Historiae

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Poche parole per introdurre Historiae, artista romano che con il suo omonimo progetto ha dato alle stampe uno dei migliori demo italiani dell’anno in ambito black metal: “Genus MMV”. Sulle pagine di questa webzine potete anche leggere la recensione di questo ottimo disco d’esordio.

Ave Historiae! Nonostante il tuo progetto sia in attività dal 2002, l’esordio discografico, se non mi sbaglio, risale al 2006, per cui forse molti ancora non ti conoscono. Traccia una sommaria storia del gruppo.

Salute a te Maeror! Allora gli Historiae sono nati ufficialmente nella tarda primavera del 2002 in seguito al naufragio di alcune band in cui suonavo in quell’anno. L’idea iniziale era quella di formare un gruppo black in cui poter suonare raw black metal ispirato dai maestri Darkthrone e Immortal. Purtroppo, per vari motivi ho capito quasi subito che trovare gente adatta per realizzare questo progetto, avrebbe portato via troppo tempo, ed in quel periodo, viste le mie precedenti esperienze, non avevo nemmeno tanta voglia di spendere energie per far coesistere insieme più persone. Per questo motivo, ho deciso di fare tutto da solo, facendo eccezione di David, mio grande amico e batterista straordinario, il quale mi ha aiutato nella programmazione delle linee di batteria. La lavorazione del demo è durata molto a causa di vari impegni che non mi permisero di poter concentrare la mia attenzione sui diversi brani in maniera continua e lineare. Comunque sia, “Genus MMV” è uscito nel febbraio di quest’anno, in seguito alla decisione di non fare alcun lavoro in fase di mastering nei pezzi, e di lasciarli così come li avevo terminati durante le varie sessions di registrazione. Questo perché un ulteriore lavoro mi avrebbe portato via altro tempo, e compresi di dover fare uscire il demo in queste condizioni, per evitare il collasso dell’intero progetto.

Nell’ottimo “Genus MMV” risalta all’orecchio il gusto melodico insito in ogni riff: è una caratteristica che enfatizzerai nei futuri lavori o sceglierai soluzioni di più difficile ascolto?

Si, ritengo anche io che la melodia sia una caratteristica essenziale nel mio stile di comporre. Lo scopo che mi sono prefissato per il futuro è quello di poter migliorare sempre di più la fusione tra le parti melodiche e le asprezze sonore del black metal. Credo infatti che riuscire a bilanciare queste componenti sia una cosa importantissima ma anche estremamente difficile. Sono comunque abbastanza fiducioso per il prossimo futuro.

Nel cercare di trovare riferimenti al sound di gruppi in circolazione da tempo per descrivere la proposta di Historiae mi sono trovato un po’ in difficoltà. Trovo che il tuo progetto abbia preso i lati migliori di alcuni filoni, anche molto differenti tra loro, del metal estremo. È un’impressione con cui concordi o ti senti affine ad alcuni artisti in particolare?

Onestamente è una cosa che mi hanno detto alcune persone che hanno ascoltato il mio lavoro, ma ciò che mi ha più sorpreso è il fatto che ho sentito accostare la mia musica ai gruppi più disparati, da Nargaroth ai Nokturnal Mortum per farti un esempio. Per quanto mi riguarda, quando iniziai a comporre i primi riffs, i gruppi che ritenevo le mie fonti primarie di ispirazione erano sicuramente gli Immortal di “Pure Holocaust”, “Transylvania Hunger” dei Darkthrone, i Forgotten Woods, i primi lavori degli Azaghal, qualcosa dei Nargaroth, e direi anche i Desaster. Poi con il tempo, a questi ascolti più obbligati, se ne sono aggiunti anche altri meno “convenzionali”, che credo siano confluiti all’interno del disco. Per questo motivo forse il mio stile non riesce ad essere ben inquadrato. A parte questo, quando compongo non decido a priori come deve suonare un brano, ma cerco un’evoluzione determinata dall’istinto.

Historiae è o sarà anche un progetto live oppure rimarrà solo un’esperienza da studio?

Gli Historiae per il momento rimarranno sicuramente un’esperienza da studio. Ora come ora non ho proprio il tempo perl riuscire a mettere insieme un gruppo di musicisti con il quale affrontare l’aspetto live. Ma in futuro non si può mai dire…

Il suono della tua band è tutto sommato tradizionale, anche se, come ho detto in sede di recensione, è personale e non sa di già sentito. Gli sviluppi futuri di Historiae prevedono uno spostamento su lidi più sperimentali o vuoi rimanere fedele alla vecchia scuola? E inoltre, lasciando invece stare le tue intenzioni personali, come giudichi chi abbandona suoni usuali per cercare soluzioni avanguardistiche?

Non so cosa tu intendi per soluzioni avanguardistiche, ma credo che l’impronta black metal rimarrà sempre una componente importante nel sound degli Historiae. Una base importante su cui magari poter sperimentare nuove idee ma di sicuro non snaturerò il suono presente su “Genus MMV”. Qualcosa di nuovo, in questo senso, è già stato fatto nella canzone presente sullo split 7” con i miei concittadini Mournful Grace. Un brano sul quale ho cercato di mescolare il depressive black con alcune parti death doom. Una traccia molto diversa da quanto fatto nel demo, ma mi ritengo molto soddisfatto del risultato finale.

Historiae presenta chiari riferimenti a Roma e alla sua gloriosa storia passata. Che tipo di rapporto ti lega con la tua città? Credi che al giorno d’oggi Roma possa ancora essere considerata, almeno idealmente, la caput mundi? O ritieni che questo ruolo sia stato ormai irrimediabilmente perso?

È un rapporto molto stretto quello che mi lega alla mia città. Roma è stata per secoli e secoli il centro della civiltà occidentale e credo sia naturale sentire un forte interesse verso la sua storia, incredibilmente ricca di eventi e di cultura. Ma non sono assolutamente un nostalgico, gli imperi nascono e crollano, inoltre ritengo davvero ridicolo sperare nella restaurazione di un Impero Romano o cose simili. Tuttavia ritengo che sia davvero importante conoscere il passato, sia per cultura personale verso le proprie radici storiche, che per poter trovare in esso risposte a problemi attuali.

Ho notato che i testi di Historiae trattano argomenti molto vari, dalla storia antica alle emozioni personali. Quali sono quindi le tue principali fonti d’ispirazione extramusicali mentre componi per questo progetto?

Io sono un accanito lettore di libri, dai classici dell’antichità alla fantascienza. Tutto questo ovviamente ti crea una sorta di tua coscienza critica ma anche un utile strumento da cui poter attingere idee e pensieri. Questo penso a livello di testi, mentre a livello musicale mi affido molto all’istinto.

Restando nell’argomento testi, ho visto che sono espressi, talvolta tra le righe altre volte esplicitamente, pensieri sulla religione e sulla spiritualità. Ovviamente la frammentarietà e l’oscurità concettuale tipica dei testi non permette di comprendere a pieno le concezione che l’autore ha riguardo ad argomenti così complessi. Puoi parlarne più estesamente in questa sede?

In passato mi sono interessato molto alla studio della religione e spiritualità. Ho letto testi sacri come la “Baghavad-Gita” indiana o libri filosofici come il meraviglioso “Dizionario Filosofico” di Voltaire. L’idea finale che mi sono fatto è quello di trovare assolutamente incomprensibile l’utilizzo di qualsiasi rito religioso, sia per ingraziarsi il favore di un Dio, o semplicemente per omaggiarlo. Per quanto uno cerca l’esistenza e la comprensione di un’entità divina di qualsiasi tipo, finisce sempre per plasmarla a propria immagine o per giustificarsi un qualche tipo di fine od obbiettivo. In poche parole, nella ricerca del divino si ritornerà sempre all’interno della sfera umana. Tanto vale mettere l’argomento da parte, vivere secondo le proprie idee, fare le proprie esperienze di vita e poi dopo la morte si vedrà. Purtroppo, molta gente non riesce a vivere se non ha qualcuno che dica loro cosa fare e non fare. La cosa mi sta anche bene, ognuno è libero di fare quello che vuole, ma la cosa inizia ad essere tremenda quando queste persone ti fanno pressioni per abbandonare il tuo stile di vita, per adottarne uno “più adeguato alla nostra società”. Il testo di “Elegy” può essere visto anche sotto questo punto di vista, come una ribellione e difesa delle proprie idee, nel quale il suicidio è visto come il gesto estremo per difendere il proprio libero arbitrio.

Trovi che la musica di Historiae possa essere efficacemente accostata anche ad altre forme d’arte? Quali?

In tutta onestà, non ho mai pensato a questa cosa. Personalmente, trovo che le opere di Giovanni Battista Piranesi siano molto adatte ad esprimere attraverso le sue immagini il contenuto dei miei lavori. Il suo lavoro certosino fatto nella metà del 1700 di riprodurre nei minimi dettagli le rovine dell’epoca romana così come erano viste ai suoi tempi, mi ha colpito davvero molto. A questo poi si aggiunge una sua caratteristica di dare ad ogni suo disegno un velato senso di irrealtà e mistero, che ritengo perfetta per poter descrivere la mia musica.

Historiae usa la drum machine: è una scelta o una necessità? A questa domanda ne collego un’altra: Historiae resterà sempre un tuo progetto solista o diverrà una band vera e propria?

La drum machine è sia una scelta che una necessità. Semplifica molto il mio modo di comporre e mi permette di non essere legato ad altre persone, anche se so bene che la batteria reale è tutta un’altra cosa. Gli Historiae rimarranno sempre un mio progetto solista. David mi aiuterà anche in futuro nella programmazione della drum machine, ma non escludo la presenza di ospiti in lavori futuri, anzi la riterrei sicuramente una cosa senza dubbio interessante.

Alcuni brani di “Genus MMV” sono autentici capolavori, ma soffrono di una registrazione un po’ penalizzante. Hai intenzione di ri-registrare le canzoni contenute nel demo di debutto, o sono ormai acqua passata?

Ora come ora non credo proprio, ma se in futuro ci dovesse essere una forte richiesta da parte di etichette o ascoltatori la cosa si potrebbe anche fare. Tuttavia, eccetto “Madness”, ritengo che gli altri brani abbiano il tipo di produzione che rappresenti bene l’idea finale presente durante la loro composizione. Se prendi “Elegy”, quella produzione molto fangosa ed impastata, rende il brano molto più soffocante e claustrofobico di quanto avrebbe reso con una produzione più standard e convenzionale. Comunque per il momento “Genus MMV” è questo con i suoi pregi e difetti, sta all’ascoltatore apprezzare o meno quello che è contenuto in esso.

Vi sono programmi imminenti per il futuro?

Si, ho in programma ho uno split 7” con i miei concittadini Mournful Grace, il quale conterrà un lungo brano intitolato “De Karmica Meditatione”, che mostrerà gli Historiae sotto un aspetto molto diverso da quello del demo. Lo split è autoprodotto da entrambe le band e sarà limitato in 100 copie. In origine sarebbe dovuto uscire a giugno, ma in seguito a vari ritardi penso che non vedrà la luce prima della metà di ottobre. Nel frattempo sto lavorando su nuovi brani che faranno parte di un lungo concept dedicato al “De Bello Civile” di Cesare. È un’opera molto ambiziosa che richiederà molto tempo. La mia idea attuale è quello di dividere il concept in 3 lavori di diversa durata, rispettando in questo modo la divisione in 3 commentarii dell’opera originale. Non so prevedere però una data precisa per l’uscita del primo di esso, ma non credo prima del prossimo anno.

Se qualcuno fosse interessato a entrare in contatto con te ed ottenere i tuoi lavori, come deve fare?

Per fare entrambe le cose si può scrivere al seguente indirizzo mail: historiae@hotmail.com o fare un salto sulla mia pagina di MySpace: www.myspace.com/historiae Sono rimaste circa una cinquantina di copie del demo, che ricordo essere un cd-r con artwork completo stampato su carta fotografica, e lo potete richiedere mettendovi in contatto con me in questi due modi. Per quanto riguarda lo split, non credo che mi occuperò personalmente della sua distribuzione, ma sicuramente potrò indirizzare verso chi sarà incaricato di farlo chiunque sia interessato al suo acquisto.