Kshatriya – Vsque Ad Sidera Vsque Ad Inferos

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In elegante edizione digipack limitata a cento copie via Eremita Produzioni, esce quest’opera prima dei nostrani Kshatryia, band che ci propone un raw black metal fieramente old school e saldamente legato al più classico trademark norvegese. A questa musica assolutamente non originale ma che incontrerà comunque il gusto degli ascoltatori più integerrimi, si associa un concept fondato sul più profondo ed aristocratico disprezzo per il mondo moderno, che ha ormai irrimediabilmente perduto gli autentici valori spirituali (emblematico a questo proposito il passo recitato dallo Zarathustra al termine di “Violenza Della Purezza”): a questa decadenza i nostri rispondono col rifiuto e un distaccato silenzio, ai quali si uniscono suggestioni induiste (“Kshatryia” è un sostantivo sanscrito con cui si indica la casta dei guerrieri, cioè di coloro che detengono il potere). Delineato senza pretese di esaustività il quadro d’insieme, si può ribadire la natura derivativa di questo disco, che si lascia ampiamente influenzare, a livello ora lirico ora musicale, da entità ben note come Via Dolorosa, Aborym, Spite Extreme Wing e, naturalmente, Darkthrone, questi ultimi insistentemente chiamati in causa ed a tratti anche ai limiti del plagio. Nonostante questi limiti, “Vsque Ad Sidera Vsque Ad Inferos” risulta essere un lavoro coinvolgente dal punto di vista emotivo e per l’attitudine cristallina messa in mostra, con momenti ben riusciti specialmente nella sua seconda parte (ad esempio molto efficace è il riff portante della cadenzata “Tria Prima”). Al di là dell’intro dal sapore tribale, di un sparuto spunto folkeggiante in “Presente!” e di qualche variazione black’n’roll, si battono comunque sempre sentieri arcinoti e gli stilemi compositivi sono quelli che ogni fruitore di metallo nero non può che conoscere a menadito, a cominciare dalla registrazione da cantina (a farne le spese è soprattutto la voce, a tratti decisamente affossata). In conclusione “Vsque Ad Sidera Vsque Ad Inferos” compensa la forse scarsa personalità con un’invidiabile coerenza e grande passione: ruvido e grezzo black metal, prendere o lasciare!