Prosternatur – Abyssus Abyssum Invocat

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È indubbio che i Deathspell Omega da “Si Monvmentvm Reqvires, Circvmspice” in poi (a loro insaputa) abbiano partorito un buon numero di pargoli malefici nel vasto globo terracqueo. Alcuni gruppi impegnati ad imitare in modo pedissequo gli stilemi musicali ed estetici della band francese e di tutto l’eterogeneo movimento religious; altri invece pronti a lasciarsi influenzare più o meno consapevolmente dallo stile contorto e indecifrabile dell’ensemble transalpino, unendolo a spunti più personali. A quest’ultima categoria appartengono i Prostenatur, oscura entità formata da membri provenienti da diversi paesi europei, che ci tengono a mantenere un rigoroso anonimato, forse per creare un maggior alone di mistero attorno alla loro musica, già di per sé arcana ed imperscrutabile. “Abyssus Abyssum Invocat” (titolo non propriamente originale; si tratta di un passo del salmo 41, comunemente interpretato come monito ad allontanarsi dal vizio, perché il male genera altro male), loro debutto direttamente sulla lunga distanza, è infatti un concentrato di black metal occulto e criptico, che unisce l’andamento bizzarro e ondivago tipico del trademark dei Deathspell Omega con suggestioni più ortodosse di scuola mayhemiana. Le sei canzoni che compongono questo album, esclusi alcuni intermezzi rumoristico-ambientali davvero riusciti ed inquietanti (come inquietante è del resto il vecchio dagherrotipo raffigurato in copertina), sono costruite su un riffing ermetico e su un drumming furioso ma sempre chirurgico, sui quali si innesta uno screaming distorto e teatrale, a tratti chiaramente debitore dell’Attila Csihar dei bei tempi che furono: il risultato è una mezz’ora abbondante di atmosfere demoniache, maestose ed enigmatiche, a sfondo metafisico-teologico. Le dissonanze chitarristiche, il caotico muro sonoro, i passaggi più asfissianti e miasmatici, i momenti più ossessionanti ed ipnotici, le opprimenti evocazioni da seduta spiritica: tutto concorre a descrivere il rituale blasfemo musicato dai nostri, forse senza eccessiva originalità ma dando senz’altro dimostrazione di avere le idee ben chiare. Se amate gruppi come Funeral Mist, Cultes Des Ghoules e Ondskapt, troverete senz’altro in questo dischetto pane per i vostri denti.