Ad Noctum – Arrogance

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“Arrogance” é l’ultimo lavoro dei danesi Ad Noctum, dato che risultano ufficialmente sciolti, e, almeno per il sottoscritto, rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto al già comunque valido predecessore “Jus Primae Noctis/Excellence Of Supremacy”, uscito nel 2004. L’intervallo di quattro anni dalla pubblicazione dell’ultimo full sembra aver giovato al combo danese, dato che “Arrogance” è sotto molti punti di vista un signor album, dotato in primis di una produzione eccelsa, decisamente potente e cristallina, capace di mettere in luce ogni singola sfumatura del terribile e implacabile muro sonoro costruito dai nostri. Nonostante la pulizia dei suoni l’album mantiene quell’aura “necro” tanto cara al genere, e punta decisamente sull’impatto e sulla velocità. Ed ecco che le prime tre tracce scorrono via veloci tra un riffing nervoso e violento, una sezione ritmica indiavolata e urla malvagie, difettando di certo in originalità, ma riuscendo più che bene nell’intento di annichilire l’ascoltatore, che viene travolto da questa colata di perfido magma. Per lo meno fino al riff iniziale dal sapore malinconico e depressivo di “World Of Pity”, song certamente più varia e dinamica rispetto alle precedenti, capace di alternare con maestria parti violente a soluzioni più atmosferiche dal mood macabro e infernale, sostenuta adeguatamente da una prestazione vocale sopra le righe, carica di pathos, varia e molto espressiva; in poche parole una delle perle dell’intero lavoro. Si torna a picchiare duro con la successiva “Inhale The Great Corruption”, la quale, con le sue melodie luciferine che ricordano i migliori Watain, ci accompagna all’episodio più “sperimentale” di “Arrogance”: “Life’s Ending”. Il riffing, fino ad ora rabbioso e cruento, qui si lascia andare in una nenia tetra e dal sapore doom, tra lenti e pochi accordi suonati in successione a malinconici arpeggi, per poi sfociare a sorpresa in un finale veloce e trascinante. La successiva “Wheelchair Religion” risulta un episodio senza infamia e senza lode, mentre alla conclusiva e lunga “Modtag Skyggen” spetta di diritto il trono come miglior pezzo mai scritto dal gruppo. Decisamente brutale e “in your face” per quasi tutta la sua durata, finisce poi per divenire un pezzo magistrale nella parte finale, dove viene alternato, sempre a velocità sostenute, specie per quanto riguarda la doppia cassa, un diabolico arpeggio degno dei migliori Forgotten Woods, ad un palm muting roccioso e robusto, figlio del death metal più scarno ed old-school, ricreando un atmosfera lugubre e malsana, ma anche particolare, che riesce già dal primo ascolto a catturare positivamente l’attenzione. Il brano poi sfocia in un finale dal sapore ambient, in cui vari rumori tra cui fuoco e fiamme, vengono musicati in maniera magistrale dalla celeberrima e magnifica marcia funebre di Chopin; e mai finale fu più adatto. Concludendo: certamente non un capolavoro, ma un buon collezionista di black metal non dovrebbe lasciarsi scappare questo album, onesto, cattivo e addirittura sorprendente in alcuni suoi frangenti.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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ad-noctum-arroganceTRACKLIST <br> 1. Arrogance; 2. Decessity Of Slavery; 3. Deathcramps Of Humanity; 4. World Of Pity; 5. Inhale The Great Corruption; 6. Life's Ending; 7. Wheelchair Religion; 8. Modtag Skyggen <br> DURATA: 44 min. <br> ETICHETTA: Undercover Records <br> ANNO: 2008