Imago Mortis

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Gli Imago Mortis rappresentano le band che hanno lasciato il segno durante l’anno appena trascorso. La loro attività interpreta a 360° l’essenza del Black che sa anche tuffarsi nell’arcano. Black Metal Ist Krieg ha ascoltato la band bergamasca per fare luce sul loro cammino nelle tenebre…

Gli Imago Mortis sono nati nel lontano 1994 ma solo nel 2006 è stato rilasciato il vostro primo full-length “Una Foresta Dimenticata”. Cosa rappresenta per voi questo esordio discografico?

“Una Foresta Dimenticata” fu l’esito di ataviche composizioni e reminiscenze, il gelido manto dell’inverno che soffia su corpi abbandonati ed isolati ad una morte pure e semplice… una serie di racconti da narrare durante le lunghe notti d’inverno, visoni provenienti dall’oltretomba…

Non ho potuto ascoltare i vostri vecchi demo, diteci gli aspetti più significativi legati a queste vostre uscite più datate. Vi sentite legati ancora al vostro vecchio sound?

Sfogliaando il Grimorio scritto sin ora, la Congregazione ha composto quattro capitoli dimostrativi: A.D. 1998 “Malleus Maleficarum”, A.D. 1999 “Danza Macabra”, A.D. 2000 “Daemoni Vivunt” e nell’ A.D. 2001 “Mors Triumphalis”. Questi rituali si trovano indissolubilmente legati alla nostra storia e al nostro destino, la mia anima inoltre ne fu coinvolta in prima persona, ed oggi questo alchemico anello di congiunzione lo conduco con i Novizi Iniziati, affinché ciò che fu deciso continui notte dopo notte per lungo tempo. Oggi siamo la testimonianza terrena di ciò che fu intrapreso e rispetteremo questo patto sino alla fine.

Il nuovo “Ars Obscura” quali svolte stilistiche ha riportato secondo il vostro parere rispetto al vostro recente passato?

“Ars Obscura” è un lungo percorso di studio e riflessione perdurato per diverse lune. Ogni elemento è stato assemblato sapientemente affinché l’Opera Arcana si compisse. Il grande mutamento consiste in ciò, pazienza, sapienza e nero splendore.

Gli Imago Mortis sono legati ad atmosfere orrorifiche per quanto riguarda i testi e l’estetica della band, cosa vi ispira in particolare in tal senso? C’è un filo conduttore che lega l’intero album “Ars Obscura” o si tratta di episodi indipendenti?

La nostra essenza umana e bagaglio culturale provengono da realtà rurali ed arcaiche del territorio prealpino, le Orobie, in cui il mondo dell’invisibile è indissolubilmente legato alle popolazioni autoctone di stirpe celtica e longobarda. “Ars Obscura” rientra più semplicemente in questa nera architettura. Il macabro è un particolare di un ben più ampio cosmo ancestrale. La morte o il Memento Mori dell’esistenza sono parte stessa di questa nostra stirpe ed espressività.

La scelta di alcuni riferimenti anche dialettali della vostra terra di appartenenza vi contraddistingue nel brano “Cassa Mórta”. Da cosa nasce la necessità di questa scelta?

Il Bergamasco lo utilizziamo frequentemente nella nostra vita terrena e quotidiana, omaggiare il nostro senso di appartenenza ed identità nell’era del globale è una sfida sprezzante contro il sistema degli uguali ed il meticciato culturale che i mondialisti vogliono imporci. L’identità per noi è importante. Difenderla un dovere. Si deve essere uomini ora!

Vi vedremo suonare dal vivo a breve? Vi ritenete una band da studio o una live band?

La nostra attività live è abbastanza frequente, ci siamo recentemente esibiti a Bergamo con i nostri conterranei Mefitic ed i francesi Celestia, e in provincia di Varese con The True Endless e Natassievila. Ci esibiremo il 27 di marzo sempre qui a Bergamo al Ryan Pub con i Tumulus Anmatus, il 10 di aprile a Milano di supporto ai Negura Bunget al Club 71, mentre il 29 maggio al Black Lake III in compagnia di Satanic Warmaster, Behexen, Darkened Nocturn Slaughtercult, inoltre altre esibizioni stanno prendendo forma. Ritengo la nostra Congregazione come una realtà ambivalente e ben equilibrata tra esperienza da studio ed esibizione. Chi ha avuto modo di vedere una nostra esibizione ne è rimasto soddisfatto.

I prossimi progetti della band quali sono?

Nei prossimi mesi ci concentreremo a comporre e riflettere sul successore di “Ars Obscura” inoltre continueremo l’opera di promozione del lavoro corrente.

Bene, le domande sono terminate. Vi lascio spazio per lasciare un messaggio ai nostri lettori.

Ringraziamo per lo spazio concessoci, lascio ai viandanti le nostre tracce terrene… Taceant Colloquia. Effugiat Risus. Hic Locus Est Ubi Mors Gaudet Succurrere Vitae.