Tenebrae In Perpetuum

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Ciao, innanzitutto grazie per la disponibilità. Per iniziare vorrei che tu spendessi alcune parole sulla vostra proposta, penso che il modo migliore per presentare una band sia quello di parlare della mera musica.

Potrei descrivere la musica dei Tenebrae In Perpetuum come Black metal oscuro, violento e mistico.

Vorrei parlare del primo full che avete rilasciato, “Onori Funebri Rituali” è un disco di canonico e brutale Black Metal, condito da qualche tocco personale e da un riffing molto brillante. A qualche anno dalla sua uscita come vedi oggi questo album?

Personalmente sono ancora molto soddisfatto del risultato finale di quell’album, così come sono soddisfatto di tutto quanto fatto dai T.I.P., dal demo ad oggi. Spesso mi capita di leggere commenti estremamente positivi sul nostro debut e so che è considerato un album “speciale” da diverse persone.

Rimanendo sempre in ambito strettamente musicale, “Onori Funebri Rituali”, a livello di full, è stato seguito dal recente “Antico Misticismo“. Personalmente ho notato un song-writing ancora minimale ma maggiormente ricercato ed una maggiore violenza globale. Tu cosa ne pensi? Parlaci un pò di questo “Antico Misticismo”.

“Antico misticismo” è ancora un album in puro stile “Tenebrae In Perpetuum” ed è la naturale prosecuzione di “Onori Funebri Rituali”, il quale, a sua volta, è l’evoluzione del 7” del 2002 e del demo del 2001. Dal demo “The Black Flame’s Age” ad oggi ci siamo leggermente ma costantemente evoluti sviluppando il riffing e le strutture delle nostre song e questo credo sia abbastanza normale. L’ultimo album ha parti sicuramente più veloci rispetto al primo ma possiede anche parti lente che definirei ancora più “doom” e mistiche. Credo che sia una specie di estremizzazione del precedente, in tutti i sensi.

Per terminare questa serie di domande sulla vostra discografia vorrei sapere come è venuta fuori l’idea di realizzare il valido split con gli Horna.

Nell’estate del 2004 Shatraug mi ha contattato complimentandosi con noi per aver realizzato “Onori…” e proponendomi uno split 7”, che in principio sarebbe dovuto uscire per la Grievantee prod (etichetta di proprietà dello stesso leader degli Horna) e che successivamente è stato ceduto alla francese Debemur Morti prod. che attualmente risulta essere anche la nostra label ufficiale.

Penso che una delle caratteristiche più interessanti dei Tenebrae In Perpetuum sia l’utilizzo della lingua italiana. Non ti chiedo il perchè di questa scelta visto che è comprensibile, piuttosto sono curioso di sapere da dove prendi l’ispirazione per i testi…

L’ispirazione viene semplicemente da dentro di me, dai miei pensieri, visioni, sogni e che ovviamente sono influenzati da quello che mi circonda, il posto in cui vivo, quello che vedo, sento, ascolto, dai miei stati d’animo che sono influenzati da ciò che mi accade, nel bene e nel male.

Qual’è il ruolo di Vidharr nella band? Oltre a suonare la batteria partecipa alla stesura dei pezzi?

Vidharr ha ormai un ruolo fisso e importante all’interno dei T.I.P. anche se non interviene nel processo compositivo, limitandosi alla rifinitura delle parti di batteria.

L’evoluzione stilistica del gruppo è presente anche se poco percettibile, cosa ci dobbiamo aspettare dal prossimo disco? Come pensi che si evolverà il vostro sound?

I T.I.P. non sono nati per evolvere o per suonare altri tipi di musica che non sia puro e mistico Black Metal. Non ho ancora scritto praticamente niente per il prossimo album ma non credo ci saranno grosse novità anche se qualche piccola variazione ci sarà inevitabilmente.

So che le due band sono progetti separati con diverse caratteristiche ma personalmente credo che i Tenebrae In Perpetuum si siano distaccati da “Journey Through The End Of Life“. Mi spiego meglio, a me è sembrato che da quella proposta i Beatrik siano andati verso un’esasperazione della vena depressive, mentre i T.I.P. abbiano sviluppato le sfuriate più violente e cariche di odio. Che ne pensi?

Non credo che i T.I.P. siano mai stati musicalmente così vicini al debut dei Beatrik. Per quel che mi riguarda sono due album assolutamente diversi sotto tutti i punti di vista come il tipo di riff, le atmosfere create, il sound, ecc. Non so come le altre persone vedano le due band ma per quel che mi riguarda le due sono entità con una propria autonomia, sia concettuale che musicale. I T.I.P. avevano già il proprio sound ben prima della realizzazione di “Journey…” e tale sound è lo stesso anche oggi, se pur sviluppato ed estremizzato. Al contrario, i Beatrìk sono sempre stati protagonisti di un continuo cambiamento e sviluppo, che non è mai stato influenzato dall’altra band. In ogni caso, allo stato attuale delle cose, non c’è dubbio che i Beatrìk rappresentino meglio la depressione e la tristezza mentre i T.I.P. sono più legati a odio e oscurità, pur avendo un elemento in comune come la disperazione.

Ho visto che il gruppo è particolarmente distaccato dall’ambiente esterno. Sia per quanto riguarda la mancanza del sito che per l’assenza di esibizioni live. Immagino che questa riservatezza sia una cosa voluta, come mai hai deciso di intraprendere una strada del genere?

Per quel che riguarda i concerti, ho sempre sostenuto che non fossero adatti per una Black Metal band come la nostra, anche se ci è mancato poco che accettassimo la proposta di fare una serie di date molto interessanti. Non abbiamo sito-web perché non ritengo sia necessario, anche per il fatto che non siamo soliti pubblicare i testi, non siamo interessati a diffondere la nostra musica via internet e, per scelta, non abbiamo foto. Sarebbe un sito abbastanza spoglio… Ognuna delle cose che preferisco non diffondere e non intraprendere ha una sua precisa ragione. Non voglio attirare l’attenzione sui T.I.P. attraverso foto “estreme” o “provocatorie” come molti fanno per mascherare la pochezza della proposta musicale e non credo al divertimento all’interno di questo genere musicale, questo per quel che riguarda i live-show. Credo invece che un certo isolamento sia necessario.

La scena italiana, nel bene e nel male, è in movimento. Ci sono alcune realtà valide e molte altre pessime, quali pensi siano i punti di forza del Black Metal nel nostro paese? C’è un qualcosa da cui poter partire per sviluppare una scena valida?

Non so, non credo che ci siano dei tratti comuni che possano caratterizzare il Black Metal delle band italiane e non credo neanche che ci sia una collaborazione sufficiente da riuscire circoscrivere una scena. A me sembra invece che ci siano tante piccole “scene”, più o meno buone. Indubbiamente in Italia negli ultimi anni sono uscite diverse band competitive anche a livello internazionale e che si sono guadagnate un po’ di meritata stima all’estero. Purtroppo a livello internazionale gli italiani, come popolo, non sono visti molto bene ed è questo uno dei motivi per cui troviamo più ostacoli di altri, al contrario degli scandinavi, per esempio.

Nella proposta dei T.I.P. notiamo una certa fusione tra la violenza, l’odio ed una sfumatura più mistica e contemplativa. Possiamo sintetizzare la prima caratteristica con i momenti più veloci e ferali e la seconda con quelli più cadenzati, oppure con le parti più atmosferiche e ricche di inserti. Che ne pensi?

E’ abbastanza normale che le parti veloci suscitino violenza e brutalità mentre quelle lente evochino misticismo e contemplazione ma probabilmente queste due ultime sensazioni riescono a pervadere un po’ tutta la musica dei T.I.P. soprattutto grazie al sound.

Anche i T.I.P. hanno una certa venatura un pò malinconica, questa è sicuramente una caratteristica interessante. Quale pensi sia il punto di forza che vi contraddistingue dalle tante realtà odierne che riprendono sonorità molto classiche per il Black?

Gli elementi che permettono di dire se una band è buona oppure no non sono molti. Credo che il punto forte dei T.I.P. sia il sound che definirei freddo, “apocalittico” e mistico. Oltre a questo sono convinto che la nostra musica sia minimale ma mai banale e questo lo ritengo molto importante. Spero che anche chi ascolta i nostri lavori sia d’accordo con me.

Come intendi tu il Black Metal?

Come uno stile di vita e un modo di pensare che va al di là del banale vestirsi in una certa maniera e dell’ostentare la propria appartenenza a questo ambiente per sembrare più “fighi” agli occhi della gente “normale” o delle ragazzine. Per me il Black Metal è isolamento, contemplazione, misticismo.

Le domande sono terminate, penso che i nostri lettori saranno interessati a questi vostri punti di vista. Non mi resta che farvi un “in bocca al lupo” per il futuro! Sperando che le tenebre possano rimanere sempre trionfanti. Se volete lasciare un contatto o un messaggio fate pure.

Ti saluto e ti ringrazio per il supporto.