Darkestrah / Al-Namrood – Akyr Zaman / Tajer Al Pungia

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In edizione limitata a cinquecento copie, sotto l’egida della canadese Shaytan Productions, etichetta attiva da una decina di anni e specializzata in sonorità influenzate dal folk di matrice mediorientale, esce questo split che vede coinvolte due band dall’approccio piuttosto differente, che declinano in modo diverso il tema black/folk che li accomuna. Ad aprire le danze sono i Darkestrah, gruppo originario del Kyrgyzstan, sulle scene ormai da molto tempo e con alle spalle ben sei lavori sulla lunga distanza, tra i quali l’insuperato ed insuperabile debutto “Sary Oy”, vera gemma della loro discografia. Il pezzo proposto, “Akyr Zaman”, è una lunga suite di oltre dodici minuti di durata, che ruba qualcosa ai primi Borknagar ed è ben bilanciata tra atmosfere sospese da colonna sonora, passaggi colmi di pathos epico e momenti più rarefatti, nei quali fa la sua comparsa anche il suono disperato e malinconico del violino: competenza strumentale, abilità tecnica e consapevolezza dei propri mezzi di certo non mancano, anche se il fascino primitivo ed ancestrale del full length d’esordio resta inarrivabile. È quindi la volta dei sauditi Al-Namrood, duo la cui ultima fatica (“Diaji Al Joor” del 2015) non mi aveva particolarmente entusiasmato. Questa volta il risultato è leggermente migliore: “Tajer Al Punquia”, brano diviso in due parti e cantato interamente in lingua araba, fortunatamente abbandona pretese e velleità black oriented – che a mio parere non appartengono proprio al dna della band – e vira su territori decisamente più pagan-folk metal, risultando tutto sommato godibile e sufficientemente oscuro, grazie anche ad interessanti incursioni tribali ed all’abbondante uso delle clean vocals. Forse i nostri hanno trovato il sentiero che potrebbe permettere loro di esprimersi con maggiore personalità (anche se gruppi come Nile e Melecesh – per citarne due che pescano nello stesso humus concettuale – restano di un livello decisamente superiore). In conclusione: lavoro ascoltabile e con qualche buono spunto, che di sicuro non cambierà i destini dei due gruppi coinvolti.