Mortiis Daemonium

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Mortiis Daemonium è una nuova e credibilissima realtà del mondo black. Ti va di introdurre questa creatura ai nostri lettori?

Prima di tutto voglio ringraziarti per lo spazio ed il tempo concessomi per questa intervista. Il progetto Mortiis Daemonium nasce nel Febbraio 2006 con l’intento di suonare una musica che affermasse il mio odio verso l’ente che brande il nome di umanità, verso la vita, affermando così la mia tristezza causata purtroppo da questa “feccia”. Attraverso il mio “Demonio della morte” posso esprimere tutto me stesso, la mia personalità ed i miei stati d’animo. Sinceramente non voglio fare di Mortiis Daemonium solo musica, come tanti gruppi insipidi fanno, io voglio fare della mia creatura un movimento, una dottrina filosofica, una propaganda. Non voglio catalogarmi come tanti gruppi black fanno, io sono Mortiis Daemonium, il Demone della morte, dell’odio, della mestizia e del silenzio. Credo troppo in questa mia creazione, essa è la mia stessa vita, rappresenta il mio ego puro, la mia vera personalità. Dopo un promo, un demo ed uno split, i miei pensieri si stanno evolvendo sempre più, facendo del mio Demone più di un semplice genere musicale. Questo è Black Metal!!!!

Rispetto al demo “INRI”, molto tradizionale, lo split con Murdermass mostra un deciso spostamento del tuo sound in campo depressive. Cosa ti ha spinto a prendere questa strada?

Inizialmente creai questa mia creatura, come ho detto antecedentemente, allo scopo di suonare una musica puramente misantropica. Non avrei mai pensato che si evolvesse in un vero e proprio movimento, una dottrina, la mia vita, il mio ego. I pezzi che compongono “INRI” sono molto vecchi, infatti risalgono ai miei 14 – 15 anni, in particolar modo “Odi Gestator Sum” che è stato il primo pezzo black che composi. Quindi diciamo che il prima demo è stato realizzato più per la foga di suonare questo genere a me caro. Le influenze vanno principalmente dal black di stampo norvegese al depressive di stampo nargarothiano e quello dei Nehemah. Certo, però anche in “INRI”, non mancano la mia personalità ed il mio pensiero verso la vita e l’umanità. Diciamo che rispetto allo split ed ai miei ultimi pezzi, è più canonico. Questo perché “INRI” fu realizzato nel 2006, appena fondai il progetto, e, come detto prima, alcuni pezzi risalivano a molto prima, però solo nel maggio 2007 lo registrai a causa di forza maggiore. Invece lo split, e i miei ultimi pezzi, sono creazioni più mature e personali: infatti, attraverso essi, sto finalmente esprimendo pian piano tutta la mia insofferenza verso ciò che mi circonda, il mio odio verso l’umanità che causa la mia sofferenza e la mia tristezza. Non mi vergogno a dirlo, attraverso essi, voglio esprimere la mia insanità mentale, la mia pazzia ed i miei deliri.

Tra le tue influenze ho citato Nargaroth e Silencer, evidenziando, però, come la personalità non manchi. Concordi con me?

Perfettamente, infatti Nargaroth è la mia più grande fonte di ispirazione, il mio maestro, la mia guida musicale. Mai nessuno mi ha influenzato così tanto a livello musicale, a livello ideologico, a livello mentale come lui. Lo considero il mio nume, è una persona che in mezzo a tanta “feccia” è riuscito a distinguersi, affermando cosi il vero significato del black attraverso la sua musica ed i suoi testi, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti provocatori, ironici ed a volte offensivi. Dopo questo lungo elogio, che ho ritenuto opportuno fare, le mie influenze vanno da Silencer, soprattutto sul piano vocale (della sua musica malata amo proprio la sua pazzia, i suoi deliri, l’ansia e la sofferenza che mi trasmette), agli Horna (periodo “Envaatnags Eflos Solf Esgantaavne” e “Aania Iossa”), che considero, insieme a Nargaroth, i miei maestri, agli eccelsi Nehemah, che nella loro grandissima musica non smettono mai di regalarmi incredibili emozioni. Citati questi 4 grandi, come hai ben detto, la mia personalità all’interno dei pezzi non manca mai, infatti cerco sempre di innestarvi melodie ed arrangiamenti armonici estranei al black metal canonico sopra citato, che definiscono così la mia personalità e i miei stati d’animo, non sfociando mai nello sperimentale, cosa che odio particolarmente.

Una delle caratteristiche dei tuoi testi, che non ho evidenziato in sede di recensione, è di essere cantati interamente in latino. Come spieghi tale scelta? Un attaccamento al glorioso passato di Roma, ormai andato perduto, o altro?

Senza ombra di dubbio è dovuto ad un attaccamento al glorioso passato di Roma ed alla mia Nazione (sotto punto di vista storico-culturale e geografico, precisiamo). Prima di tutto io sono italiano, e sono fiero di esserlo. Io amo la mia nazione, infatti l’Italia gode di una grande storia alle sue spalle. Basti pensare ai grandi prodigi dell’antica Roma, basti pensare all’età Augustea (periodo da me amato), quando Roma godeva di grandi uomini di cultura come Mecenate, Virgilio e Orazio, ed era mossa da grandi ideali. Personalmente credo che l’Italia abbia tutto: una grande storia, le Alpi, la Catena Appenninica, la pianura Padana ed il mare. Nella sua storia ha avuto l’onore di ospitare grandi popoli come i Romani ed i popoli Barbarici (i Galli Cisalpini, i Celti, i Lombardi) nel settentrione, quindi non trovo il motivo perché io debba desiderare paesi altrui. Però, purtroppo, oggigiorno, questa feccia chiamata uomo, sta distruggendo il paese che amo tanto, sta abbattendo boschi ed uccidendo animali in via di estinzione, come l’orso bruno Marsicano, infatti ultimamente si è registrata la morte di questa povera creatura in un parco naturale situato a Gioia De Marsi, località vicino Avezzano, ed il colpevole non poteva essere che l’Homo Sapiens Sapiens. Oggigiorno l’uomo ha perso il proprio rapporto con la Natura, dimenticando cosi le sue vere origini. Detto ciò, voglio precisare una cosa: io non sono Patriottico, anzi, sinceramente a me non fotte un cazzo di niente e di nessuno, odio qualsiasi cosa che intralci il mio cammino, che sia Italiano, cristiano, pagano, nero, bianco etc etc… Come ho detto precedentemente, io l’Italia la amo solamente sotto l’aspetto storico-culturale, geografico e naturale; la amo sotto l’aspetto di terra nuda, per il resto si può bruciare tutto, italiani compresi. Questo è il motivo che ha influenzato la mia scelta per la lingua latina; se un giorno non dovessi più scrivere in latino, sicuramente i miei testi saranno elaborati in lingua italiana, come già sto facendo.

Restando in ambito di testi, sia quelli di “INRI” che quelli dello split sono caratterizzati, almeno leggendo i titoli, da un interesse per la morte, la sofferenza e tutto ciò che vi è connesso. Da dove nasce questo interesse? Cosa rappresenta, per te, la morte?

La morte rappresenta per me, l’ente eterno, indistruttibile… infatti esso non è mai nato e mai morirà, è l’ente immortale. La morte è sempre esistita; lei ha creato l’uomo e lei distrugge l’uomo riportandolo cosi al suo status naturale: uno spirito. L’uomo in principio era uno spirito, uno spirito creato dalla morte. Dopodiché ella lo condusse sulla terra per fargli condurre una vita illusoria, caratterizzata da una grande sofferenza e da un grande dolore. L’unico sentimento vivente nell’uomo è solamente la pura illusione, la pura sofferenza ed il puro dolore. Molto spesso l’uomo cerca di eludere, di evadere da questi sentimenti indistruttibili esclamando la sua felicità o spensieratezza, sfociando così nell’illusione. Tutto ciò che lo circonda è puro frutto della sua immaginazione, della sua illusione. La morte all’interno del Cosmo è l’unico ente veritiero, sin dai tempi più remoti, dalla nascita della Terra, è sempre esistita, creando e distruggendo cose. Alla fine la morte è reale, tutto “nasce” e poi muore, quindi ella mai potrà svanire. La vera natura delle cose è il nulla eterno, mentre la vera natura della morte è il tutto eterno; come ho ripetutamente detto, ella è reale, è eterna, è immortale, è innata… Io venero la morte, perché lei mi ha creato e lei mi porterà via, via da questa “irrealtà”, una realtà illusoria… la nostra realtà non è altro che il nulla eterno, noi siamo spiriti, questa è la nostra vera natura, e nella nostra permanenza sulla terra, non siamo altro che materia, una materia fittizia, una materia illusoria. Io non esisto, e non sono mai esistito, voi non esistete e non siete mai esistiti… siete solamente frutto di una creazione della morte, che tutti voi ignorate…
L’ente eterno infinito, che rappresenta la morte sotto forma di spirito, si chiama Mortiis Daemonium. Mortiis Daemonium è la morte; esso, come ella, è sempre esistito e mai perirà, ed io sono la sua proiezione terrestre fino a quando non mi ricongiungerò a lui come in principio… In principio, io e Mortiis Daemonium eravamo una sola entità, e solo 18 anni fa egli mi condusse sulla terra per rappresentarlo sotto forma di materia… Mi ha concesso l’onore ed il compito di vanificare qualsiasi cosa, di distruggere qualsiasi cosa, qualsiasi valore, valori e cose inesistenti alla fine, fittizie, vane. Quindi questa mia permanenza sulla terra non può essere che vana e fittizia, d’altronde come tutte le cose che la popolano. L’unica salvezza quindi non può che essere il suicidio, che però non è altro che un sinonimo di codardia, di debolezza, di sconfitta… La morte ha condotto l’uomo sulla terra per metterlo a dura prova con sè stesso, dividendolo in 3 branche:
1) c’è la gente che vive nell’illusione più pura, quindi non sa perché “vive”, non sa cosa rappresenti la sua esistenza per ciò che lo circonda ignorando qualsiasi cosa che gli stia intorno, essi non vivono altro che nell’illusione più pura. Essi infatti, per cercare qualche minima risposta della sua permanenza terrestre, si attaccano a degli stereotipi che esseri simili gli hanno inculcato sin dalla nascita: come l’esistenza di un dio, di valori come l’amore, la compassione, ed altre cazzate varie, ma anche valori come l’odio e tutto ciò che vi è connesso. Di questa branca fa parte la maggior parte dell’umanità terrestre, tra cui anche chi si definisce “intenditore”o “appassionato” di black metal, che si attacca a stereotipi del cazzo, d’altronde inesistenti, inventati da lui a causa della sua ignoranza. Quindi esso, una volta finita la sua permanenza, futilissima permanenza, sulla terra, verrà risucchiato nell’oblio della disperazione e della sofferenza eterna, proprio perché non è riuscito a superare la prova imposta dalla morte.
2) di questa branca fa parte chi ha appreso la sua vera permanenza sulla terra, affermando la sua indole illusoria e sofferente. Di questa branca fa parte l’elite apparente, apparente perché debole. Infatti loro apprendendo il reale, il veritiero, sfociano nel suicidio e nell’auto distruzione causata proprio dalla loro codardia e debolezza. Anche essi, come la prima branca, vagheranno per l’eternità nell’oblio della disperazione.
3) di questa branca fa parte chi, come la seconda branca, comprende il tutto. Questa branca è formata dalla vera elite, coloro che sono forti, coraggiosi, ed orgogliosi. Riescono a non cadere nella tentazione del suicidio, superando così la dura prova della Morte. Essi così, una volta morti, ritorneranno allo status naturale sotto forma di spirito, come in principio.
Io faccio parte di quest’elite, anche perché io sono stato il prescelto, io e Mortiis Daemonium siamo un solo ente. Non mi resta che aspettare che mi agguanti. Ecco, qui ho spiegato in pochissime righe le mie opinioni sulla vita e sulla morte e la mia dottrina filosofica. Molti sicuramente mi prenderanno per banale o cose del genere… Non posso dar loro torto, perché alla fine la loro opinione sarà diversa e sempre la stessa. La vita non è altro che una scelta, un’ opinione. C’è chi segue una via chi un’altra, alla fine sono scelte che si fanno. Sta nell’essere stesso incanalare quella giusta. Io ho intrapreso questa, che è la via verso la verità assoluta che molte persone (o meglio tutte) non intraprenderanno.
Meglio cosi!!! Queste parole che ho appena espresso in questa domanda, sono frutto di lunghe e lunghissime meditazioni e di lunghi e lunghissimi ragionamenti su ciò che mi circonda, anche sotto effetto di droghe. Beh, penso di aver detto tutto per ora.

Molte persone vedono nella musica un modo di sfogarsi. É così anche per te? La musica ha una funzione catartica?

Certamente, infatti attraverso essa io posso esprimere tutto me stesso, eludendo ed evadendo dalla triste realtà che mi circonda. L’uomo mi reca sofferenza e dolore, e la musica è l’unico mezzo che mi dà la forza di combattere e sterminare questa razza che mi è tanto ostile. Attraverso la musica posso sfogare la mia vera natura, una natura forte, caratterizzata da un megalomane odio verso l’uomo e la vita, ma anche una natura triste. Il black metal è la mia vita, attraverso esso posso ricongiungermi con Mortiis Daemonium, il mio protettore, colui che mi ha dato il compito di sterminare l’umanità prima di ricongiungermi ad esso attraverso la morte come in principio.

Com’è la situazione musicale di Napoli, la tua città, e della Campania in generale? Esiste una scena?

La situazione musicale partenopea è critica, non esiste una scena, l’unico gruppo esistente sono i Gort. La scena black metal partenopea è caratterizzata solamente da 5 persone: Lord Lemory, Wolf, E. Ingvar, Obscuritatis Daemonium e Mortiis Daemonium. Siamo solo in 5, il resto è feccia, infatti oggigiorno il black metal è stato profanato, macchiato, dissacrato dai soliti ignoranti che si vogliono pavoneggiare a blackster ed a grandi intenditori ignorando e profanando il vero significato del nero verbo. Questa è Napoli, cosi come il resto dell’Italia. Il black metal è diventato una moda, purtroppo. Discorso diverso è invece per la Campania che può godere di gruppi validi come Mephisto, Manth, Averno, Malvento. Da aggiungere anche che della scena partenopea farebbe parte anche un altro gruppetto, da poco formatosi, i Forbidden Grace, che, personalmente, reputo insipidi e sterili. Per questo non li considero parte della scena partenopea. Siamo solo in 5 a Napoli, e sono contento perché noi siamo l’elite e non vogliamo che la nostra musica venga contaminata da persone indegne.
Meno siamo meglio è!!!!!!

Mortiis Daemonium è una one man band. Pensi di suonare dal vivo? Cosa dovremmo aspettarci da un tuo eventuale live?

Eh eh eh, lo spero tanto, tutto sta nel trovare session degni che possano suonare con me. Alla fine già ce li avrei i session, ovvero i miei amici Gort, gli unici che possono suonare con me vista l’inesistenza di una scena partenopea. Sono le uniche persone che voglio al mio fianco, le uniche persone che fanno del black non solo musica, sono persone che in mezzo a tanta feccia si distinguono per la loro superiorità.
Quindi se un giorno suonerò dal vivo aspettatevi Gort + Mortiis Daemonium. Onore ai Gort!!!!! Beh, cosa dovreste aspettarvi per un eventuale live??? sarà una sorpresa eh eh eh. Solo una cosa voglio anticipare…… pura pazzia e insanità mentale!!!!

Quali sono i progetti futuri di Mortiis Daemonium?

Allora, in questo momento oltre ad essere devoto alla creazione di altri pezzi, sto registrando nuovamente i pezzi di “INRI” e dello split per un full autoprodotto che faro uscire per Dicembre – Gennaio salvo imprevisti. Esso sarà un lavoro unico, macabro, insano… infatti ci sto lavorando molto sopra, per un risultato che ho sempre voluto. I pezzi sono stati totalmente modificati, innescandovi parti nuove e riarrangiamenti di chitarre, soprattutto nei pezzi di “INRI”. Sarà il lavoro che ho sempre voluto, con una produzione malata e glaciale. Io non sono solito programmare le cose, perciò non ho idea di cosa sarà di me domani e in futuro e sinceramente non me ne importa. Solo una cosa è puramente certa…. Mortiis Daemonium non morirà mai e poi mai, perché lui rappresenta la morte, sarà l’ente eterno, infinito ed indistruttibile pronto a mettere a ferro e fuoco l’umanità e tutto ciò che ne deriva.

Le tue ultime parole sono…

Voglio ringraziare particolarmente il mio amico Wolf che mi ha dato la sua disponibilità per questa magnifica intervista, grazie!!!! Voglio ringraziare inoltre tutti coloro che mi seguono, che apprezzano la mia musica e che non mi reputano banale come molti sicuramente faranno. Sicuramente molti, attraverso questa intervista, in cui ho espresso in minima parte (minima perché se avessi preso la mano avrei scritto un libro) il mio pensiero su tutto, mi prenderanno per un coglione o roba del genere, deridendomi sicuramente… Voglio solo dire una cosa… le parole espresse in questa intervista, sono veramente parte di me… non voglio né buffoneggiarmi né crearmi un personaggio attorno che venga seguito da poveri coglioncelli. Sarò pazzo, malato, banale, ma io la penso e la penserò per il resto della mia futile esistenza così… Grazie ancora Wolf!!!!