Melencolia Estatica

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Melencolia Estatica é una nuova, fulgida realtà del panorama estremo italiano; seconda uscita per Aeternitas Tenebrarum Music Foundation, sorprendono per la loro capacità di fondere in uno splendido e compiuto amalgama la ferocia devastante del black più classico con passaggi sognanti e malinconici, che trasudano disperazione e tristezza. Il loro debutto é l’epitome di un’esistenza rassegnata, spiritualità e carnalità insieme, avvolta dalle spire dell’angoscia e destinata alla decadenza. É un piacere ed un onore per me poter ospitare questa sorprendente ed esaltante band sulle pagine virtuali del nostro portale. A loro (anzi a lei, Climaxia, portavoce del gruppo) la parola senza ulteriori indugi…

Vorrei per cominciare ringraziarti molto per la tua disponibilità. Melencolia Estatica é un progetto rimasto fino ad oggi ammantato nel mistero più fitto, tanto che non sono riuscito a trovare alcuna notizia che vi riguardi in rete. Vuoi tracciare una breve storia del gruppo per i lettori di Blackmetalistkrieg?

Beh Melencolia Estatica ha avuto la sua nascita ufficiale nel 2005 ma concettualmente iniziai a sviluppare questo progetto verso il 2002. Penso che ogni cosa abbia un suo momento ben definito per venire alla luce e per Melencolia Estatica è stato così, quando è arrivato il momento giusto ho iniziato a concretizzare le mie idee e nel giro di pochi mesi è nata questa prima release che contiene sia materiale del 2002 che materiale nuovo.

Quella di rimanere nell’ombra, lontano dai clamori e dalle riviste patinate, é una scelta che non posso che condividere in pieno. Si tratta di un modo che avete scelto per differenziarvi dalle miriadi di bands che si preoccupano più di apparire “true” che della sostanza della propria proposta musicale o semplicemente é il tuo modo di essere, anche come persona?

Non è stata una scelta studiata o premeditata, semplicemente questo rimanere nell’ombra riflette il mio modo di pormi in tutte le situazioni, il mio carattere e di conseguenza la mia musica che attinge ad esso, personalmente non amo molto i clamori della scena o continue ed assillanti apparizioni in essa, apprezzo molto atteggiamenti intimisti e distaccati purché veri; molto probabilmente quello che tu definisci “true” per me significa “coerenza” ed é proprio in virtù di questo che mantengo anche in questo progetto il mio modo di essere senza fingere nessun tipo di etichetta.

Melencolia Estatica é un monicker che mi suggerisce sensazioni contrastanti, come di dolcezza mista ad un vago ed indefinito senso di morte. Com’é nato e quali significati si celano dietro ad esso?

Il contrasto in tutte le sue forme, sia fatto di parole, di luci e ombre o di emozioni è da sempre un elemento che esercita un forte ascendente sul mio modo di vedere le cose, trovo molto interessante affiancare emozioni contrastanti perché ne scaturisce un effetto spesso imprevedibile e quindi spontaneo. Questo ragionamento vale anche per Melencolia Estatica; inoltre nella medicina greca l’eccesso della Melé (la bile nera), uno dei quattro umori del corpo, provocava la malinconia, una condizione che se realizzata appieno può portare ad una vera estasi e una forza interiore.

Definite la vostra musica Romantic Black Metal. Vuoi spiegarmi cosa intendi con questa espressione?

Il romanticismo come periodo storico è stato di notevole importanza per la mia cultura artistica, in questo movimento artistico ho trovato notevoli argomenti che ho voluto approfondire e ho trovato molto affascinante le rappresentazioni di precisi stati d’animo come l’isolamento, lo sgomento e la rarefazione spirituale o addirittura il sogno. Per questo credo che Melencolia Estatica contenga la summa di questi elementi e la decadenza degli stessi.

Ho ragione se dico che sono le chitarre le principali artefici dell’elemento “romantico” nel vostro sound con le loro intricate trame melodiche e i loro fraseggi sognanti e colmi di tragico pathos? Ritieni che la melodia costituisca un ingrediente essenziale ed insostituibile del vostro modo di concepire e suonare black metal?

La melodia è l’elemento principale di Melencolia Estatica, è la chiave di lettura di tutte le emozioni che descrivo e il mezzo con cui riesco a descrivere meglio situazioni e luoghi che mi hanno impressionato, anche se non sempre un pezzo nasce necessariamente dalle chitarre. In questa release rappresentano l’elemento principale, creano le atmosfere e le variazioni, seguono passo passo quello che è il concept e lo traducono in musica, preferisco lasciar parlare i suoni piuttosto che le liriche.

A mio avviso l’uso della voce come una sorta di strumento tra gli strumenti, di collante lirico fra i vari pezzi é fondamentale nell’economia delle vostre composizioni. Cosa puoi dirmi a riguardo?

Il risultato che volevo ottenere per la voce è quello che hai descritto tu, volevo che la voce si amalgamasse bene al resto, che non spezzasse il brano e che non si ponesse in maniera troppo brusca nell’intero contesto. Ho dato molta libertà al vocalist proprio perché in linea con il mio modo di pensare e trovo che la sua performance sul disco sia in perfetta linea con il concept dell’album.

Ascoltando il vostro lavoro d’esordio ho avuto la netta impressione che esista un filo conduttore comune a tutte le songs a livello lirico e musicale. Confermi questa mia impressione? Si tratta di un concept?

Ogni periodo della propria vita è diverso man mano che il tempo passa, e come cambia essa cambia anche il modo con cui non riusciamo a rapportarci nella realtà che ci circonda… questo lavoro per me rappresenta un capitolo di un determinato periodo e dalle conseguenze di quest’ultimo, esperienze e soprattutto riflessioni di precise e concrete manifestazioni di isolamento e decadenza, una sorta di viaggio meditativo all’interno di una realtà ormai passata, pertanto credo si possa definire un concept.

Il mood malinconico, disperato e allo stesso tempo evocativo delle vostre songs é dovuto in gran parte ai numerosi cambi d’atmosfera, al sapiente e bilanciato alternarsi di parti violente e feroci in classico stile black con altre più meditative ed introspettive. Cosa mi dici in proposito?

Questo contrasto è sempre stato presente in tutte le mie composizioni e in tutti i miei progetti, sicuramente in esso è riflesso il mio modo di essere in continuo contrasto. Trovo molto interessanti i momenti in cui si raggiunge un climax disperato per poi trasformarsi in momenti di quiete soffocante, come pure la mancanza di equilibrio fra le parti sempre comunque in lotta fra loro.

Che genere di sensazioni ti proponi di suscitare con la tua musica nell’ascoltatore? Per quanto mi riguarda ho avvertito l’impressione delicata ma paurosa di una caduta inarrestabile, una discesa nell’abisso senza fondo…

Non ho la presunzione di voler imprimere una sensazione ben precisa, di sicuro chi è dotato di un particolare tipo di attitudine e sensibilità saprà captare in Melencolia Estatica sensazioni di etereo pessimismo lasciando spazio comunque alla propria libera interpretazione.

Per quale motivo avete scelto di non inserire nel booklet i testi delle songs? Quali argomenti trattano le quattro meditazioni che vanno a comporre il vostro debutto discografico?

I testi sono la trasposizione poetica di quello che la musica esprime a suoni, è un concetto molto semplice ma che calza a pennello nell’insieme di Melencolia Estatica. Ho omesso i titoli volontariamente perché non sempre è facile dare un’interpretazione tangibile a ciò che possono essere intime riflessioni o meditazioni, per cui ho preferito lasciar parlare la musica anziché le parole. Molto spesso le parole vengono male interpretate, cosa che ai suoni non accade.

Qual é stato il processo creativo di questo lavoro? Come componi di solito e quali sono le tue fonti di ispirazione?

Non c’è un metodo preciso, un’idea può nascere da diverse fonti e può essere “abbozzata” in altrettanti modi, può succedere che una canzone prenda forma da un melodia suonata al pianoforte o da un giro di basso, di solito la prima stesura del pezzo rimane pressoché invariata nel tempo o al limite apporto delle piccole modifiche, ma di solito la matrice rimane intatta. Come ho precedentemente detto le mie fonti di ispirazioni sono molteplici, è impossibile prevedere cosa potrà catturare la mia attenzione o la mia sensibilità, mi reputo una persona in continua evoluzione.

Ritengo che il vostro sound sia piuttosto difficilmente catalogabile nell’ambito delle consuete definizioni “giornalistiche” e dotato, benché siate al vostro debutto, di grande personalità. Personalmente ho trovato dei punti di contatto con il feeling aristocratico e notturno sprigionato da gruppi quali Lunar Aurora e, per certi versi, vecchi Emperor. Ritieni che questi paragoni siano proponibili? Ci sono delle bands che ti hanno influenzato in maniera particolare? Quali sono i tuoi ascolti abituali?

Non credo che le band che hai citato abbiano in qualche modo influito nel mio songwriting, sicuramente qualcosa dei miei ascolti passati e non può aver decisamente influito sulla mia scelta musicale e sul feeling, ma mi sento tranquillamente di dirti che non mi sento particolarmente debitrice a qualche gruppo in particolare; ultimamente ascolto gruppi come Ondskapt, Deathspell Omega, Funeral Mist, Watain, Ofermod, esponenti di un genere assai diverso da quello che propongo io sia per contenuti sia per feeling, mentre rimangono sempre presenti gruppi come Isvind, Taake, Kvist.

Il vostro album è stato pubblicato dalla quasi neonata Aeternitas Tenebrarum Music Foundation che ritengo una delle più serie e professionali etichette attualmente presenti sul territorio nazionale. Sei soddisfatta del lavoro di promozione e distribuzione che sta svolgendo? Continuerai in futuro la collaborazione con loro?

Sì, sono molto soddisfatta del lavoro di Aeternitas Tenebrarum Music Foundation, c’è un rapporto di fiducia e rispetto reciproco e questo per me è basilare per svolgere una collaborazione continuativa, quindi posso tranquillamente dirti che la nostra collaborazione sarà tale.

Il cover artwork rappresenta un disegno dai contorni poco chiari, quasi sbiaditi, in perfetta sintonia con la vostra musica, così soffusa e sfuggente. Sei d’accordo con me?

Certamente, da sempre penso che la comunicazione che esprimono il bianco e nero sia nettamente superiore a quella che esprimono i colori, non a caso la fotografia in bianco e nero spesso riesce a far risaltare meglio luci, ombre, caratteristiche di un preciso soggetto che non necessariamente si vedono a occhio nudo, quindi la scelta di quest’ultimo mi è sembrata la migliore.

Sono convinto che la vostra proposta, per il suo disperato intimismo, mal si presti alla resa dal vivo. Confermi questa mia opinione? Ritieni che un determinato tipo di black metal, quello appunto più riflessivo e personale, si adatti poco alla dimensione live?

L’aspetto live rappresenta un punto di riflessione per Melencolia Estatica in quanto ci sono molti fattori a cui bisognerebbe pensare per metterlo in pratica. Personalmente non ne escludo totalmente la possibilità ma mi rendo conto che è molto difficile trovare musicisti session che abbiano una comune linea di pensiero. Solo in presenza di queste condizioni credo che si potrebbe concretizzare questo frangente.

Ho percepito in tutti i vostri pezzi un irresistibile anelito di morte. Come ti rapporti ad essa e ai concetti di solitudine e disperazione? Li vivi come delle “situazioni spirituali” necessariamente negative o, al contrario, come una sorta di passaggi che possano permettere agli individui più sensibili ed intuitivi di raggiungere forme di conoscenza e consapevolezza più profonde rispetto a quelle note ai più?

Il nome stesso Melencolia Estatica è una sintesi di come percepisco determinate sensazioni, mi reputo una persona molto sensibile e ricettiva in questo genere di sensazioni per cui percepisco sempre una “bellezza” ed un lato spiritualmente estetico in determinate situazioni. Credo che molte esperienze, che per molti possono essere negative, siano una chiave per conoscersi meglio, per conoscere quella realtà che spesso non si vede.

Mi piacerebbe conoscere la tua opinione riguardo alla “scena” italiana, underground e non…

In questi ultimi anni secondo me la scena underground ha prodotto delle band veramente interessanti, che hanno fatto salire di molto la qualità della nostra “scena”, personalmente preferisco quelle band che non fanno numerose apparizioni in pubblico e che non si fanno troppa pubblicità ma che lasciano parlare la loro musica.

Cosa dobbiamo aspettarci dai Melencolia Estatica per l’immediato futuro?

Non è da escludere come detto prima qualche data live, sicuramente una prossima release sicuramente più ricercata e curata di questa prima. Posso inoltre dire che l’aspetto grafico della prossima release sarà ancora più ricercato e carico di significati più o meno velati.

Domanda fatidica, ma centrale: cos’é per te il black metal? Come lo vivi? Quali significati gli attribuisci?

La prima cosa a cui ho pensato quando ho letto questa domanda è stata la coerenza, per me molto importante, quindi per me il black metal rappresenta questo, coerenza con le proprie idee, con il proprio modo di essere… Vivo in maniera riservata questa mia “coerenza” come vivo in riservatezza la mia musica.

Bene l’intervista é conclusa. A te l’ultima parola…

Grazie per l’intervista.