I Nokthe giungono con questo “Misantropia Dentro” al loro quarto lavoro sulla lunga distanza, sesto complessivo se si considerano anche la demo “Solo Cenere” del 2004 ed il mini “Radici” del 2007, tutti pubblicati on line e resi disponibili dalla band sul proprio sito internet. Il duo nostrano é sempre stato fautore di un black metal dalle forti connotazioni industrial, che alla brutalità e al grezzume di un riffing fondamentalmente debitore della vecchia scuola, unisce un feeling sintetico, reso da una drum machine meccanica e velocissima e da vocals filtrate e iperdistorte. In quest’occasione però i nostri hanno forse forzato eccessivamente la mano, dando vita ad un album davvero monolitico e difficile da digerire, senza variazioni di rilievo (con esclusione delle brevi intro ed outro, più atmosferiche) e giocato esclusivamente sulla violenza e sull’impatto feroce. Si ha in effetti l’impressione di ascoltare un’unica, lunga canzone divisa in otto parti che riprende costantemente il medesimo tema compositivo. In precedenza i Nokthe avevano dimostrato di saperci fare anche staccando leggermente il piede dall’acceleratore e dando vita a brani più dinamici; questa volta invece puntano tutto sulla compattezza, scagliando in pieno volto all’ascoltatore un pugno devastante, una sorta di “Panzer Division Marduk” concepito in chiave più moderna, con riferimenti che vanno dagli indimenticati Zyklon-B a realtà francesi quali Blacklodge o Edicius. Il maggior limite di quest’opera, in confronto ad un disco come “Peste Umana”, che personalmente considero la miglior produzione targata Nokthe, é costituito proprio dalla mancanza di soluzioni diversificate e dalla rinuncia (credo voluta perché adatta al concept generale del disco) da parte della band a proporre qualche sprazzo di maggior respiro, tale da consentire di riprendere fiato prima che l’assalto riprenda. Un passo indietro che denota un momento di leggera apatia creativa per un gruppo che merita comunque di essere seguito con attenzione per la capacità finora dimostrata di coniugare con una buona formula passato e futuro.
