Sytry

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I Sytry sono una giovane band trentina che con la pubblicazione del demo omonimo e del full di debutto “Hunger Of Cold Nights” ha saputo attirare su di sé le positive attenzioni di pubblico e stampa specializzata. Andiamo a conoscere più da vicino questa realtà nostrana facendo due chiacchere coi diretti interessati.

Volete brevemente raccontarmi com’é nato il progetto Sytry e con quali finalità?

Il progetto è nato nel settembre del 2004 grazie al chitarrista Lord Sereg ed al cantante Lord Morke. Per circa un anno i due sono andati avanti da soli; poi è entrato a far parte del gruppo il batterista Lord Blastphemer, seguito a breve distanza dal bassista Urizen. A giugno 2006 abbiamo registrato il demo, dapprima autoprodotto in 300 copie, ed in seguito ristampato dalla De Tenebrarum Principio, per la quale nel frattempo avevamo firmato. Il resto è storia d’oggi…

Quali sono le principali differenze e quali invece le affinità tra il vostro demo d’esordio ed il vostro primo lavoro sulla lunga distanza?

Noi non sentiamo grandi differenze tra i due lavori. Grazie all’esperienza del demo abbiamo affinato lo nostre capacità compositive, che sono sfociate in un album più maturo e complesso rispetto al precedente.

Darkthrone, Immortal, Burzum: in che modo questi grandi nomi della scena black norvegese fanno parte del vostro background musicale e costituiscono per voi una fonte d’ispirazione? Quali altre bands citereste tra i vostri numi tutelari?

Indubbiamente le band che hai citato sono state importanti per noi, come molto probabilmente lo sono state per tutte le persone che hanno iniziato ad ascoltare black metal sin dagli anni ’90. Noi tentiamo di portare avanti quello spirito presente in chi ha creato capolavori come “A blaze in the northern sky” o “Aske”. Musicalmente e concettualmente abbiamo però cercato di lasciarci influenzare soprattutto da ciò che ci circonda, dando libero sfogo alle emozioni che proviamo quando siamo nei nostri boschi e montagne, ancor meglio se in un fredda notte invernale di luna piena.

“Hunger Of Cold Nights” é un disco veloce ed intriso di violenza. L’unica parte rallentata é il break centrale di “Total War”. Pensate di sviluppare maggiormente in futuro questa vostra anima “atmosferica” dando più spazio a momenti riflessivi oppure proseguirete con il vostro stile che può ormai definirsi un trademark?

L’unica certezza che possiamo darti è che non vogliamo discostarci troppo dal nostro stile. Nonostante questo, se una parte più lenta e riflessiva legasse bene al concept di qualche canzone, non esiteremo ad usarla. Tutto dipenderà dall’ispirazione del momento…

Entrambi i vostri lavori mi sono sembrati molto ben curati per quanto riguarda la produzione. Godere di una registrazione professionale é un vostro obiettivo in modo da mettere in risalto anche il lato tecnico delle vostre composizioni?

Sì. Quello che vogliamo creare è un compromesso tra un suono pulito e limpido ed un sound più freddo e grezzo tipico del genere. Ed in questo ultimo lavoro pensiamo di aver centrato appieno l’obiettivo.

Dalla vostra area geografica provengono molti gruppi interessanti che si stanno ritagliando il loro spazio nel sottobosco underground (Near, Chelmno, Human Void) ed altri che invece sembrano aver già raggiunto il loro “posto al sole” (Beatrik, Tenebrae In Perpetuum). Vi sentite parte di questa scena? Pensate che sia integrata con il resto della scena italiana o invece costituisca una sorta di eccezione a sé stante?

Essendo fortemente legati al Trentino, ci sentiamo parte della scena. L’eccezionalità la crea il nostro territorio del tutto unico. Ciò non toglie che nel resto d’Italia non si possa creare del puro e “sano” black metal.

In quale misura pensate che la natura ed il paesaggio della vostra regione influenzi il vostro modo di comporre musica?

Come hai notato nelle nostre risposte precedenti, la natura ed il paesaggio incontaminato sono la nostra unica fonte d’ispirazione, quindi ci influenzano totalmente!

Cosa rappresenta per voi il “black metal” e come lo vivete nella vita quotidiana?

Per noi il black metal è il modo più adatto per esprimere i nostri sentimenti. Essendo nato come genere musicale senza compromessi, esso ci permette di dare libero sfogo alle nostre idee ed emozioni, lasciandole pressoché immutate. Al di fuori della musica ognuno lo vive a modo suo.

I Sytry si sono già esibiti dal vivo? Se no, avete intenzione di farlo?

Ci siamo esibiti una volta nel 2006, e dopo di allora non abbiamo più suonato dal vivo. Può essere che in futuro capiterà di vederci ancora sul palco, ma questa non è una nostra priorità.

Quali sono i vostri progetti per l’immediato futuro?

Al momento stiamo lavorando al prossimo full length, del quale abbiamo pronte tre canzoni. Cerchiamo di andare avanti con altre composizioni e di completare il prima possibile il nuovo album.

Come di consueto lascio a voi concludere l’intervista come desiderate ringraziandovi per la disponibilità.

Grazie dello spazio concessoci e continuate a supportare l’underground black metal italiano. Hail to whole world!! We honour the war!!!