Necrolust – Awakening

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Non è più una novità e non deve quindi stupire il fatto che la calda e soleggiata Sicilia sia patria di molti gruppi dediti al black metal più scarno, gelido e morboso. Penso a realtà come Krowos, Mourning Soul e Grim Monolith, tra le altre. Della partita sono anche i catanesi Necrolust, trio attivo dal 2006 e qui alla sua prima produzione di una certa consistenza in termini di durata. Il moniker di derivazione mayhemiana fa chiaramente intuire le coordinate stilistiche della proposta dei nostri, che si sostanzia in un black metal necrotico e cimiteriale, molto basico, costruito su strutture estremamente lineari e ficcanti che esaltano il feeling oscuro e dannatamente “anni ‘90” dei pezzi, tutti brevi, polverosi e catacombali. Colpisce in modo particolare l’interpretazione vocale del singer Hack (anche chitarrista) che vomita sull’ascoltatore i propri inni carichi di odio e misantropia attraverso un sibilo demoniaco, a tratti sussurrato e cantilenante, quasi recitato, che potrebbe in qualche modo ricordare l’approccio dell’Attila Csihar dei bei tempi andati. Al netto di una registrazione abbastanza deficitaria (ma la perfezione del suono non è certamente la caratteristica principale di questo genere di lavori, né deve esserlo), “Awakening” non è sicuramente un disco originale ma, a mio parere, non è neppure una mera fotocopia: e basti ascoltare la nenia funebre “Silent” o la nerissima “Death Cult Misterys”, impreziosita da una chitarra sghemba e acida, dal sapore vagamente settantiano, per rendersene conto. Ed è questa la strada che secondo me il gruppo nostrano dovrebbe percorrere con decisione, esaltando un certo piglio malignamente teatrale, da messa nera, che già la sua musica possiede. Per ora gli spunti di interesse comunque non mancano ed una piena sufficienza è raggiunta, grazie a canzoni semplici ma cariche di atmosfere sulfuree e pregne dell’odore delle carni in putrefazione.