Vidharr – Cryo

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“This cd contains music that is not suitable for the ears of close-minded people”: questo è il “minaccioso” avvertimento che campeggia sul retro copertina di “Cryo”, secondo album per i romani Vidharr, band molto attiva e piuttosto nota in ambito underground, già autrice nel 2009 dell’interessante debutto “Eclipse”, edito da Helvete.Ru. Ed in effetti siamo di fronte ad un lavoro ambizioso e ben lontano dai consueti stereotipi, che tenta – a mio giudizio con grande successo – di far coesistere in un unicum armonico generi assai distanti tra loro. Molte sono infatti le influenze riscontrabili nei brani di questo disco, che seguono però un loro percorso per nulla forzato, sviluppandosi in maniera del tutto naturale. La struttura portante posa su di un riffing dal suono grasso e pastoso, che da un lato richiama stilemi di matrice vagamente depressive e dall’altro deborda ampiamente in territori doom/sludge, con pachidermici squarci che omaggiano ora gli Eyehategod (la cover conclusiva non è affatto casuale), ora i Corrosion Of Conformity, ora i Down, ora gli imprescindibili Black Sabbath. Ascoltare per credere l’opener “Void”, suite in perfetto equilibrio tra black metal minimale lento e cadenzato e pesantissimi rigurgiti southern metal, che procede inesorabile e nera come la pece, trascinandosi lungo i suoi sette fangosi minuti di durata. Gli altri pezzi rispettano in linea di massima le medesime coordinate stilistiche, presentando tuttavia ulteriori e spiazzanti elementi di diversificazione: arpeggi melodici colmi di tristezza e malinconia; brevi lampi gotici accompagnati da una suadente voce femminile, che ricordano in qualche modo i Dark Tranquillity di “The Gallery”; chitarre granitiche che tessono trame groovy e dannatamente rock oriented, seguendo la lezione degli ultimi Satyricon. Ciò che sorprende è la maturità compositiva dimostrata dal gruppo nostrano, che unisce queste molteplici e contrastanti suggestioni senza procedere ad un mero accumulo ma dando invece corpo ad un insieme istintivamente omogeneo, che risulta in fin dei conti lineare ed addirittura orecchiabile. Personalmente ritengo “Cryo” una delle uscite più coraggiose di questi ultimi mesi, capace di coniugare in episodi compatti e solidi mondi musicali all’apparenza inconciliabili, in parte sulla scorta di sperimentazioni già provate da altri, ma con esiti decisamente convincenti.

REVIEW OVERVIEW
Voto
75 %
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vidharr-cryoTRACKLIST <br> 1. Void; 2. Rust; 3. Cryo; 4. Bolide; 5. Bacteria; 6. Processed; 7. Blank (Eyehategod cover) <br> DURATA: 46 min. <br> ETICHETTA: Maa Productions <br> ANNO: 2013