Elimi – The Seed

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Dopo aver dato alle stampe due lavori interessanti ma ancora acerbi come “Summoned From Ashes” e “Asylum”, tornano alla carica gli svedesi Elimi, questa volta sotto l’egida della sempre attenta Art Of Propaganda. “The Seed” è un ep che mette in mostra influenze musicali disparate e segna un cambiamento piuttosto marcato rispetto ai suoi predecessori. Infatti i nostri, pur restando legati alla tradizione del classico black metal svedese di stampo melodico – che fa riferimento a gruppi come Dawn, Sacramentum e soprattutto Dissection – inseriscono nel loro sound elementi riconducibili, da un lato, al post-rock dal sapore depressivo e, dall’altro, al thrash/black più ferale e d’annata: una miscela potenzialmente esplosiva e, a ben pensarci, neppure troppo originale, che gli Elimi riescono comunque a gestire con bravura, creando un buon equilibrio tra suggestioni apparentemente così lontane tra loro. I due pezzi, entrambi di lunga durata, hanno infatti uno sviluppo fluido e tutto sommato abbastanza elementare: a momenti di malinconica calma, come la lunga e rilassata intro strumentale di “The Seed”, caratterizzata da un assolo che non avrebbe sfigurato in qualche ballad anni ottanta, o l’intermezzo dal gusto quasi tribale di “King Of The Red Desert”, fanno da ottimo contraltare sprazzi di violenza incontrollata, nei quali emerge con forza un riffing acido e tagliente come lama di rasoio. Tutto è tenuto insieme dal cantato del singer Tobias Eriksson, che riesce ad essere molto espressivo e convincente sia nello screaming che nel growling. “The Seed” è dunque un buon disco, che segna un’evoluzione compositiva per certi versi sorprendente per una band underground che avrebbe potuto continuare come in passato: non so se si tratta di un semplice esperimento o della strada che il gruppo ha deciso di intraprendere per il futuro; in questa seconda ipotesi gli Elimi potrebbero regalarci opere davvero valide.