Gorgoroth

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GORGOROTH – VADER + Guests,
15-12-2011, Traffic (RM)

La data dei Gorgoroth tenuta nell’interessante Traffic Club di Roma presenta in scaletta una marea di gruppi, tanto da far sembrare l’evento un festival. Il mio arrivo nel locale avviene in concomitanza con l’esibizione degli Adimiron (quarti su un totale di sei), che comunque non riesco a sentire a dovere. Ho sempre ritenuto, tra l’altro, la band sopravvalutata e noiosa. Avrei piuttosto voluto vedere i Kurghaall, che sembravano interessanti, ma tant’è… Al momento dei Vader il locale è già pieno di gente, cosa abbastanza strana per essere a Roma. Probabilmente il Traffic, avendo una programmazione massiccia di eventi, si è creato un seguito di clienti non indifferente. L’armosfera è quella giusta, dunque, e abbastanza variegata, tranquilla, anche troppo.
I Vader animano la serata con il loro Death un po’ anonimo ma sicuramente di pregevole fattura. Li avevo già visti all’Init di spalla ai Marduk, qualche anno prima, e devo notare che la band polacca ha limato le spese per la scena ma si è dimostrata più precisa ed efficace nell’esecuzione. Bravi, anche se poco caratteristici nel loro songwriting.

Giunge finalmente (è circa l’una di notte) il momento dei Gorgoroth. La band, come saprete, è stata stravolta rispetto a quella che era qualche anno fa. Non sto qui a ricordare gli episodi, sta di fatto che il combo norvegese sale sul palco accompagnato dal classico face painting e dalle pesanti borchie. Oltre allo storico e bene o male sempre presente Infernus, alle chitarre, troviamo l’altro chitarrista di vecchia data, Tormentor, tornano all’ovile dopo qualche anno, un po’ ingrassato a dire il vero, ma gli anni passano per tutti… Alla batteria Tomas Asklund, in passato in formazione coi Dark Funeral, è notoriamente una macchina da guerra dietro le pelli. Il bassista non mi pare fosse l’ex-Obituary Boddel, comunque non sono riuscito a identificarlo, e il frontman è tornato a essere Pest.
La nuova uscita dei Gorgoroth, che poi nuova non è, è solo la ri-registrazione di “Under The Sign Of Hell”, in vendita a un prezzo spropositato, quindi come ultima uscita della band continuiamo a considerare il valido “Quantos Possunt Ad Satanitatem Trahunt“, datato 2009.
I Gorgoroth, illuminati da un rosso demoniaco, hanno un impatto molto buono e forte. Pest è il vero protagonista, frontman invidiabile, dotato di vocals caratteristiche, poco potenti forse ma estremamente cattive e espressive. Forse le chitarre risultano un po’ impastate, peccato, l’unico aspetto del suono non del tutto convincente.
La scaletta prevede qualche pezzo datato 2009 come “Aneuthanasia”, “Prayer” (nella primissima parte) e l’epica “Satan Prometheus” nella sua seconda metà. Diciamo che come tendenza i Gorgoroth scelgono di pescare un paio di pezzi per disco, i più caratteristici e riusciti. Troviamo quindi “Bergtrollets Hevn”, e anche “Revelation Of Doom”, la ferocissima “Destroyer”, “Incipit Satan”, unico pezzo decente del disco interessato, “Krig”, “Unchain My Heart”, tra le altre, che chiude il concerto, giustamente senza inutili bis.
I Gorgoroth si confermano maestri del genere, sempre apprezzabili dal vivo, anche nella nuova formazione. Le infernali note dei norvegesi hanno fatto da colonna sonora a una serata indubbiamente riuscita.