Isvind – Gud

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I norvegesi Isvind suonano esattamente quello che ci si potrebbe aspettare dalle coordinate e background di provenienza: old-school black metal. Il quartetto fondato nel 1992 da Goblin (ex-Orcrist) e Arak Draconiiz (ex-Tsjuder), e ora completato da Skævvtroll (live per Sarkom) e Slääbrääch (Pantheon I, live per 1349), ha alle spalle un’attività discografica piuttosto altalenante e passata abbastanza in sordina, sopratutto negli anni del boom della seconda ondata black scandinava. Peccato, perché album come “Dark Waters Stir” (1996) non avevano assolutamente niente da invidiare a ben più illustri colleghi. Rispolverato più recentemente il monicker con “Intet Lever” (2011), gli Isvind paiono aver trovato modo e maniera di esprimere in modo più soddisfacente il loro sound, grazie anche alle potenzialità di diffusione di nuovi media e social, vera valvola di sfogo della scena underground. L’ultima produzione del gruppo si intitola “Gud”, è edita da Folter Records, piccola indie-label che in questo 2015 ha già fatto ben parlare di sé (Vanhelga, Hagl, Corpus Christii, Narbeleth), e manifesta in buona sostanza un’immediata e coinvolgente adesione ai dettami del genere, con precisi riferimenti al riffing thrashy dei vari Celtic Frost e Bathory, opportunamente estremizzati secondo la lezione di primi Immortal e Darkthrone, tanto per fare qualche inevitabile nome illustre. Dei 45 minuti qui presenti molti sono i frangenti validi, come la ritmica “Ordet” e la più melodica e articolata “Tronen”, che assieme alla conclusiva “Spiret”, dimostra come gli Isvind non siano capaci solo di picchiare duro sui loro strumenti, ma anche di creare atmosfere. Ciò nonostante il bilancio generale di “Gud” vira decisamente al versante raw, grazie a una primordiale urgenza espressiva che piace per la sua fresca, anzi glaciale schiettezza. Se siete alla ricerca di un efficace antidoto al torrido caldo estivo potete dunque sicuramente contare sugli Isvind e sul loro sound imbevuto di blizzard e permafrost.