Debutto discografico per Kaiser Wodhanaz con il suo progetto “Ad Hominem”, disco ormai da cosiderarsi come un vero e proprio classico che seppe, all’epoca, evidenziare con forza la qualità della scena Black Metal francese. Questo “Planet Zog… The End” riesce a trasmettere il nichilismo e l’odio attraverso songs epiche, dove i riffs di chitarra sono sempre ben distinguibili ed ispirati, riuscendo comunque a far rimanere intatto lo spirito più oscuro e marcio del genere. Quindi musica tirata, screaming graffiante, distorto e drumming campionato freddo e distaccato. Temi come la guerra e il disprezzo per le religioni monoteiste vengono trattati in questi 34 minuti di musica che, nella sua nera epicità, trasuda odio che è un piacere. I momenti più lenti assumo andamento cadenzato e militare, si spostano su sporadici lidi filo-Death con riffing stoppato e partono in cavalcate in tipico stile Black, quello più epico e statuario che non disdegna richiami alla scuola teutonica. La produzione è accattivante e mette in risalto il lavoro delle chitarre, sempre varie e stimolanti. Momenti più atmosferici vengono concessi per intermezzare le cattivissime note di questo “Planet Zog… The End” e danno un ulteriore tocco di varietà al disco, come se non bastasse la grande qualità e immediatezza delle composizioni. Un disco evidentemente riuscito e che farà gola agli estimatori di questo Black ispirato e cattivo, supportato da un concept che si sposta sui più svarianti e nascosti angoli dell’odio, dagli attacchi frontali alle religioni demenziali (e non solo il cristianesimo questa volta è tirato in ballo, ma tutte e tre le fottute religioni monoteiste), passando per guerra e distruzione e finendo nel totale spirito anti-umano con la strafottente esaltazione della leggenda sui campi di sterminio. Un disco monumentale partorito da un gruppo che saprà confermarsi grazie ai successivi e validi lavori. “Auschwitz rules over you bastards…”
