Frozen Dawn – The Decline Of The Enlightened Gods

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Se bastassero la tecnica e un’ottima produzione, a un disco così si potrebbe dare velocemente un “80” senza battere ciglio. Sulla scena da ormai circa quindici anni, il combo madrileno ha fatto passi da gigante e, rispetto all’ultimo disco in studio, ora abbiamo a che fare con una band matura e coesa, che ben poco avrebbe a che fare con il mondo underground, se non fosse per la proposta estrema. Con difficoltà si riesce a credere che questi tre bifolchi arrivano dalla penisola iberica perché il loro sound è fermamente ancorato alle tipiche radici svedesi, tra melodia, tristezza, malinconia e tanta cattiveria, come veri discepoli di Dissection e Necrophobic, sulla scia di nomi più recenti come Netherbird, Vorga e The Spirit. Non dei cloni ma di sicuro molto derivativi, i Frozen Dawn per cinquanta minuti ci allietano con sonorità che riescono a farci immergere in atmosfere raffinate ma decadenti, come un ballo nobiliare in una villa signorile con gli ospiti in decomposizione, un qualcosa di lucente ma mai dirompente, assopito ma mai domo. Se vi piace almeno un solo disco delle band sopra citate i Frozen Dawn fanno al caso vostro e questo è un lavoro ben costruito, privo di sbavature, con tante idee prese in prestito un po’ qua e un po’ là, rimanendo in quella comfort zone ben delineata senza mai andare oltre, senza osare più di tanto.

Se da una parte la band rinuncia a spingersi oltre confini ben delineati per tutta la durata del disco, di sicuro non possiamo dire che lesini sfoggio di tecnica o buon gusto a livello di songwriting e arrangiamenti, risultando da questo punto di vista praticamente perfetta. Ma cosa c’è che non convince del tutto in “The Decline Of The Enlightened Gods”? Forse nulla, ascoltare un disco simile è per certi versi un piacere e, se la prima parte del lavoro non è propriamente memorabile, infarcita com’è di copia incolla dei ben noti clichés del classico blackened/death scandinavo, è quando si arriva a pezzi come “Frozen Kings”, “Wanderer Of Times”, “Oath Of Forgotten Past” o la violenta “Cosmic Black Chaos” che la band riesce a tirare fuori il meglio di sé tra melodie, violenza, oscurità e tecnica in un connubio indissolubile e affilato, grazie a buoni riff che non cadono nel turbine del già sentito, effetto che aleggia spesso e volentieri sul disco.

I Frozen Dawn si dimostrano una band con le idee chiare, che sa dove vuole andare a parare; gli spagnoli hanno capito cosa sono bravi a suonare e lo fanno senza nascondersi, puntando sulla lezione della vecchia scuola nordica, sempre piacevole ed efficace, capace per l’ennesima volta di farci agitare la testa e alzare le corna al cielo. Ad essere pignoli forse uno o due pezzi più cadenzati, dal fare epico e fiero, avrebbero contribuito alla varietà che latita ma in fondo “The Decline Of The Enlightened Gods” è un disco che da quello che deve dare, “perfetto” sotto tutti i punti di vista ma ampiamente derivativo (non per forza un male). La band è consapevole dei propri mezzi ma, imbrigliata nel suo stile, non riesce a fare il “salto”, rimanendo in quel limbo di ottime band che, se avessero un pizzico di personalità in più, avrebbero tutte le carte in regola per guardare al proprio business con più ampi orizzonti. Tenaci.

REVIEW OVERVIEW
Voto
70 %
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frozen-dawn-the-decline-of-the-enlightened-godsTRACKLIST <br> 1. Mystic Fires Of Dark Allegiance; 2. Spellbound; 3. Black Reign Awaits; 4. Frozen Kings; 5. Wanderer Of Times; 6. Oath Of Forgotten Past; 7. Cosmic Black Chaos; 8. The Decline Of The Enlightened Gods; 9. The Fall Of Aeons; 10. Blinded By Light, Enlightened By Darkness (Necrophobic cover) <br> DURATA: 50 min. <br> ETICHETTA: Transcending Obscurity Records <br> ANNO: 2023