Treblinka – Severe Abominations

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È breve ma a suo modo significativa la storia degli svedesi Treblinka, prima incarnazione dei ben più noti Tiamat, che muoveva i suoi passi nel sottobosco underground nella seconda metà degli anni ottanta. La mente pensante e principale compositore del gruppo, che vide diversi cambi di line up, era il chitarrista/cantante Lucifer Hellsluaghter. I nostri pubblicarono un paio di demo (“Crawling In Vomits” e “The Sign Of The Pentagram”), entrambi rilasciati nel 1989 e, nello stesso anno, l’ep in formato 7” oggetto della presente recensione. Fu successivamente registrato il materiale che sarebbe dovuto finire sul disco di debutto, “Sumerian Cry”, che fu effettivamente pubblicato nel 1990 sotto il nome Tiamat, progetto che approdò poi a lidi musicali del tutto differenti: ma questa, come si suol dire, è un’altra storia. “Severe Abomination” è un piccolo classico del death/black primitivo di cui in quel periodo si facevano fieri portavoce bands come Mayhem, Morbid e Old Funeral. Come i gruppi citati anche i Treblinka tentavano di portare alle estreme conseguenze il discorso musicale intrapreso qualche tempo prima dai vari Hellhammer, Celtic Frost, Venom e Bathory. La musica dei nostri è particolarmente caotica e violenta, con momenti di pura brutalità che richiamano alla mente Possessed, Sarcofago e primi Sepultura, e sprazzi thrasheggianti sulla scia di Sodom e Slayer; alla cacofonia primordiale la band unisce un certo gusto per il riffing accattivante ed in qualche misura “orecchiabile”, pur prediligendo senza compromessi atmosfere cariche di marcio putridume. Anche i Treblinka diedero quindi il loro contributo alla nascita del proto black metal, grazie ad una combinazione per i tempi originale e devastante graziata da suoni lerci e grezzissimi, e si ritagliarono il loro spazio nella storia. Un gioiellino da recuperare e conservare, per ricordarsi da dove tutto ebbe inizio.