Full length d’esordio per questa band nostrana, che avevo già avuto modo di apprezzare in sede live, e che con questo lavoro non fa altro che confermare le mie impressioni positive. Una piccola opera che trae ispirazione dalla scena norvegese dei primi anni ’90, i cui riff ispirati e glaciali mi hanno riportato alla mente l’oramai defunta band Demonic. Ogni singolo pezzo contenuto in quest’album risulta estremamente coinvolgente e carico di pathos, con i suoi intrecci melodici intrisi di una malinconia disperata, e di un guitar riffing tagliente e nostalgico allo stesso tempo, il tutto coadiuvato da una prestazione vocale graffiante e incisiva e una produzione che si adatta perfettamente al sound dei nostri. Non mancano dei fulminei accenni heavy, come dimostra un breve intermezzo nella terza “Guerriero Di Un Tempo Perduto”, che arricchiscono questa già interessante proposta musicale. Diversi gli espisodi che hanno maggiormente carpito la mia attenzione, l’opener, nonché title track su tutti ma anche l’ottava “Final Embrace”, due perle colme di angoscia e devastazione perse in un’atmosfera opprimente e fredda come le lontane terre del Nord. E chi se ne frega dell’originalità e puttanate simili, il black metal non è innovazione, e i Kult sono l’autentica dimostrazione che si può realizzare un lavoro valido, che non scade nella noia né tantomeno nel plagio, pur ripercorrendo sentieri già battuti.
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