“March Into Firelands” è la seconda fatica sulla lunga distanza per i finlandesi Flame, quartetto nel quale militano ex membri di Urn e Barathrum, che giunge a ben sei anni di distanza dal debutto “Into The Age Of Fire” datato 2005. Lo stile prescelto dal gruppo fin dagli esordi è qualificabile come un brutale e grezzissimo old school black-thrash metal ed in questo disco i nostri non modificano per nulla la loro musica, scatenando un assalto sonoro senza freni che non concede spazio a rallentamenti di sorta né a divagazioni di alcun tipo. I Flame recuperano la semplicità strutturale, l’approccio selvaggio ed il riffing serrato propri dei gruppi appartenti alla prima ondata del metal estremo ottantiano tinto di nero, come primi Bathory e Mayhem, oppure Celtic Frost ed Hellhammer. Il piglio thrash ha costantemente il sopravvento e si concretizza sia in cavalcate furiose e veloci che in mid tempos granitici, sostenuti da una possente sezione ritmica. I Flame non riescono tuttavia a conferire alla loro proposta quel tocco personale, quel qualcosa in più che permette di distinguere una grande band da un gruppo di onesti mestieranti. In effetti sono molti i gruppi che si sono cimentati e si cimentano con questo genere di sonorità, con risultati di gran lunga superiori: penso ad esempio ai vari Aura Noir, Desaster, Nifelheim etc. Non voglio con questo disprezzare il lavoro dei Flame, che suonano con dedizione, cattiveria ed attitudine da vendere ed indubbiamente riescono nell’intento di regalare una mezz’ora abbondante di extreme metal vecchio stampo, ottimo per scaldare il collo scatenandosi in un sano headbanging. “March Into Firelands” non è certamente un disco indispensabile e resta soltanto una buona opera di maniera: galleggia con dignità nel calderone, senza particolari picchi ma anche senza eccessive cadute di tono. Per collezionisti incalliti.
