Heruka – Memorie

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Dopo due anni dalla pubblicazione della seconda fatica sulla lunga distanza, quel “No Sun Dared Pass Our Windows” che aveva segnato un certo cambio stilistico nella proposta musicale della band, tornano a far sentire la loro voce rauca e sofferente gli italiani Heruka, dando alle stampe questo nuovo “Memorie”, continuando la collaborazione con l’etichetta nostrana Rude Awakening Records ed una produzione discografica che è diventata costante da quando la band ha raggiunto una certa stabilità per quanto riguarda la line up. Se l’album precedente aveva visto il black metal degli Heruka contaminato da ampie dosi di death/thrash dal sapore scandinavo e aveva rappresentato per certi versi un’uscita di passaggio, caratterizzata dalla voglia di sperimentare sonorità di altra specie e di far evolvere un sound relativamente diverso che aveva cominciato a prendere forma soprattutto nell’ep “Turning To Dust”, questo nuovo full length può per alcuni aspetti essere considerato un ritorno alle origini, a partire dall’uso della lingua italiana (i testi sono veri e propri frammenti lirici), che aveva caratterizzato le prime uscite del gruppo, e dal ritorno al black metal propriamente detto. Si tratta però di un’approssimazione in quanto fin dal primo ascolto, almeno per chi ha seguito il gruppo dagli esordi ad oggi, è evidente la crescita della band in termini compositivi ed esecutivi così come il tentativo di non ripetersi. Gli Heruka infatti recuperano alcuni aspetti della loro espressività musicale e li mescolano con altri in maniera piuttosto convincente, dando vita ad un album estremamente intransigente, che esplora con piglio riflessivo tematiche introspettive, legate alla sofferenza insita nella natura umana e al passaggio ineluttabile dalla vita alla morte: e infatti la cover è un omaggio all’artista Salvator Rosa e rappresenta un dettaglio dell’opera intitolata “La Fragilità Umana”, che risale al 1656 circa, ed è un’immagine che ben riassume quello che si potrebbe definire il concept del disco.

Il che rappresenta certamente un elemento di continuità con le ultime uscite e crea uno stacco rispetto ai temi dal gusto più fantasy-mitologico di lavori come “Doxa Epicurea” e “Leggenda”. E questa sintesi tra vecchio e nuovo, se così possiamo dire, caratterizza tutto il disco. Infatti, da un lato, vengono recuperate alcune influenze più marcatamente folk, che ci riportano agli esordi del gruppo: ne è una chiara rappresentazione la conclusiva e a suo modo epica “Passacaglia”, peraltro uno degli episodi più riusciti del lotto. Dall’altro invece l’album è un susseguirsi di pezzi che si concentrano su un black metal classico, come dicevamo più sopra, andando a pescare sia dai vecchi Immortal che da certi Mayhem (la doppietta posta in apertura e formata da “Presagi” e “Ad Un Passo” è particolarmente significativa in tal senso), senza però appiattirsi eccessivamente sui modelli di riferimento e dando modo di emergere anche ad una scrittura dei pezzi più “moderna” (si ascolti ad esempio la buona “Criogenesi”), con abbondanza di chitarre distorte e ritmiche molto serrate, sulle quali spicca la voce stentorea, a metà strada tra screaming e growling, del cantante Nekrom.

Alcune reminiscenze più orientate al black/thrash, alla vecchi Absu per intenderci, sono sempre percepibili qua e là e continuano a far parte del songwriting degli Heruka, anche se forse in misura meno evidente che in altre occasioni. Dalla mia descrizione potreste esservi fatti l’idea di un disco un po’ ondivago, che tende a perdersi tra influenze diverse, ma sarebbe un’impressione non corrispondente al vero in quanto, al contrario, “Memorie” è un album molto coeso, che riesce ad amalgamare con naturalezza i vari elementi che lo compongono. Ma quando si fa fatica ad “inquadrare” un disco è sempre un buon segno. Lavoro solido, da ascoltare.

REVIEW OVERVIEW
Voto
71 %
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heruka-memorieTRACKLIST <br> 1. Inno; 2. Presagi; 3. Ad Un Passo; 4. Memorie; 5. Indarno; 6. Vegetale; 7. Inutile Attesa; 8. Anossia; 9. Criogenesi; 10. Passacaglia <br> DURATA: 38 min. <br> ETICHETTA: Rude Awakening Records <br> ANNO: 2022