Hiems (Algol)

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Hiems è il solo project di Algol, personaggio tra i più attivi nel panorama underground nostrano e membro dei ben più noti Forgotten Tomb, che debutta sulla lunga distanza per ISO666 con l’album “Cold Void Journey” fresco di stampa. Andiamo quindi alla scoperta di questa oscura entità italica proprio insieme al mastermind del gruppo.

Prima domanda di rito: vuoi presentare ai lettori il progetto Hiems tracciandone la storia e descrivendone il concept?

Hiems nasce nel 1996, inizialmente con un monicker differente, SN. Il primo demotape, “As Life Fades Away…” risale al 1997, interamente suonato e curato da me. Nel 1998, con il secondo demo “La Marcia Delle Legioni”, decisi di cambiare nome al progetto in Hiems. Nel 1999 registrai il terzo ed ultimo demo, “The Reaper” (uscito per la Ordo Obscuri Domini), questa volta servendomi di un ospite alla batteria (Mayhem dei nostrani The True Endless). Per diversi motivi il gruppo fu congelato fino al 2003, anno in cui iniziai a lavorare a “Cold Void Journey”.

“Cold Void Journey” è da poco disponibile sul mercato. Vuoi definirne l’essenza sonora e presentarmelo track by track anche sotto il profilo delle liriche?

Credo che si possa definire un album molto eterogeneo, i brani pur mantenendo la stessa matrice cambiano spesso umore e tempi, ed è proprio quello che volevo; penso anche che – proprio per questo motivo – vada ascoltato per intero per averne un’idea precisa. Essendo anche un disco che contiene pezzi composti in periodi molto diversi fra di loro, non rappresenta appieno la futura direzione che intraprenderò con il prossimo lavoro, ma quasi un compendio dei primi 9 anni di vita del gruppo. I testi, a cui tengo particolarmente, sono incentrati su una visione cruda e disillusa – quindi negativa – della vita. Ho scelto un suono potente e definito, ma al tempo stesso ruvido e non troppo “patinato”. Per quanto riguarda il genere, non mi sento di usare altre etichette se non semplicemente Black Metal. Alla mia maniera, ovviamente…

Com’è nata la collaborazione con la ISO666? Sei soddisfatto del lavoro svolto dall’etichetta sinora?

L’etichetta è da anni in ottimi rapporti con Gionata, avendo sotto contratto i suoi Frostmoon Eclipse; proprio lui ha pensato di inviargli un promo del disco, ne sono stati subito entusiasti ed hanno accettato di produrlo. E’ ancora presto per tirare le somme, ma la prima impressione è sicuramente stata di avere a che fare con persone serie e dedicate al genere.

Sull’album ti avvali della collaborazione di Gionata Potenti (Handful Of Hate, Frostmoon Eclipse, Macabre Omen) alla batteria, a mio avviso uno dei più validi drummer della scena italiana e non solo. Sei d’accordo? Com’è stato lavorare con lui?

E’ stato sicuramente un piacere, Gionata è un ottimo batterista; la nostra collaborazione è nata quasi per caso, parlando di una recensione di un mio vecchio demo che lui stesso aveva scritto su una ‘zine qualche anno prima. Da lì il passo è stato breve, un cd con la preproduzione dei pezzi, due prove, e poi in studio…

A proposito di ospiti illustri, sull’album una song sarà cantata da Herr Morbid. Il vostro sodalizio quindi continua anche al di fuori dei Forgotten Tomb…

Sicuramente. E’ da molto prima che io entrassi in Forgotten Tomb che io e lui ci conosciamo, abbiamo una grande intesa. Ha cantato un pezzo del disco e ne ha scritto il testo, e sono davvero soddisfatto del risultato. E’ un musicista eccezionale, dotato di grande inventiva e creatività. 

La registrazione ed il sound del disco sono proprio come li volevi o a posteriori cambieresti qualcosa?

Questa è una domanda difficile; vedi, quando compongo un pezzo lo sento già suonare nella mia testa, finito in tutte le sue parti, con un sound preciso. Ovviamente poi non è cosa facile concretizzare esattamente la pura idea…le variabili sono infinite. Ti posso dire che il disco è stato registrato praticamente due volte, poiché non ero convinto del primo risultato; le registrazioni sono state diluite in un lungo periodo (quasi un anno e mezzo) per motivi di tempo (avendo altre band da portare avanti) e budget. Alla fine posso dichiararmi soddisfatto, anche se l’album non suona esattamente come avrei voluto; si parla comunque di dettagli, sono molto critico verso me stesso e ritengo che questa sia una condizione ottimale per fare musica, una spinta a progredire, una costante ricerca della realizzazione di una pura Idea.

Quali sensazioni ti proponi di esprimere e trasmettere all’ascoltatore attraverso la tua musica?

Rabbia, disillusione, sconforto, amara consapevolezza.

Tu sei un vero e proprio polistrumentista: batterista, chitarrista e bassista. Con quale strumento ti senti più a tuo agio e ritieni di esprimerti al meglio?

Penso che ognuno di essi mi permetta di esprimere una diversa parte della mia concezione di musica; inoltre, suonando ogni singolo strumento, ho la possibilità di sviluppare una visione compositiva d’insieme che altrimenti sarebbe difficile avere. Questo è fondamentale nella composizione dei pezzi di Hiems, a differenza di altre one man band riesco infatti a calarmi nei panni di ogni ipotetico componente e di dedicare quindi la giusta attenzione ad ogni strumento.

Qual è stato il tuo percorso musicale e filosofico nell’ambito del black metal in tutti questi anni? Le tue convinzioni sono mutate? Come vivi ora il black metal, semplicemente come un genere musicale o c’è qualcosa di più?

Gli anni passano per tutti… ed in questo tempo ho visto molta gente abbandonare questo genere considerandolo come un qualcosa adatto unicamente all’adolescenza. In un certo senso è vero, l’immagine forte che lo caratterizza e le ideologie ad esso associate richiamano un gran numero di pivelli complessati che sperano di far paura a qualcuno ed essere finalmente rispettati. Quello che per me è Black Metal non si indossa, non si compra, ma si vive. Tutti noi abbiamo un lato oscuro, ma solo alcuni di noi hanno il coraggio di esplorarlo. Questo è Black Metal; uno specchio che riflette quanto patetiche e miserabili siano le nostre vite. La consapevolezza della Fine.

Quali pensi che debbano essere le qualità essenziali per una band per imporsi in un panorama underground inflazionato come quello attuale? Credi che siano effettivamente i migliori ad emergere?

Come in tutte le cose non vi è mai una sola causa, non vi è mai un solo elemento da tenere in considerazione. Il valore di una band è fondamentale, ma spesso purtroppo questo non basta; entrano in gioco il caso, le conoscenze e mille altri fattori. L’importante è credere in quello che si propone, non lasciarsi scoraggiare dagli insuccessi e tirare sempre dritto, anche se questo non garantisce minimamente il successo. Ovviamente non si può sperare di ottenere un contratto con una qualsiasi etichetta (seria, per lo meno) registrando un demo scadente (magari suonato anche male) sul pc di casa e mandando qualche pacchetto. Io ho alle spalle oramai dieci anni di gavetta, e solo da poco inizio a vederne i risultati; del resto, c’è chi suona per passione e chi per hobby.

Quali gruppi hanno influenzato il sound di Hiems? Quali sono invece i tuoi ascolti attuali?

Sicuramente tutta la vecchia scuola, da Bathory, Celtic Frost, Venom e Sodom, all’evoluzione norvegese di Darkthrone, Burzum, Gorgoroth e Carpathian Forest. I miei ascolti sono molto vari ora… rock, blues, doom, e tutto quello che riesce a catturare la mia attenzione. In questi giorni sto consumando i primi Paradise Lost e Cathedral, ad esempio… oltre a tutti gli album dei Motorhead!

Come ti poni nei confronti di quei gruppi che si dichiarano satanisti o pagani?

La religione, in ogni sua forma, è sinonimo di ignoranza e di controllo delle masse. La vera spiritualità è quella della carne, il resto aiuta le menti deboli a distogliere l’attenzione dall’amara realtà. Puoi trarre quindi le tue conclusioni…

Ci saranno date live a supporto di “Cold Void Journey”? Quali riscontri ti aspetti per questo debut?

Non so ancora risponderti in merito, io e Gionata ne abbiamo parlato ma è ancora troppo presto per decidere. L’unica cosa di cui sono sicuro è che se suonerò dal vivo ogni cosa dovrà essere perfetta, ho una precisa concezione di quello che dovrà essere un concerto di Hiems.. Parlando di riscontri… non so cosa aspettarmi, spero che il disco venga accolto bene. Di certo non mi fermerò, non l’ho mai fatto…

A proposito di concerti… ci siamo spesso incontrati in varie date dal vivo in giro per l’Italia. Come vivi questi appuntamenti sia da protagonista che da semplice spettatore? Alcuni ritengono che il black metal, almeno quello più intimista, non sia adatto alla dimensione live. Sei d’accordo?

Adoro suonare dal vivo, mi permette di incanalare e sfogare energie altrimenti soffocate. Forse un certo tipo di Black Metal – più intimista e depressivo, per l’appunto – non è adatto in sede live, anche se personalmente credo che portare la propria musica su un palco, se fatto nel giusto modo e con il supporto adatto, possa aggiungere una dimensione in più al tutto. Anche se purtroppo uno dei problemi nel mondo del metal è proprio l’assoluta inadeguatezza della maggior parte delle strutture dedicate ai concerti, per non parlare del personale… cosa che, ti assicuro, ho tristemente riscontrato molto più in Italia che all’estero.

Progetti futuri relativi alle varie bands in cui sei impegnato…

Oltre a comporre quello che sarà il prossimo disco di Hiems, stiamo preparando il quarto album per Forgotten Tomb. Si chiamerà “Darkness in Stereo” ed il nuovo materiale è davvero incredibile, pur mantenendo da una parte il classico stile FT rappresenterà decisamente un passo avanti verso nuove sonorità. Per quanto riguarda The Tombers, stiamo per entrare in studio ed una volta ultimate le registrazioni dell’album cercheremo una label interessata a produrlo. Sto anche cercando di far uscire “Cold Void Journey” in vinile, vedremo… Oltre a questo, ho un paio di collaborazioni come batterista in cantiere, ma è ancora troppo presto per parlarne.

Grazie per la disponibilità. Concludi pure l’intervista come preferisci…

Grazie a te per l’intervista!