Thele S. Therion – Hinthv Ritvvm

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1918

“Hinthv Ritvvm” è, sotto ogni aspetto – filosofico, concettuale, musicale e visivo –, l’opera più complessa ed ambiziosa partorita finora dal progetto Tele.S.Therion. Si tratta di un poderoso doppio cd, per una durata complessiva di circa ottanta minuti, che già dalla veste grafica si dimostra estremamente curato ed intrigante. La custodia cartonata, completamente nera come la dimensione in cui è trasportato l’ascoltatore dall’inferno messo in musica da questo duo nostrano, si apre in quattro e nasconde delle cards nelle quali vengono spiegati dettagliatamente il processo compositivo dell’album, lo schema della registrazione dei pezzi, il substrato culturale del concept e la modalità più consona per l’ascolto. Anche in questo caso infatti, come già era avvenuto per “The Chapel”, le tracce costituiscono un set audio ed i due dischetti, oltre che singolarmente, possono (ed anzi dovrebbero) essere ascoltati simultaneamente in modo da ricostruire il più fedelmente possibile l’atmosfera lugubre ed arcana degli antichi canti misterici legati al culto dei morti. Un’idea sicuramente originale per espandere le possibilità di fruizione del prodotto. Le composizioni si snodano come un angosciante rituale ermetico basato sulla rielaborazione di diversi testi occulti dell’antichità etrusca, sumera e latina come il Liber Linteus Zagrabiensis, le tavolette di Pyrgi ed il Carme Maleficia. La musica è una sorta di ritual-ambient dall’andamento claustrofobico ed oppressivo, costruito su tappeti di suoni ridondanti e colmi di riverberi, che fungono da base per le litanie misteriche declamate con voce cavernosa e demoniaca dal singer Lunurumh/Astral Lueur. Un ruolo importante se non decisivo è giocato dal basso, registrato con un suono molto pieno e corposo, le cui note elementari risuonano lunghe e grevi all’inverosimile, conferendo all’album un sapore a tratti quasi doomeggiante ed alle canzoni un chè di pastoso e pachidermico. In altri casi invece le composizioni sono estremamente lineari, spogliate di qualunque orpello e ridotte ad una semplice ossatura disarmonica, a volte ad un solo suono mantenuto con ostinazione o ripetuto in modo ossessivo e circolare. Possibili somiglianze possono essere individuate in progetti come MZ412, Sephiroth, Equimanthorn, Raison D’Etre o nei Black Funeral più sperimentali. Non ci sono particolari contaminazioni o variazioni sul tema: qui ogni nota è pura ed il tutto è assolutamente minimale, con l’intento di creare nell’ascoltatore uno stato ipnotico ed un disorientamento spazio-temporale che favorisce l’immedesimazione totale nel rituale esoterico recitato dai nostri con dedizione e coerenza. Nonostante la semplicità della forma estetica, la sensazione è quella di avere a che fare con una musica decisamente criptica e densa di significati occulti, nella quale perdersi come in un vortice malsano. Sfido chiunque a compiere questa discesa nell’abisso circondato dall’oscurità più completa, rischiarata soltanto dalla flebile luce di qualche candela, senza provare più di un brivido di terrore lungo la schiena. Teleth! Sigelion! Therion!

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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thele-s-therion-hinthv-ritvvmTRACKLIST <br> Disc One: 1. Maqlu Shurpu Tablets [3]; 2. The Pyrgi Tablets – PT.I [25 A H - AS]; 3. The Pyrgi Tablets – PT.II [S 3]; 4. Carme [E S 5]; 5. Liber Linteus [B 18 A – 4 + X P22AT]; Disc Two: 1. Chant [9 S C]; 2. Chant [P B S 6 DS C C 93 – AG – DS P A I]; 3. Chant [S 1]; 4. Etruscan Liver [X P 17 B AT – 3 C V A] <br> DURATA: 80 min. <br> ETICHETTA: Radical Matters <br> ANNO: 2010