Fleŝŝ – Frenzied Bloodlust Underneath A Black Moon

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Oscurissima realtà proveniente dai più reconditi anfratti dell’underground canadese, Fleŝŝ è una one man band dietro la quale si cela il mastermind One Entity, personaggio che tiene a conservare il proprio anonimato e del quale infatti non si sa proprio nulla, se non che è coinvolto in altri progetti altrettanto misteriosi come Baŝmu, Chaoist, Drenglyndr e Girtablullû, tutti molto attivi e dediti ad un black metal “true and raw” nelle varie possibili sfaccettature del genere. Non sfugge alla regola neppure questo progetto, che ha esordito nel 2017 con la demo “Volume I”, per poi dare alle stampe il presente full length di debutto l’anno successivo, in formato tape via Malum Arcana, a sua volta seguito da un paio di split in compagnia di Lampir e Vanatur, usciti anch’essi nel 2018, ovviamente in edizione limitatissima. L’etichetta spagnola Lunar Apparitions ristampa ora in formato cd e in elegante versione digipack A5 (edizione limitata a cento copie) “Frenzied Bloodlust Underneath A Black Moon”, che è un bel viaggio nel marciume e negli angoli più ammuffiti del black anni novanta, quando prodotti di questo tipo uscivano in gran quantità (quantità alla quale, allora come oggi, non corrispondeva una pari qualità, anche se ai tempi c’era l’effetto novità, che oggi naturalmente è venuto meno, con la conseguenza che si assiste alla pubblicazione di una miriade di lavori in ciclostile e scarsamente personali). Fondamentalmente Fleŝŝ si muove ossessivamente nei territori brumosi e indefiniti a cavallo tra black metal atmosferico e ambient minimale, con un concept che sembra evocare antichi e sanguinari rituali stregonici: insomma quelle cose losche e orrorifiche che piacciono tanto ai cultori di questo genere di sonorità.

E tra rumori flebili, vento che ulula, pioggia che scroscia, rintocchi di campana a morto, arpeggi dissonanti, vortici di riff ultra zanzarosi, criptici ed ipnotici come si conviene, e vocals lontane e cariche di eco sinistre, è impossibile non tornare con la mente a gruppi come Countess o i più oscuri Yamatu, ma anche ai più noti Black Funeral e Burzum.

Benché la creatura Fleŝŝ non introduca particolari novità o colpi di genio, la tensione che si respira durante l’ascolto è palpabile e l’alternanza tra momenti puramente ambientali, stacchi cadenzati e colmi di sofferenza e sfuriate di puro black metal, si può dire piuttosto riuscita, anche se in sostanza viene ripetuta ad libitum, applicando semplicemente la tecnica dell’accumulo, per tutta la durata del disco, nel corso di due canzoni che superano entrambe i dieci minuti. “Frenzied Bloodlust Underneath A Black Moon” resta comunque un discreto esperimento, reso ancora più affascinante e spettrale da un sound decisamente primitivo e da una registrazione assolutamente vintage, tanto che sembra davvero di ascoltare un vecchio e semidistrutto 78 giri su un grammofono dalla puntina impolverata e danneggiata. Se volete farvi avvolgere e completamente catturare da emozioni grigie e cupe ed amate il black metal più semplice e lineare, capace di ricreare quel feeling familiare dei tempi che furono, questo lavoro potrebbe fare davvero al caso vostro.