Vmbra Mortis

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Dopo la buona impressione che ci ha fatto il demo d’esordio della band romana degli Vmbra Mortis, andiamo ad approfondire assieme ai diretti interessati le radici sonore e le aspettative future di questa giovane realtà nostrana.

Prima di tutto, come nascono gli Vmbra Mortis e qual’è stato il percorso che ha portato a “Il Respiro Delle Ombre“?

AVE! Qui INVICTVS. Vmbra Mortis ha preso vita ufficialmente nel 2005 e.v., anno in cui io e Adversor abbiamo iniziato a dare una forma concreta a tutte le nostre idee, a livello sia musicale che concettuale, dal momento che siamo stati bloccati a lungo da problemi logistici, che ci hanno impedito di dare la necessaria continuità alle composizioni.

Molti riff e strutture infatti risalgono anche a diversi anni fa (più o meno dal 1998 e.v. in poi) e si sono “accumulati” nel corso degli anni, fino al 2005 e.v., anno in cui abbiamo finalmente iniziato la stesura definitiva dei primi brani completi; processo questo che si protrae tuttora, con la scrittura delle nuove canzoni che contengono anche riff e strutture create anni fa. L’anno scorso abbiamo dato un’accelerazione a tutto il processo, poiché, dopo la nostra prima esperienza dal vivo, ci siamo resi conto che 10 anni per far uscire qualcosa erano davvero troppi: pertanto, abbiamo registrato i pezzi, creato le grafiche del cd, e stampato il tutto, dando vita a “Il respiro delle ombre”, demo-cd che si compone di quattro brani più introduzione.

Ora che il vostro demo d’esordio è uscito da un pò, quali sono le vostre impressioni sulla sua forma finale e quali pensate siano i suoi punti di forza?

A livello prettamente tecnico, siamo abbastanza soddisfatti del lavoro svolto, soprattutto considerato che abbiamo effettuato le registrazioni nel nostro piccolo studio casalingo, e realizzato l’artwork da soli, pertanto la forma finale mi pare abbastanza riuscita, per essere un demo; ma devo anche ammettere che potevamo far meglio qualcosa a livello di mix/master finale, ed altre piccole pecche da maniaci dell’audio……ma alla fine è un demo, e va bene così. I punti di forza del demo sono senz’altro l’atmosfera mortifera e pestilenziale che abbiamo ricreato, nonché il senso di oscurità e odio, uniti ad un’esecuzione diretta e semplice, come pure la produzione generale che mette in mostra un suono grezzo e “vecchio stile”. Infine, credo che anche la varietà compositiva sia un piccolo punto a favore: non ci piace girare troppo solo su una o due soluzioni, cerchiamo sempre di non fossilizzarci sul classico schema strofa-ritornello-strofa, variando la struttura del pezzo con l’inserimento di accelerazioni, rallentamenti, break, etc..

Il black metal da voi suonato è old-school e mortifero, quali sono stati i gruppi che maggiormente vi hanno influenzato durante la stesura del materiale?

Dal momento che i pezzi sono stati composti anche nell’arco di anni, indubbiamente si sente l’influenza dell’ondata di grandi gruppi Black Metal (scandinavi e non) degli anni ’80 / ‘90: Celtic Frost, Venom, Mayhem, Darkthrone, Emperor, Satyricon, primi Marduk (per dirne alcuni) hanno impresso un marchio indelebile sul nostro modo di intendere e comporre il Black Metal.
Ma certamente le basi musicali vanno ricercate anche altrove: io sono cresciuto a “pane e Thrash Metal”, genere certamente non meno nobile del Black, che mi ha influenzato per molti anni e mi ha sicuramente impresso molto, soprattutto a livello di attitudine musicale, ed è quindi imprescindibile la sua influenza a livello compositivo: parlo ovviamente di Slayer, Sodom, etc.

Parlateci del filo concettuale che lega artwork e testi del vostro demo…

L’artwork è stato realizzato interamente da Adversor: in particolare, il disegno in copertina l’ha creato lui ispirandosi ad un’incisione di Alfred Rethel. Nel demo non abbiamo sviluppato un vero e proprio “concept”, ma un certo filo che lega tutto il discorso artwork/testi c’è, ed è riferibile all’oscurità, al nichilismo, e a personali concezioni della Morte, unica grande verità di questo pianeta. In pratica i miei testi rappresentano immagini, sogni e anche visioni riguardo al concetto stesso di morte e al misticismo intrinseco in essa, come anche la distruzione del genere umano e soprattutto di “certe” religioni, che non sono altro che ignobili ed indegne sette provenienti dal deserto. Pertanto con l’immagine in copertina abbiamo voluto rappresentare il profondo disprezzo che proviamo nei confronti dell’umanità come la conosciamo, con la morte unica rimasta che si aggira tra le rovine del mondo.

Essendo romani vivete in una scena ricca di piccole realtà poco legate fra loro. Come vi rapportate alla vostra realtà territoriale?

Chi guarda Roma “da fuori” vede un sacco di gruppi, e si fa chissà quale idea su una scena viva e in fermento; alcuni miei amici non romani si interessano alla situazione di qui, mi chiedono della scena locale, ma in realtà non esiste una vera e propria “scena”, intesa come persone e gruppi che si supportano a vicenda, e che si organizzano per creare qualcosa di duraturo.
Qualcosa ogni tanto si muove, ma è sempre relegato all’iniziativa di pochi singoli, che si organizzano per fare magari qualche serata dal vivo e poco altro: mancano la volontà e i mezzi per una sorta di organizzazione stabile in grado di proporre concerti e promuovere le (poche) realtà valide della capitale, che ci sono, ma che vivono “ghettizzate” in ristretti circoli di amici/parenti/raccomandati e basta.

Quale sarà il prossimo passo degli Vmbra Mortis? Avete già qualche idea per il futuro?

Il prossimo lavoro, in uscita il prossimo autunno, sarà uno split su musicassetta coi Primitivum, valido gruppo underground partenopeo con cui abbiamo anche condiviso il palco l’anno scorso. Lo split uscirà sotto l’egida della “Imperialismo Pagano Produzioni” di Roma, piccola etichetta underground dell’amico Alberto, persona veramente coinvolta in quello che fa, e dedita al culto della musicassetta. Non è da escludere anche qualche altra futura collaborazione con lui.
Inoltre stiamo preparando una cover per un tributo italiano ai Darkthrone, che uscirà grazie a Marco dei The True Endless.
A tal proposito dovremmo fare una o due date dal vivo di supporto all’uscita dei nuovi lavori, nel prossimo autunno/inverno.
Infine, l’anno prossimo sarà dedicato alla stesura e composizione dei nuovi brani, ma non abbiamo idea di come verrà fuori: se in formato demo, EP, CD…vedremo.

Chi fosse interessato ad avere il vostro demo come può contattarvi?

Basta mandare una mail a: info@vmbramortis.it, oppure un messaggio sul nostro myspace, dove chi fosse interessato può anche dare un ascolto a degli estratti del demo (http://www.myspace.com/vmbramortis).
Infine, c’è il nostro sito ufficiale, http://www.vmbramortis.it, anche se è ancora in lavorazione in alcune sue parti.

Bene, le domande sono terminate. Lasciate un ultimo messaggio ai nostri lettori…

Ringraziamo BMIK per l’opportunità concessaci, seguo la webzine praticamente dalla fondazione, e devo dire che è una delle poche realtà che supportano davvero l’underground, e che ne hanno compreso lo spirito. Supportate le realtà italiane underground valide, perché solo lì arde ancora il vero spirito nero del Black Metal: basta con l’esterofilia, in giro c’è chi è benissimo in grado di proporre la propria visione di Black Metal Italico. AVE ATQUE VALE!