Mortiis

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In occasione della riedizione del suo libro “Secrets Of My Kingdom: Return To Dimension Unknown” e della ristampa di alcuni lavori risalenti alla così detta Era 1, abbiamo l’opportunità di scambiare qualche parola con Håvard Ellefsen, la mente che sta dietro al progetto Mortiis, che ripercorre per noi alcune tappe importanti della sua carriera e ci chiarisce alcuni aspetti della sua concezione musicale ed artistica. L’intervista che segue è in duplice versione, italiana ed inglese (traduzione a cura di Orione90). Buona lettura.

VERSIONE ITALIANA (SCROLL DOWN FOR THE ENGLISH VERSION)

Ciao Håvard e benvenuto sulle pagine virtuali di blackmetalistkrieg.net

Per cominciare, vorrei sapere qualcosa sui “vecchi tempi” degli Emperor e dell’Inner Circle. C’è qualche aneddoto particolare che mi potresti raccontare?

Per essere onesto non ho nulla da aggiungere che non sia già stato pubblicato o scritto in libri e riviste. E’ stato quello che è stato, e le persone sono andate oltre.

Proprio mentre la scena black metal scandinava esplodeva a livello mondiale, hai deciso di allontanartene definitivamente. Per quali motivi?

Ho iniziato a frequentare una ragazza in Svezia così mi sono spostato 6 ore più a sud per essere più vicino a lei. Non esattamente un grande spostamento. Ero a mezza giornata da Oslo.

Nel 1994 è uscito il tuo debutto solista “Født Til Å Herske”, seguito a breve distanza da altri due lavori, “Ånden Som Gjorde Opprør” (qui la recensione) e “Keiser Av En Dimension Ukjent” (qui la recensione) Questi dischi oggi sono considerati capisaldi del così detto dungeon synth, genere che hai contribuito a creare, ma ai tempi non furono accolti con identico entusiasmo. Da dove hai tratto ispirazione per comporre questi lavori?

Sono stati accolti molto bene infatti hanno venduto oltre 10.000 copie ciascuno, anche di più se consideri le varie ristampe ecc. Stanno vendendo ancora adesso. All’inizio ero ispirato dai primi pionieri tedeschi dell’elettronica come Tangerine Dream e Klaus Schulze, per realizzare delle canzoni molto lunghe.I concept e gli artwork erano ovviamente molto ispirati dal black metal, da John Bauer e JRR Tolkien e cose del genere. Musicalmente ho creato uno stile che andasse bene per le mie qualità, non ero un gran musicista.

Come spieghi questa rivalutazione critica e come giudichi oggi quelle opere?

Mi piacciono, penso che molto materiale avrebbe potuto essere fatto meglio, ma penso anche che la maggior parte degli artisti guardi indietro e pensi che qualcosa poteva essere fatto meglio, o differentemente.

Perché hai deciso di ristampare quei lavori con una rinnovata veste grafica?

Perché potevo. E’ la mia arte e nessun altro ha controllo su essa. Ho pensato che sarebbe stato interessante elaborare i concept visivi, e guardare alle stesse “scene” da differenti angoli e prospettive. Aggiunge profondità e mistero. Se osservi bene, ci sono le stesse situazioni/scene originali ma viste da differenti prospettive il che mi ha permesso di mostrare un’immagine più ampia.

Puoi dirmi qualcosa sui progetti Vond, Fata Morgana e Cintecele Diavolui, che proponevano una musica simile a quella di Mortiis ma con diversi concept? Sono progetti definitivamente accantonati?

Attraverso di essi ho potuto esprimere la mia creatività in modi che non ritenevo adatti per Mortiis. Vond aveva un lato molto umano, opposto all’evasione di Mortiis. Fata Morgana era musicalmente molto vicina a Mortiis, forse meno oscura, ma gli album dei Fata Morgana sono simili allo stile di Mortiis. La differenza principale fu che con Fata Morgana iniziai a scrivere canzoni più corte rispetto alle canzoni super lunghe di Mortiis. Non ero pronto a tornare con Mortiis nel 1995 così l’ho pubblicato come side project. Con Cintecele Diavolui mi dilettavo nello scrivere canzoni sui vampiri e musicalmente era un po’ strano e sperimentale, così divenne un altro side project. Questi progetti sono ormai morti e non scrivo nulla con loro da molto tempo.

Com’era ai tempi il tuo rapporto con la Cold Meat Industry?

Era buono. Karmanik è / era un ragazzo onesto, ha prodotto dischi esteticamente molto buoni, e penso che abbia fatto il meglio che poteva, ma alla fine era un solo ragazzo, con una tonnellata di band nelle sue etichette, quindi il carico di lavoro deve essere stato massiccio. Mi sono divertito lì, forse il momento migliore di tutte le etichette con cui ho lavorato. Alla fine avevo bisogno di un’etichetta più grande, quindi sono dovuto andare avanti.

Com’è stato il concerto celebrativo dei trent’anni dell’etichetta, durante il quale, se non sbaglio, hai eseguito per intero “Ånden Som Gjorde Opprør”?

Sì, ne ho suonato una versione reinterpretata, che ho esteso di circa 15 minuti, e ho aggiunto molte nuove melodie, ritmi / strutture e, in generale, ho fatto solo sembrare la musica più grande e più epica dell’originale. Alla gente sembra piacere. Mi sono divertito alla festa della CMI. È stato bello incontrare persone che non vedevo da molto tempo, come Tomas di Ordo Rosaris Equilibrio, Roger Karmanik, Jouni di In Slaughter Natives, e così via.

Con la Dark Dungeon Music hai pubblicato diversi tuoi dischi. Vuoi raccontarmi questa esperienza?

La mia etichetta negli anni ’90? Era per lo più buona. È sempre bene possedere i propri diritti d’autore, cosa che ho fatto. Ma è un sacco di lavoro, e ha raggiunto un punto in cui passavo la maggior parte del tempo a cercare di essere pagato dai distributori disonesti. Ho chiuso l’etichetta nel 1998 o 1999, perché non avevo più tempo di fare musica, quindi in un certo senso stava diventando controproducente. Questo è stato uno dei motivi per cui ci sono alcune mie uscite di quel periodo di cui non sono totalmente soddisfatto. Solo un sacco di stress e poco tempo per scrivere musica, quindi le cose fatte erano un po’ approssimative.

Vorrei anche che spendessi due parole su “Crypt Of The Wizard”, un lavoro molto minimalista e magico, e sul successivo “The Stargate”, che invece aveva un sound decisamente più magniloquente ed epico.

Semplice evoluzione. Ho sempre cercato di migliorare. “The Stargate” è stato un disco in cui ho speso molta energia e tempo, quindi è diventato un album più complesso e un po’ più professionale rispetto a “Crypt Of The Wizard”, per esempio. “The Stargate” è stato un esempio di come sono riuscito a concentrare più tempo ed energie su un album.

Poi è arrivata la svolta darkwave/synthpop di “The Smell Of Rain”, disco che personalmente ho molto apprezzato. Mi spieghi i motivi di questo cambio stilistico così deciso? Da dove hai tratto ispirazione e quali sono state le tue principali influenze per la realizzazione di quel lavoro?

Musicalmente ho avuto sempre una mentalità molto aperta, quindi verso la fine degli anni ’90 ho ascoltato un sacco di goth, industrial, elettronica, rock degli anni ‘70, punk, synth pop, ecc, quindi questo album è il risultato di molte influenze diverse. Volevo anche tornare alle mie radici da fan di cantanti come Iggy Pop, Dickinson, Dio, ecc… sai, non suonavo come loro, ma la parte della performance, andare in quella direzione era qualcosa che mi sembrava molto naturale per me. Volevo solo lasciare gli anni ’90 indietro e fare qualcosa che sentissi molto spontaneo in quel momento.

Un ulteriore cambiamento c’è stato con “The Grudge” e con i dischi successivi, più vicini a sonorità industrial rock ed elettroniche. Un’altra rivoluzione? Quali universi musicali hai voluto esplorare?

Il fatto è che volevo che “The Smell Of Rain” suonasse molto più arrabbiato e aggressivo di quanto non fosse, ma come al solito, non avevo nessuno che mi mostrasse come fare, così come con la maggior parte delle cose nella mia vita, ho dovuto imparare da solo. Al tempo in cui “The Grudge” è stato fatto, ho capito alcune cose in più, qualche altro trucco…

Com’è definibile il sound di Mortiis oggi?

Questa è una domanda difficile, perché al momento sono concentrato su una sorta di versione “pompata” di Era 1, che suona molto grande ed epica. L’ultimo album rock industriale che abbiamo fatto è stato “The Great Deceiver”, la migliore musica che abbia mai realizzato. È grande, arrabbiato, oscuro e piuttosto profondo. Chi sa cosa succederà dopo? Provo a creare un po’ di merda inaspettata…

Ti senti parte di qualche scena musicale?

No, non proprio. Non mi sono mai sentito appartenente ad una particolare scena dal 1993. Tendo a costruire il mio universo e lascio che la gente venga da me, ahah!

Durante la tua lunga carriera hai assistito a vari cambiamenti nel modo di diffondere e fruire la musica. Cosa ne pensi dell’uso di internet in tal senso? Credi che si sia un po’ persa la “magia” del vecchio underground?

Ora abbiamo un grande revival dei vinile e delle cassette, che è preferibile rispetto all’alternativa, che non è altro che iTunes e spotify. Mi piace che sia pratico e veloce ottenere la musica ora. Ai vecchi tempi degli  LP / CD accadeva tutto più lentamente, ma c’è sicuramente qualcosa che si è perso. L’eccitazione per le nuove uscite non c’è più, almeno per me. Questo è il motivo per cui non mi interessano le nuove uscite, tutto sembra assolutamente generico, dozzinale, davvero. Trascorro il mio tempo solo su Discogs e Youtube cercando strani, oscuri e vecchi album, o vecchi classici.

Mi spieghi i motivi del trucco pesante che hai sempre adottato, prima da “elfo diabolico” e oggi più simile al Joker?

Mi maschero ancora oggi se non l’avessi notato 🙂 Mi piacciono le cose sceniche. Sono cresciuto come fan di artisti a tutto tondo e ho sempre seguito movimenti di questo genere.

Raccontaci qualcosa a proposito del tuo libro di recente pubblicazione “Secrets Of My Kingdom: Return To Dimension Unknown”.

È una raccolta di scritti degli anni ’90 con l’intenzione principale (all’epoca) di avere un concetto eterno da utilizzare come base per i vecchi album di Mortiis. È stato originariamente pubblicato (ed esaurito) anni fa, e recentemente Cult Never Dies lo ha ristampato, con un sacco di materiale extra e inedito, quindi è una versione davvero interessante. Sono molto felice di questa uscita.

Com’è Mortiis dal vivo? Preferisci esibirti da solo o con la tua band? Verrai mai in Italia per qualche data live?

Suonerò uno show su Era 1 in Italia il 25 maggio. Potete trovare l’evento a questa pagina: https://www.facebook.com/events/223698848211936Suonare con la band o da solo sono due cose differenti, sinceramente non possono essere confrontate per questo per me è difficile dire quale preferisco tra le due. Gli show da solo sono molto più complicati sotto ogni aspetto!

Bene, l’intervista termina qui. A te l’ultima parola…

Grazie per l’interesse. Visitate il sito www.mortiiswebstore.com per il merchandise, vinili, cd, ecc. Grazie!

ENGLISH VERSION

Hi Håvard and welcome on the webzine blackmetalistkrieg.net.

To get started with our interview I want to know something about the old times when you played with Emperor and what was happening in the Inner Circle. There’s something in particular that you may tell me?

To be honest, I have nothing additional for you, that hasn´t already been widely published in all kinds of books and magazines. It was what it was, and people moved on.

While the scandinavian black metal scene exploded around the world you decided to left it. What were the reasons?

I started dating a girl in Sweden, so I moved about 6 hours south to be closer to her. Not exactly a big move. I was a half a days journey by car from Oslo.

In 1994 you recorded your first solo album “Født Til Å Herske” followed by other two works, “Ånden Som Gjorde Opprør” and “Keiser Av En Dimension Ukjent”. These albums are now considered masterpieces of the so called “dungeon synth”, a kind of music that you contributed to create, but they were not good received at their times. By what you were inspired of?

They were received very well at the time, they all sold over 10.000 copies each, and by now even more than that if you count all the reissues etc. They´re still selling to this day. I was initially inspired by early German electro pioneers like Tangerine Dream and Klaus Schulze, to make the really long songs…The concepts and imagery, was obviously a lot more inspired by Black Metal, John Bauer and JRR Tolkien, and stuff like that. Musically, it became what it became mostly on account of me not being a great musician, so i pretty much had to invent a style that worked for me.

What do you think about the revalue of these albums and how do you judge today these works?

I like them, I think a lot of the material could have been done better, but I think given time, most artists will look back and think that this or that could have been done better, or different.

Why did you reprint them with a new artwork?

Because i could. It´s my art and no one else controls it. I thought it would be interesting to elaborate on the art concepts, and look at the same sort of “scenes” from different angles and perspectives. It adds depth and mystery. If you look closely, they are the same “situations/scenes” as the originals, but from a different perspective, and that allowed me to show a larger picture.

May you tell me something about the projects Vond, Fata Morgana and Cintecele Diavolui, who played a Mortiis similar music but with different concepts? Are they definitively closed?

They were ways for me to express myself creatively in ways that I felt weren´t right for Mortiis. Vond was a very human side, as opposed to the “escapism” of Mortiis. Fata Morgana was very close to Mortiis musically, perhaps slightly lighter and less dark, but the Fata Morgana album comes very close to the Mortiis style. The main difference was that Fata Morgana was me starting to write shorter songs, as opposed to the super long Mortiis songs. I wasn´t ready to take that step as Mortiis back in 1995, so I released it as a side project. Cintecele Diavolui, was just me dabbling in writing songs about Vampires, and musically it was sort of weird and experimental, so that became another side project. I´d say these projects are pretty dead, I haven´t done anything with them for a long time now.

How was your relationship with the Cold Meat Industry?

It was good. Karmanik is/was a pretty honest guy, he released great looking product, and I think he did the best he could, but at the end of the day, he was just one guy, with a ton of bands signed to his labels, so the workload must have been massive. I had a good time there, maybe the best time of all the labels I have worked with. In the end i needed a bigger label, so i had to move on.

How was the thirtieth anniversary concert? Did you play the whole “Ånden Som Gjorde Opprør”?

Yes i played a re-interpreted version of it, that I had extended by about 15 minutes, and I added a lot of new melodies, rhythm/structures, and in general just made the music sound much bigger and more epic than the original. People seem to like it. I had a good time at the CMI fest. It was nice to meet up with people I hadn´t seen for a long long time, like Tomas from Ordo Rosaris Equilibrio, Roger Karmanik, Jouni from In Slaughter Natives, and so on.

How was your experience with the Dark Dungeon Music?

My label back in the 90´ies? It was mostly good. It´s always good to own your own copyrights, which I did. But it´s a lot of work, and it reached a point where I spent more time trying to get a lot dishonest distributors to pay me the money they owed me. I ended that label in 1998 or 1999, because I never had time to actually make music anymore, so in a sense it was becoming counter productive. That was one of the reasons there are some releases of mine, from that time, that i’m not totally happy with. Just a lot of stress and no time, so things got a bit sloppy.

Tell me something about “Crypt Of The Wizard”, a very minimalist and magic work, and something about “The Stargate”, which was a more epic one.

Just simple evolution. I always tried to become better and better. “The Stargate” was a record i spent a lot of energy and time on, so it became a more complex and somewhat more professional album than for example “Crypt Of The Wizard”.  “The Stargate” was an example of me being able to focus more time and energy on an album.

With “The Smell Of Rain” there was a turn toward the darkwave/synthpop music, I really appreciated this work. Why did you radically change musical genre? You were inspired by what? Which were the main inluences?

I was always very musically open minded, so by the late 90´ies I listened to a lot of goth, industrial, electronic, 70´ies rock, punk, synth pop, etc so that album is a result of a lot of influences. I also wanted to go back to my roots, as a fan of lead singers like Iggy Pop, Dickinson, Dio, etc you know, not sounding like them, but the performance part of it, going in that direction was something that felt very natural to me. I just wanted to leave the 90´ies behind and do something that felt very natural at the time.

From “The Grudge” to the next albums you used to play more industrial rock. Was that another musical revolution?

The fact is, i wanted “The Smell Of Rain” to sound a lot angrier and aggressive than it did, but as usual, i had no one to show me how do do anyhing, so like with most things in my life, i had to learn by myself. By the the time “The Grudge” was done, I had figured out a few more things, a few more tricks…

How could we describe Mortiis sound today?

That is a hard question, because right now i focus on the sort of “pimped” up version of Era 1, which sounds very big and epic. The last industrial rock album we made was “The Great Deceiver” which is the best music i have ever made. It is big, angry, dark and rather deep. Who knows what will happen next? I tend to try to do some unexpected shit…

Do you feel to be part of some musical scene in particular?

No not really. I haven´t really felt like i belonged anywhere since 1993. I tend to build my own universe around me, and let the people come to me, haha!

What do you think about the internet musical spreading? Don’t you think we are losing some of the underground old magic made of mc, cds, lps?

Well we have a big vinyl and cassette revival now, which is preferable over the alternative, which is nothing but iTunes and spotify. I like that it´s practical and fast to get your music distributed now. In the old days of the LP/CD it just took forever for things to happen, but there´s definitely something lost. The excitement of new releases really aren´t there anymore, for me at least. Which is why I don´t care about new releases, it all feels totally generic, a dime a dozen, really. I just spend my time on Discogs and Youtube checking out strange, obscure old releases, or old classics, for that matter.

Why did you always used an hard make up? From the “diabolic elf” at the beginning to the one you use today?

The mask is still being used, in case you didn´t notice 🙂 I like visual things. I grew up as a fan of larger than life artists, and so i will always gravitate towards stuff like that.

Tell us something about your book “Secrets Of My Kingdom: Return To Dimension Unknown”.

It´s a collection of writings from the 90´ies with the main intention (back then) of having an eternal concept to keep using as a foundation for old Mortiis albums. It was originally released (and sold out) years ago, and recently Cult Never Dies reissued it, with a lot of extra and unreleased bonus material, so it´s a really cool release. I´m very happy with it.

How are your live perfomances? Do you prefer to play alone or with your band? Will you ever come to Italy to play some concerts?

I´playing an Era 1 show in Italy on May 25th. People can check out the event page here: https://www.facebook.com/events/223698848211936/ Playing with the band, or solo, are two entirely different things, they can´t really be compared to be honest, so it´s hard to say which one I prefer. The solo shows are way less complicated in every way you can imagine, so there´s that, haha!

The interview is finished! Feel free to close it with your own words!

Thanks for the interest. Check out www.mortiiswebstore.com for merch, vinyl, Cds, etc. Thanks!