Arriva al traguardo della sesta release il quartetto svedese Thy Primordial. “Pestilence Upon Mankind” non si discosta di molto dal precedente “The Crowning Carnage”, album che la band stessa ha definito black/death, anticipando così la loro tendenza verso suoni decisamente più brutali che prendono maggiore consistenza in quest’ultimo lavoro. Le dieci tracce contenute in “Pestilence Upon Mankind” ricalcano infatti territori death molto veloci, enfatizzati da parti vocali in growl particolarmente efficaci. Unica novità riguarda per l’appunto il vocalist: a prendere il posto di Isidor troviamo Nicke Holstenson, membro della band svedese Nominion. Tecnicamente impeccabile, la band svedese partorisce un album dai riff furiosi, che sposano perfettamente una ritmica compatta e vocals davvero aggressive, che hanno un ruolo fondamentale nel rendere ancora più turpe il sound, a cui fa da sfondo una possente produzione (l’album è stato registrato agli ormai famosissimi Abyss Studios) che lascia esplodere la potenza di ogni singolo strumento. Alle parti più tirate e pesanti vengono affiancati di tanto in tanto stacchetti “melodici” di vaga percezione, che non interferiscono nelle granitiche atmosfere, forse troppo omogenee. Infatti il black metal di tipico stampo Svedese degli inizi, furioso e malinconico al tempo stesso, è stato ormai quasi del tutto accantonato per lasciare spazio ad una compattezza del sound che rischia di far passare i Thy Primordial quasi inosservati nel marasma delle band estreme di oggi nonostante le indubbie capacita dei nostri. In definitiva un lavoro tecnico e oggettivamente valido, ma stilisticamente lontano dai capolavori “Under iskall trollmån” e “Where only the seasons mark the paths of time”e che personalmente ha attirato a stento la mia attenzione, ma che sicuramente gli estimatori del black metal più canonico non potranno far altro che apprezzare.
