Ecos Póstumos – Diário De Um Suicida

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One man band proveniente dal Brasile, Ecos Póstumos esordisce con questo breve ep: quindici minuti di puro depressive black metal che presenta intatte e immediatamente riconoscibili, nel bene e nel male, tutte le caratteristiche concettuali e propriamente musicali del sottogenere in questione, senza variazioni di sorta. Sulla reale ed attuale potenzialità espressiva di queste sonorità, a oltre dieci anni da quando critici e addetti ai lavori hanno coniato la definizione ed i musicisti ne hanno definito, volenti o nolenti, le coordinate stilistiche, si è già probabilmente detto tutto ciò che si poteva dire: un sound affascinante e morboso, che si esprime al meglio se supportato da un substrato di reale e autentica sofferenza, rischiando al contrario di risultare soltanto una poco credibile riproposizione di luoghi comuni. In questo caso c’è un vissuto personale perché “Diário De Um Suicida” racconta un’esperienza ospedaliera di vera depressione e disordine mentale borderline della persona che sta dietro al progetto e rappresenta quindi una sorta di valvola di sfogo, necessaria e positiva, per esorcizzare la paura e l’angoscia causate dalla malattia. Al di là di ciò questo lavoro è come una tesi compilativa, un discreto riassunto di topoi che tutti i fruitori del genere conoscono alla perfezione, con influenze che vanno da Anti a Wigrid, da Alcest a Burzum, con qualche sfuriata più violenta ma sempre decisamente atmosferica: ascoltare per credere “Detalhes Sórdidos”, con quei giri di chitarra e quelle flebili note di tastiera che non possono non rimandare alla celeberrima opener di “Filosofem”. In ogni caso non credo che l’intento del nostro fosse quello di proporre qualcosa di innovativo quanto piuttosto quello di fissare sentimenti ed emozioni personali legati ad un particolare e difficile momento e, per questa esigenza, il depressive, anche nella sua versione più classica e consolidata, può ancora essere uno strumento adeguato, con il suo riffing essenziale ed ossessivo e la sua monolitica pesantezza. Anche se sapete esattamente cosa aspettarvi, dategli comunque un ascolto.