Hard & Fast Ep. 6

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Ed eccoci giunti al sesto appuntamento con la nostra rubrica di recensioni veloci, con la quale vi proponiamo come ormai d’abitudine una carrellata di lavori “minori” pescati dalle più umide e puzzolenti catacombe dell’underground di tutto il mondo, nella speranza che possiate incuriosirvi ed andarveli ad ascoltarveli direttamente. Non manca un’uscita di quest’anno ma questa volta abbiamo concentrato la nostra attenzione soprattutto sul passato recente perché recuperare dal dimenticatoio qualche putrida chicca perduta non fa mai male. Buona lettura e buon ascolto!

EJACULATÖR – Whore Of Hell – ep – 2020 – Burn For Burning Productions

Iniziamo subito forte con un gruppo dall’evidente finezza estetica e dalla spiccata vena poetica, e del resto nome del gruppo, titolo dell’ep e soprattutto cover, non lasciano dubbi sull’animo candido di questi musicisti. Scherzi a parte, al di là dell’intento volutamente provocatorio, la proposta di questo duo americano non è niente male. Parliamo di una sorta di proto-black metal primitivo, con contaminazioni death e thrash, dall’alto contenuto adrenalinico. Il songwriting è molto più evoluto di quello che si possa pensare di primo acchito e il vocione sgraziato di Gravemolestor (aka Jonathan Chamis, mastermind di un altro gruppo molto interessante, i Caustifrüst) ben si adatta a questa atmosfera da dungeon di perverso erotismo. Non solo forma quindi ma anche ottima sostanza.

KRUSHHAMMER – Blood, Violence And Blasphemy – full length – 2022 – Helldprod Productions

La nostra immancabile dose di Sud America questa volta viene dal Brasile, terra sempre fertile di quel metal marcio, veloce e passionale che tanto ci piace. I Krushhammer vengono da Belo Horizonte e suonano il classico blend tra black, thrash e speed metal che da quelle parti sembra essere quasi una religione. Le dieci tracce di questo disco di esordio, uscito tre anni fa, sono lo specchio di questo genere: sound essenziale, canzoni veloci e spaccaossa dalla struttura semplice, dall’impatto immediato e dal sapore black’n’roll. La voce digrignante di Marcel Krusher è poi un altro punto a favore, ben capace di incasellare i testi tra gli strumenti e di creare di tanto in tanto anche alcuni chorus mica male. Mancano i pezzi davvero memorabili e la produzione è fin troppo pulita, tuttavia, se amate il genere, di sicuro amerete anche questi ventotto minuti di sangue, violenza e blasfemia.

CARTTADA – Recharged – full length – 2022 – RTR Records

Anche questo gruppo viene dal Brasile ma il loro cuore batte nel Regno Unito e in particolare per un solo gruppo, neanche a dirlo i Motörhead. Totalmente devoti al verbo di Lemmy and company, i Carttada (nati come Motörbastards) metallizzano e appesantiscono il classico suono rock and roll a cui si ispirano, creando un album smaccatamente derivativo ma godibilissimo, in particolare nei pezzi più veloci come “The Dance”, “We Are Bastards” e “Bad Reputation”. Il cantante e bassista Carlos fa un buon lavoro nell’imitazione del timbro di Sua Maestà Kilmister, aggiungendoci una nota di acido che non ci sta neanche male. Fra i mille emuli dei Motörhead in giro per il mondo, i Carttada si meritano per lo meno una menzione d’onore.

DEMONSLAUGHT 666 – Endless Witchcraft – full length – 2024 – Awakening Records

Nel nostro giro per il globo ci mancava forse solo la Cina ed eccoci qui a rimediare con il disco d’esordio dei Demonslaught 666, giovane gruppo dedito ad un black/speed metal più votato al secondo genere, viste le melodie portanti e la relativa distorsione delle chitarre, più figlie di un thrash anni ottanta che del metallo nero anni novanta. I riferimenti principali sono quei gruppi semi-mainstream come Hellripper, Midnight ed Hellbutcher, senza dimenticare Armory, Enforcer e compagnia cantante. L’accostamento a queste band è di sicuro un punto di merito per il combo cinese, capace di tenere il piede spinto sull’acceleratore per quasi tutti i trentasei minuti dell’album, in cui a spiccare è la conclusiva “Eternity, Darkness And Damnation”, dove esce fuori finalmente la parte più estrema del gruppo. Un biglietto da visita interessante per una band dall’ottimo potenziale.

TAÄR – Catharsis Till Dawn – full length – 2025 – Soulseller Records

Gruppo di nuova formazione e dal respiro internazionale, ma dal cuore greco, i Taär esordiscono subito sulla lunga distanza e lo fanno col botto. “Catharsis Till Dawn” è una cascata di classico black metal di scuola scandinava dal suono glaciale e tagliente, quasi sempre tirato su ritmi velocissimi, ma senza disdegnare break dai tempi medi piuttosto articolati. I punti di paragone sono soprattutto Watain, Marduk (“religious era”) e in particolare Immortal, da cui i Taär traggono ispirazione per il suono freddo, oscuro ed affilato. Ottimo anche il lavoro della vocalist (e bassista) Noctus, dotata di un timbro potente e aggressivo, molto più “virile” di tanti colleghi maschietti.I difetti di un disco come questo sono i soliti: una certa ripetitività di fondo, le canzoni che tendono a somigliarsi molto tra di loro e un paio di sbrolodature di troppo. In ogni caso, tanta roba.