Finngalkn – Horns Against Heaven

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Ottimo esordio per questo trio proveniente dall’Islanda, terra non particolarmente prolifica in ambito black metal, se si esclude qualche rara e lodevole eccezione (Potentiam su tutti). I Finngàlkn sono attivi soltanto da un anno e già sfornano un’opera decisamente valida e peculiare, che lascia anche intravedere ampie potenzialità in fase compositiva, da sviluppare nell‘immediato futuro. La band propone un satanic black metal secco ed essenziale, gelido nel suo incedere tagliente e lineare, ben supportato da una produzione scarna ma assolutamente adatta allo stile del gruppo. Stile che, per certi versi, non appare troppo lontano dagli Immortal di “At The Heart Of Winter” e, per altri, è accostabile a certo black n’ roll di gruppi come Disiplin, Khold o ultimi Satyricon. Il riffing è marcio e ruvido fino all’osso, ma in ogni pezzo è evidente lo sforzo dei nostri di costruire un groove d’effetto e “orecchiabile“, che si stampi immediatamente nella testa dell’ascoltatore, anche attraverso l’utilizzo, sporadico ma molto intelligente e studiato, di partiture spezzate e ritmiche thrash veloci e coinvolgenti. Buona la prova del singer Óskar Jökull, dotato di un’ugola rauca alla Lemmy, non particolarmente originale ma davvero efficace. Sorprende anche la capacità della band di inserire nella struttura dei pezzi, con estrema naturalezza, elementi melodici non distanti dalla scuola finlandese (vicini soprattutto a gruppi come Behexen e Calvarium) che conferiscono fluidità e compatezza ad un songwriting già di per sé maturo e convincente. Condivisibile, visti i tempi che corrono, anche l’attitudine del gruppo, condensata nel motto che campeggia all’interno del booklet: “A big fuck off to the cult! Fuck your local black metal scene!!!”. “Horns Against Heaven” è, in conclusione, un eccellente disco di debutto, colmo di svariate influenze ma assolutamente fedele ai dettami del più grezzo, tradizionale, irriverente e malsano black metal.