Laetitia In Holocaust – The Tortoise Boat

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A ben quattro anni di distanza dal precedente mini “Lacra Ebenei: 13 – 7”, pubblicato appunto nel 2005, tornano all’attacco i nostrani Laetitia In Holocaust con questo “The Tortoise Boat”, primo full length della band modenese, autoprodotto ma assolutamente professionale sotto ogni punto di vista, dall’artwork alla produzione. I nostri proseguono il discorso intrapreso con il precedente lavoro riuscendo ad amalgamare con maggiore equilibrio gli spunti presenti nella loro elitaria proposta musicale e dando una forma maggiormente compiuta ad una materia espressiva magmatica e sfuggente. “The Tortoise Boat” rappresenta un credibile percorso “evolutivo” che affonda le proprie radici, a livello sia di attitudine che prettamente musicale, nel black metal delle origini per approdare a lidi vicini, come feeling ed atmosfere create, a certo post rock o dark wave; un percorso certamente ostico e forse indigesto per chi é abituato a fruire il black metal nella sua forma più tradizionale. E questo, sotto certi aspetti (per esempio per quanto riguarda la visibilità di cui godrà questo disco), potrebbe perfino costituire un limite per il duo italico, al quale vanno riconosciuti il coraggio di aver osato ed un’integrità ed onestà d’intenti che proprio nell’ambiente black a molti mancano (la band non é interessata a farsi pubblicità né ad ottenere un contratto discografico ed ha dichiarato che produrrà sempre da sé i propri lavori). La sensazione dominante che si prova all’ascolto di quest’opera é quella di un’inquietudine strisciante e indefinita, così come indefinite e striscianti sono le linee di chitarra dai suoni nervosi e spezzati, che disegnano geometrie imperfette e assurdi paesaggi rappresentando il tema dominante delle composizioni. La sezione ritmica, dal canto suo, alterna passaggi furiosi e indiavolati ad altri più compassati e riflessivi, mentre il cantato é fatto di sussurri, mormorii, urla colme di dolore. Ogni strumento, voce compresa, pare seguire un suo sentiero autonomo ed indipendente, il che crea un effetto complessivo straniante, capace di disorientare ed opprimere nello stesso tempo, secondo quello che sembra essere un preciso disegno della band. “Immanence And Illumination”, lunga e claustrofobica suite posta in chiusura, è il manifesto della musica dei nostri, che potrebbe in qualche modo essere definita “avantgarde” nelle intenzioni come negli esiti. Da segnalare anche la suadente “Hissing Through The Veins Of The Gods”, costruita nella sua parte iniziale come una velenosa semi ballad, che esplode nel finale con un rantolo di violenza destabilizzante. Ottima anche l’insinuante e malefica “A Gesture Before You Enter The Darkness”, già presente nel precedente lavoro dei nostri e che già allora mi aveva ben impressionato. Ma al di là dei singoli pezzi, questo album va assaporato e compreso nella sua monolitica interezza. I Laetitia In Holocaust hanno curato in ogni particolare questo lavoro per renderlo un’esperienza per pochi: la folle allegria che traspare in fondo ad ogni tragedia; un ossimoro difficile da decifrare anche per gli ascoltatori più smaliziati.

REVIEW OVERVIEW
Voto
75 %
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laetitia-in-holocaust-the-tortoise-boatTRACKLIST <br> 1. Hair As The Salt Of Carthago; 2. Descent; 3. The Gift Of Fury; 4. Hissing Through The Veins Of The Gods; 5. A Gesture Before You Enter The Darkness; 6. Immanence And Illumination <br> DURATA: 39 min. <br> ETICHETTA: Autoprodotto <br> ANNO: 2009