musica che scorre sembra un qualcosa di già sentito, insipido in alcuni tratti. Insomma gli ucraini si stanno riciclando, senza avere qualcosa di concreto da aggiungere a quanto già espresso con i validi lavori passati, dei quali abbiamo ampiamente parlato su queste pagine. Anche la durata esigua del disco, rispetto ai loro standard consueti, sta a dimostrare una sostanziale mancanza di idee. I tre pezzi iniziali, tutti molto lunghi, si lasciano ascoltare senza lasciare il segno. Direi che per certi aspetti i nostri siano tornati sulla falsa riga di “Forgotten Legends” per quanto riguarda le composizioni ed il suono. “Estrangement” è dunque un disco deludente, che non aggiunge niente di nuovo a quanto già fatto dalla band, che in questa nuova uscita pare copiare continuamente sé stessa, commettendo lo stesso errore di molte bands eccessivamente prolifiche. I Drudkh dovrebbero ricercare la qualità a discapito della quantità, così facendo eviterebbero di far uscire dischi trascurabili come questo “Estrangement”.