Nargaroth

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Route 666 Fest: NARGAROTH + Guests,
20-11-2011, Locanda Atlantide (RM)

Giungo a Roma per il concerto di Nargaroth non privo di dubbi, per l’organizzazione dell’evento e per i gruppi spalla probabilmente eccessivi di numero e poco interessanti (ovvero stile e qualità incerti). Il locale in cui si svolge l’evento, la Locanda Atlantide, è raccolto ma funzionale. Un localino disperso nella triste zona residenziale di San Lorenzo. Ovviamente questa sufficienza è giustificata dalla, ormai tristemente nota, scarsa affluenza di pubblico nella capitale. Presenti cento o duecento persone, tra cui ridicole vampirelle e un panda quasi calvo, piccolo, grasso e brutto, che poi si sarebbe rivelato Lord Vampyr (il grottesco contrasto nasce dall’icona classica del vampiro, che vede questo come una figura slanciata, snella e diafana, dai lineamenti raffinati e dai lunghi capelli corvini). Ma andiamo avanti.
Quando entro nel locale stanno terminando la loro esibizione i Lunarsea. Avevo già avuto tra le mani qualche loro demo, in passato. La band romana è interessante, e probabilmente ha contribuito a organizzare l’evento; ma, parliamoci chiaro, non c’entra niente – musicalmente – con quanto ci avrebbero riservato, a breve, i Nargaroth.
Ma questo non poteva figurarsi come il preludio a quanto avrei dovuto sopportare, ovvero l’esibizione di questi ridicoli Lord Vampyr, che a quanto pare sono la brutta copia romana dei Cradle Of Filth. L’annuncio prima di cominciare da parte di un membro della band che il loro frontman (Lord…), causa mal di gola, ci ha onorato della sua presenza ma non sarà al massimo, è solo una chicca fornita da questi posers che, a quanto pare, non provano la minima vergogna per quello che fanno. Non descriverò la loro esibizione in quanto la considero inutile e irritante. Pertanto ho ritenuto preferibile lasciare momentaneamente il locale per uscire a farmi una birra, nell’attesa della fine…
I Nargaroth, stranamente senza bassista, rappresentano da sempre un’entità controversa all’interno della scena Black. Kanwulf, nello specifico, ha un modo di porsi caricaturale, che oscilla tra la convinzione e lo scherno. Una forma ambigua, che non fa capire quanto quello che mostra sia realmente provato e quanto, invece, una mera estetica decadente.

Dopo un’intro (l’introduzione di “Herbstleyd” se non erro) parte “Black Metal Ist Krieg”, dall’impatto ferale. Peccato per la formazione priva di bassista, e per il suono davvero poco equilibrato, quasi amatoriale. Questo sentore non è dovuto alla qualità grezza e catacombale del sound, bensì ai volumi settati in maniera errata, con la batteria a volume stratosferico e l’unica chitarra (Charoon) sull’orlo dell’incomprensibile, fredda sì ma poco nitida.
Stranamente, lo stile che mi aspettavo viene eluso a favore di una proposta dal sicuro impatto, quasi alla Marduk. I momenti riflessivi, dai riff ripetuti ossessivamente fino alla sfinimento, dal mood melanconico, sono infatti ridotti all’osso se non eliminati del tutto.
Dunque una prova, che voglio giudicare nel suo complesso, controversa. Piacevole sotto alcuni aspetti e meno sotto altri. I Nargaroth sbagliano alcune esecuzioni, si fermano come se fossero in sala prove, e la rottura di una corda alla chitarra causa una pausa ingiustificata (in cui Kanwulf si siede e fissa il pubblico per 20 minuti).
Tutto sommato ritengo la prova di Kanwulf e soci sufficiente, anche se pregiudicata dalla mancanza del bassista, dal suono paradossale e dalla presenza dei “vampiri”, ovvero chi sostituisce al sangue il succo di pomodoro, manifestazione di tutto ciò che non vogliamo essere.