Tornano dopo un lungo silenzio gli MZ412 e con questo “Infernal Affairs” ci ripropongono il loro classico sound: una miscela disturbante ed ossessiva di oscuro industrial. L’indole rituale dei nostri qui si manifesta attraverso manipolazioni sonore inquietanti e ripetitive, che riescono ad imprimersi nella mente dell’ascoltatore fino a diventare indelebili. Allo stesso tempo la musica scorre malleabile e carica di tensione, in modo da far risultare ogni traccia come la prosecuzione di quella precedente, in un alternarsi tra momenti di alta tensione e lunghe divagazioni di distorto ambient. Sempre in primo piano le sfumature apocalittiche, sottolineate da un accostamento naturale, ma non sempre fisicamente riscontrabile, al funeral doom. Non manca il nichilismo cieco direttamente riconducibile al black più oltransista, anche in questo caso però le sensazioni non comportano delle divagazioni stilistiche che abbandonino la struttura stilistica di base, ovvero il freddo e marziale industrial. Voci aliene e filtrate sovrastano i rumori (una messa nera), il tempio sono i suoni, ora mai troppo aggressivi, come avveniva in precedenti episodi, ma dilatati e soffusi. Il disco mantiene alta la tensione, grazie all’indubbia e raffinata bravura dei nostri, ormai maestri indiscussi del genere. I lati dolenti del lavoro, mai in primo piano ma presenti, sono il sound forse eccessivamente pulito e la mancanza di momenti più marcatamente distorti e violenti. Se il primo difetto è giustificato da una miglior produzione adottata dalla band, il secondo è ridotto da un’ottima velatura oscura dell’album che, nonostante non sia così estremo in apparenza, riesce in concreto a dimostrarsi molto plumbeo ed ossessivo (mancano forse alcuni loop al vetriolo qua e là). Piccole, ed insignificanti, pecche a parte, “Infernal Affairs” si merita un bel voto, in virtù della qualità globale della musica proposta, che mette gli MZ412 un gradino sopra a tutti gli emulatori.
