Al-Namrood – Diaji Al Joor

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Dal Medio Oriente provengono alcune bands interessanti (e questo non deve certamente più stupire), come gli israeliani Orphaned Land ed i loro connazionali Melechesh. Ed è proprio a questi ultimi che si rifanno in modo evidente e quasi pedissequo gli Al-Namrood – forse il gruppo saudita più noto in ambito estremo (si parla pur sempre di underground profondo) – che giungono con questo “Diaji Al Joor” al non trascurabile traguardo della quinta fatica sulla lunga distanza. I nostri tentano infatti di mescolare le classiche rasoiate black metal con un accentuato tocco folk di matrice mediterraneo-arabeggiante, aggiungendo liriche incentrate sulla tradizione e la mitologia assiro-babilonese: i presupposti potrebbero anche essere stimolanti ma il risultato finale è piuttosto deludente. Dal punto di vista tecnico il disco non presta il fianco a particolari critiche: la registrazione è nitida e decisamente potente ed il comparto strumentale e vocale sufficiente. È invece sotto l’aspetto del coinvolgimento emotivo che l’obiettivo non viene raggiunto: i pezzi sono tutti costruiti allo stesso modo, giocati su mid tempos che tradiscono l’aspirazione di risultare incisivi e marziali e sull’insistita (anche troppo) alternanza tra riffoni heavy ed intermezzi atmosferici di stampo orientaleggiante. In una parola, noiosi. Mi rendo conto che il gusto personale può essere decisivo nel giudicare un lavoro di questo tipo e posso concedere che, a tratti, le note riescano anche ad evocare in modo efficace paesaggi desertici, tempeste di sabbia ed antiche e dimenticate leggende. Si deve però rilevare – obiettivamente – la scarsa ispirazione di una band, con quattro full length alle spalle (e quindi un bagaglio di esperienza che non dovrebbe essere trascurabile), che si limita a proporre una minestrina riscaldata, plagiando un trademark altrui con l’ambizione di suonare qualcosa di originale: insomma se l’intento era soltanto quello di fotocopiare dischi sontuosi come “As Jerusalem Burns… Al’Insitar” e “Djinn” possiamo dire che è stato centrato, anche se si tratta di una fotocopia sbiadita, grigia e triste. Non mi hanno proprio convinto ma per curiosità un ascolto potreste anche accordarglielo.