Buzzum

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Buzzum è una strana e cangiante creatura che da qualche anno si aggira nel sottobosco underground italico, manifestazione fedele della mente e dell’ego del suo poliedrico creatore, quel Porz che molti di voi conosceranno nelle vesti di leader e singer dei Malnàtt. “Fading To Black” è l’ultima incarnazione di questo progetto, un lavoro molto personale ed intimista, di difficile decifrazione, che andiamo a conoscere meglio attraverso le parole del diretto interessato…

È uscito da poco “Fading To Black”, primo album della creatura Buzzum. Quali sono stati finora i riscontri a questo disco? Sei soddisfatto del risultato finale?

Ciao. I riscontri sono pochi per adesso, e la causa probabilmente risiede nel fatto che l’album è uscito solo in formato mp3 e non come disco fisico. Alla domanda se sono soddisfatto del risultato finale direi che può essere solo sì, nel senso che mi sono occupato della musica, della post-produzione e della pubblicazione, quindi non ho dovuto fare i conti con la frustrazione di qualche chitarrista, le improvvisazioni di qualche fonico o con l’incompetenza di qualche produttore discografico.

Da quanto scritto nel booklet e dai titoli delle songs mi pare di capire che questo lavoro sia un concept. Confermi?

Smentisco. Le canzoni sono nate tutte indipendentemente l’una dall’altra e in momenti diversi dal 2004 a oggi. Solo quando le ho avute tutte sott’occhio in una volta ho capito che concettualmente (e cronologicamente) ero andato verso la decostruzione del suono, ma si è trattato di una constatazione più che di un percorso cercato. I titoli hanno una coerenza di fondo poiché sono stati assegnati tutti insieme a disco finito.

In ogni caso quali emozioni/sentimenti/stati d’animo intendevi esprimere in quest’opera? Personalmente ho trovato alcuni passaggi molto “rilassanti”, anche se carichi di un feeling malinconico e grigio…

Più che ad “esprimere” sentimenti, mi sono preoccupato di “imprimerli”: Buzzum è forse l’unico progetto in cui non devo fare i conti con nessuno: né da un punto di vista compositivo (poiché sono solo) né tantomeno da un punto di vista commerciale, poiché gli album non hanno come scopo finale la vendita, quindi è solo un dialogo con me stesso, che saltuariamente mi permetto di sottoporre alle orecchie della gente, ma senza alcuna pretesa. E’ probabile derivino da questa condizione tranquilla i momenti musicali rilassanti/rilassati che hai sentito.

Facciamo un passo indietro e parliamo del demo “Sto Svanendo Ma Nessuno Se Ne Accorge”, uscito ormai qualche anno fa. Come descriveresti quel lavoro? Quali erano allora le tue influenze?

“Sto Svanendo Ma Nessuno Se Ne Accorge” era un album molto teso. Forse avevo l’ansia da prestazione per il fatto che mi imbattevo in un genere musicale totalmente nuovo per me… E forse sapevo che il nome “Buzzum” sarebbe stato colto solo come parodia del ben più noto galeotto nazi, anche se in una certa misura è un omaggio… “Sto Svanendo Ma Nessuno Se Ne Accorge” era un urlo lanciato in un mondo senza orecchie, e per comporlo ero partito da ciò che in precedenza avevano fatto i progetti Burzum e Neptune Towers. Anche se non ci sono citazioni aperte ai suddetti lavori, mentalmente ero rivolto verso di loro. Nessun’altra influenza direi.

Musicalmente il nuovo “Fading To Black” è distante anni luce dal primo demo. Qual è stata l’evoluzione stilistica del progetto in questo lasso di tempo? Definiresti la tua proposta attuale ancora come “ambient”?

Strano… Pensa che per me il secondo album è molto simile al primo! Io la vivo come una naturale evoluzione del sound. Sicuramente “Fading to black” è un disco molto libero e senza limiti: potrei addirittura definirlo “trasversale” perché tocca molti generi musicali senza stravolgerne nessuno. Io lo definisco ancora Dark Ambient perché il mood è oscuro e le canzoni sono tutte abbastanza leggere da essere usate per creare ambienti sonori… Poi lo so che certe cose si possono chiamare Pop, Rock, Gothic, Industrial, Noise, ma onestamente non mi chiedo cosa sto facendo mentre lo faccio: lo faccio e basta, perché il progetto Buzzum prevede che questo sia il modus operandi.

Elettronica, noise, pop sintetico… in che misura spunti provenienti da questi generi hanno pesato nella genesi di “Fading To Black”?

In nessun modo a dire il vero: non ascolto elettronica di nessun tipo; il noise lo concepisco solo come emittente e non come ricevente; il pop sintetico non so cosa sia ma lo deduco dal nome… Spero di non darti una delusione, ma non conosco né ascolto nessuno di quei pelati in giacca e cravatta che appaiono su Ritual…

Illustrami il Web Label Project: motivazioni, intenti, aspettative…

WebLabelProject è un nuovo tipo di etichetta discografica nato dalla collaborazione tra Il Male Production e l’associazione culturale ComBoArt: lo scopo è pubblicare musica solo on-line per limitare (principalmente) l’impatto ambientale e (secondariamente) le spese di produzione. Alla base del WLP c’è l’idea che la musica sia un prodotto culturale che deve circolare liberamente: con il consenso dell’artista gli mp3 vengono regalati e non venduti, nessuno guadagna soldi ma solo visibilità, e nel culo se la prendono contemporaneamente: le etichette discografiche che speculano sulla musica; la Siae e il suo sistema feudale; chi condivide i files senza autorizzazione. Prima ho definito il WLP un nuovo tipo di etichetta, ma in realtà è l’unico modo in cui le etichette discografiche lavoreranno tra qualche anno. Il WLP ha semplicemente anticipato quello che un giorno sarà abituale…

Mi ricollego alla domanda precedente per sviluppare altre due questioni interessanti ed in qualche modo connessse tra loro. Pensi che internet possa costituire uno strumento importante per la diffusione della musica latu sensu “underground” ed in che misura?

Beh la risposta alla precedente domanda direi che copre in parte -se non totalmente- la risposta anche a questa domanda…
Io non sono un utente maniacale di Internet: ho la connessione a 56k e non scarico né condivido files di alcun tipo (a parte il materiale WLP), però mi rendo conto del potenziale -anzi- della potenza di questo mezzo: tecnologicamente stiamo andando verso la creazione del “media-unico” (l’iPhone è un primo tentativo) che ci permetterà di essere connessi alla rete 24 ore al giorno e di avere una Seconda Vita virtuale forse più attiva di quella “principale”. In questo mondo pseudo-democratico molte realtà underground potranno diventare famose e diffondersi come i prodotti mainstream. Censura di stato a parte.

Ed ancora: pensi che la musica “estrema” possa effettivamente considerarsi libera dai condizionamenti del music business?

No assolutamente. Se vuoi una intervista di 17 domande su GrindZone o RockHard la devi pagare. Se vuoi fare un tour serio devi invece pagare un’agenzia. Se metti Stalin in copertina le distro ti boicottano perché nell’ambiente devono girare solo immagini dell’altra sponda. Se vuoi invitare un musicista della scena con un certo nome perché ti interessa la sua collaborazione lui è capace di chiederti centinaia di euro per fare quattro urli sguaiati. Non so se questo è music business, però non mi sembrano fulgidi esempi di “libertà dai condizionamenti…”

Tornando a parlare di “musica suonata”, ti chiedo di dirmi qualche parola sui tuoi vari e numerosi progetti: Malnàtt, Marbas Kult, Satan, Natteporz (ne ho dimenticato qualcuno…?). Ultime e/o prossime uscite, genere proposto, etc…

Brevemente: Malnatt sta componendo con la nuova line-up il materiale che andrà sul nuovo disco che uscirà presumibilmente ad Aprile 2008, il cui titolo provvisorio è “La voce dei morti”. Viste le enormi energie che Malnatt richiede, qualsiasi altro progetto è stato congelato fino all’uscita del disco. A tempo perso sto remixando in chiave noise i pezzi di Perle Per Porci… Non so se uscirà come prodotto di Malnatt o come featuring di Buzzum, di Satan o di Natteporz…

A proposito di Malnàtt, ho un ricordo molto piacevole della data di Crevalcore del 2005, un concerto dall’atmosfera molto “folk”, in tutti i sensi. Rammenti? Ami esibirti dal vivo?

Certo che rammento! Facciamo così pochi concerti che è impossibile per me dimenticarne anche uno solo! Tutte le date allo ScreamBloodyGore di Crevalcore avevano qualcosa di agreste e casereccio, e la partecipazione è sempre stata fenomenale, anche se i suoni sono sempre stati ehm… approssimativi.

Hai sempre avuto un approccio decisamente ironico e dissacrante nei confronti della materia black, ed è anche alla luce di questa considerazione che ti pongo la domanda delle domande: cos’è il black metal per te e come lo vivi?

Il black metal è una movimento musicale giovanile caricato di significati arbitrari dalla stampa e ricaricato di nuovi significati altrettanto arbitrari dai diretti interessati, i quali hanno più o meno involontariamente creato una moda, degli emuli e migliaia di band derivate. Esattamente come il punk, il grunge, l’hip hop… ma con le proprie peculiarità estetiche (nel senso etimologico del termine).

Corollario: ritieni che il black metal possa farsi veicolo di determinate dottrine filosofiche ovvero politiche?

Certo. Qualsiasi forma espressiva e/o artistica può farsi veicolo di contenuti. Il black metal è nato come movimento vuoto di ideologie, era nichilismo allo stato puro prima che Burzum rovinasse tutto dandogli spessore. Dopo di lui è stato impossibile comporre della roba VERAMENTE ignorante, come il black metal DOVREBBE essere… Forse solo Nattefrost e i Darkthrone dell’ultimo periodo stanno interpretando magistralmente il messaggio iniziale.

Corollario numero due: qual è la tua opinione riguardo la scena nostrana? Ci sono personaggi/bands che rispetti o ammiri in modo particolare?

Tra le band esistenti e attive mi piacciono molto i Frostmoon Eclipse perché traspare un’onestà da artigiani nel loro black metal: dimostrano con i loro concerti e con la loro discografia di non aver bisogno di pseudonimi o facepainting per dare spessore a ciò che fanno. A differenza di tanti altri gruppi loro sanno suonare veramente e sanno tenere un palco, inoltre non hanno pose e sono estremamente disponibili. E pensa che dico queste cose senza averli conosciuti e senza aver mai acquistato un loro disco.
Poi non saprei… Ecco, sicuramente Agghiastru (Inchiuvatu, Astimi, etc…) ha tutta la mia stima e la mia ammirazione per la costanza e la convinzione con cui da anni tiene in piedi la Mediterranean Scene.
Per lo più in Italia mi sembra che ci sia una scena di invidiosi senza senso dell’umorismo che prendono troppo sul serio quello che per me è solo una sottospecie di moda. Ma forse sono io a sbagliare.

Ci sono distinzioni tra il personaggio Porz e la persona che sei nella vita quotidiana?

Una volta erano due entità separate che mi hanno creato diversi problemi dal punto di vista sociale. Oggi non ho più tempo per farmi delle seghe mentali perché il lavoro mi ha divorato tutto, anima compresa. Le capacità di scegliere, discriminare, pensare, filosofeggiare, etc… sono lussi che non mi posso più permettere. Un giorno spero di tornare ad avere le forze per uscire dall’ingranaggio e tornare a vivere.

Quali sono i tuoi ascolti abituali in questo periodo? C’è qualche artista (anche non metal) che è riuscito ad emozionarti e che mi consiglieresti?

L’ultimo album dei Neurosis (Given to the rising) mi ha completamente rapito: era moltissimo tempo che non sentivo un disco così intenso, così vivo, così pervaso da feeling distruttivo e contemporaneamente con dei suoni così perfetti e così ben suonato. A proposito di feeling ho scoperto da poco il demo dei novegesi Ljå e devo dire che mi hanno raggelato il sangue. Appena la trovo ad un prezzo accettabile voglio farmi la discografia. Se ti interessa l’hard rock melodico e ruffiano non posso esimermi dal consigliarti “Retox” dei Turbonegro, che trovo geniale sia nelle composizioni che negli arrangiamenti. Un ultimo disco, che ho scoperto ultimante, a 12 anni dalla sua uscita, è “Above” dei Mad Season, una sorta di all-star band composta da membri della scena grunge di Seattle. Veramente triste e malinconico, e neanche troppo grezzo a dire il vero.

L’intervista termina qui. Concludi pure come credi e grazie per disponibilità…

Che dire? Che fare? Credo sia una perversione cercare di fare qualcosa di nuovo in ambito artistico. Ma forse la vera perversione è non togliersi la vita e stare passivi ad aspettare.