Hunters Moon – The Great Pandemonium

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L’Australia, come ben sappiamo, è sempre stata una terra fertile per l’underground estremo: fin dai primi anni novanta l’isola dei canguri (e di tanti altri animali strani) ha dato i natali a diversi gruppi, alcuni dei quali seminali (Sadistik Exekution, Abyssic Hate), altri assurti allo status di “band di culto” (Bestial Warlust, Deströyer 666), altri ancora che si sono limitati a tirare la carretta, operando in una dignitosa oscurità, tra cimiteri illuminati da una pallida luna e cantine putride, intrise del pungente tanfo dell’umidità. È probabile che gli Hunters Moon appartengano a quest’ultima categoria. Si tratta di un duo, formato dal tuttofare J. Eradicator e dal cantante Lust, entrambi membri anche di Denouncement Pyre (qui la recensione del loro debutto “World Cremation”) e Nocturnal Graves, che ha esordito nell’ormai lontano 2006 con la demo autointitolata, per poi proseguire con l’ep “The Serpents Lust”, pubblicato nel 2009: da allora, il silenzio più assoluto, fino ad oggi, forse anche per gli impegni dei nostri eroi con gli altri loro progetti. Il lungo tempo trascorso ha visto mutare radicalmente la scena underground estrema ma non la proposta musicale di questa band, che è rimasta fondamentalmente legata ai bei tempi andati; e questa patina vintage, che riguarda sia l’approccio compositivo che la resa sonora, gli Hunters Moon se la portano dietro con un certo orgoglio.

“The Great Pandemonium”, che vede la luce (delle tenebre) sotto l’egida della sempre attivissima Hells Headbangers Records, si muove infatti nel recinto di un black metal classicamente vecchio stampo, legato più che altro alla così detta “prima ondata” (e quindi a gruppi come Celtic Frost, Hellhammer, ma anche Sarcofago e, soprattutto, Bathory), senza rinunciare a qualche apertura melodica di più ampio respiro (ma pur sempre lugubre) e senza nascondere troppo le influenze più evidentemente heavy metal, che fanno spesso capolino qua e là durante i quaranta minuti circa di durata del platter. Bisogna essere onesti e dire che né l’originalità né la varietà esecutiva fanno parte del dna di questo ensemble: gli Hunters Moon però risultano genuini, se non avete troppe aspettative; sono dei buoni artigiani, che sanno fare il loro lavoro, e come il falegname di bottega riesce a realizzare piacevoli statuette in legno, pur senza essere uno scultore, così i nostri amici riescono a costruire bei pezzi, pur senza particolari guizzi o colpi di genio, ma neppure cadute rovinose.

C’è comunque un discreto equilibrio compositivo e la band si destreggia con disinvoltura tra momenti robusti e potenti, dove esplode tutta la fisicità di un riffing granitico e sulfureo; rasoiate funeste e veloci; brevi squarci leggermente più epici e drammatici: il tutto riecheggia le atmosfere del vecchio black metal, che vengono recuperate anche concettualmente da testi che fanno riferimento alle illustrazioni di “Paradise Lost” e ai dipinti apocalittici di John Martin (pittore ed illustratore inglese, vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo), dai quali anche la copertina trae ispirazione. Che dire in conclusione? “The Great Pandemonium” è un debutto tardivo, che arriva a ben quindici anni di distanza dalla nascita della band ma è come se fosse stato pubblicato dopo uno o due anni, perché tutto è cristallizzato in una dimensione apparentemente molto lontana da quelli che sono stati gli sviluppi del nostro genere preferito negli anni più recenti. Se volete fare un salto nel passato, un ascolto è comunque consigliato.

REVIEW OVERVIEW
Voto
69 %
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hunters-moon-the-great-pandemoniumTRACKLIST <br> 1. Torn By Talons; 2. Storm Of Hail And Fire; 3. Pilgrims Exile; 4. Rebellion; 5. Bridge Over Chaos; 6. Drag Them To The Coffins; 7. Red Death; 8. Hearse For A Barren Earth <br> DURATA: 40 min. <br> ETICHETTA: Hells Headbangers Records <br> ANNO: 2021