Ecnephias – Haereticus

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Nuovo lavoro in casa Ecnephias e nuova affascinante evoluzione musicale dopo il criptico e plumbeo “Dominium Noctis”. Mancan, cantante, chitarrista e leader indiscusso della band, questa volta è ben coadiuvato da Sicarius Inferni alle tastiere e al piano, Toru al basso e Antonio Donadeo (già nei Vital Remains) alla batteria. Il combo lucano prosegue il discorso iniziato con il lavoro precedente, proponendo un’oscura miscela a base di death metal, doom e black metal sinfonico, con l’aggiunta di numerosi e sinistri cori gregoriani, che conferiscono al disco un’aura mistica, sacrale e blasfema ad un tempo. È proprio questo l’elemento di maggior novità del disco: i cori fanno infatti la loro comparsa nell’intro ed anche nel corpo delle songs, ben interpretati da Mancan, che dimostra di possedere un’ugola alquanto versatile, in grado di passare con disinvoltura da clean vocals impostate e teatrali al più classico cantato in growling-screaming. Nella conclusiva “Ave Maestro” Mancan è affiancato dalla soprano Lilith, ed insieme danno vita ad un duetto carico di atmosfere macabre, che rappresenta l’episodio più suggestivo di questo ep. In diverse tracce è possibile individuare reminiscenze provenienti dai Moonspell di “Wolfheart”, specie quando i nostri spingono sull’accelleratore, dando libero sfogo alla loro anima più autenticamente black. In altri passaggi (è il caso della poderosa “Hills On A Desert”) si avvertono invece influenze provenienti addirittura dagli Hypocrisy più rocciosi e introspettivi. Senza timore di fare paragoni azzardati, descriverei questo disco come l’ideale punto di incontro tra i Celtic Frost di “Into The Pandemonium”, gli Enid di “Seelenspiegel” e, almeno a livello di feeling, i Daemonia di Claudio Simonetti. Se amate il metal estremo che non disdegna puntate in territori avantgarde e sperimentali, date tranquillamente un ascolto a questo lavoro degli Ecnephias e troverete pane per i vostri denti.