Marduk – Fuck Me Jesus

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“Fuck Me Jesus” rappresenta il demo d’esordio degli svedesi Marduk e si fregia di una delle copertine più esplicite e più ferocemente blasfeme della storia del black metal. Pubblicato nel 1991 – un anno importante per la musica nera, nel quale vide la luce anche il debutto di Burzum – mette in mostra una band per certi versi ancora acerba ma già con le idee estremamente chiare sulla strada da percorrere. La breve intro è costituita da samples tratti dal film “L’Esorcista” (con la protagonista che urla ripetutamente con voce demoniaca: “Let Jesus Fuck You” e “Lick Me” tra grida disumane e rumore di oggetti infranti) e funge da perfetto apripista per “Departure From The Mortals”, pezzo superbo graziato da un breve intermezzo di tastiere, tanto inatteso quanto evocativo. Morgan Håkansson e compagni pestano durissimo, lasciandosi ampiamente influenzare dal thrash più estremo che aveva imperversato nella seconda metà degli anni ottanta (su tutti Slayer, Kreator e Bathory), ma evidenziando fin da subito una certa propensione ad unire velocità infernali con atmosfere sulfuree e maligne melodie, che rappresenterà la peculiare caratteristica della loro produzione fino alla svolta in nome della violenza più oltranzista di “Panzer Division Marduk”. Questi elementi sono ancora più evidenti nelle successive “The Black…” (cavallo di battaglia che ancora oggi il gruppo propone in sede live) e “Within The Abyss”, brani nei quali la brutalità primitiva si alterna efficacemente a momenti più cadenzati ed oscuramente epici, che a loro volta sfociano in rabbiose cascate di blast beats. Il sound è sporco e grezzo come si conviene ma sufficientemente professionale, ricco di riverberi e con il basso ben in evidenza, dal suono pastoso e profondo. Tutte le canzoni qui comprese saranno riproposte nell’album di debutto “Dark Endless”, edito nell’anno successivo, con una registrazione leggermente più levigata. Questo primo vagito della creatura Marduk è un gioiello nero come la pece, forse non fondamentale come altri dischi usciti nello stesso periodo ma comunque testimonianza di un’epoca in cui l’underground scandinavo produceva capolavori a ripetizione. Infernal eternal!