Klamm – Ernte

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1898

In tedesco Klamm significa burrone, precipizio, e in senso figurato descrive bene il concetto musicale dell’omonima band di Würzburg, autrice di un atmospheric black mutevole e strutturato che, partendo da superfici calme e lineari, scava sempre più in profondità, fra momenti sperimentali, oscuri, violenti, oppure anche l’esatto opposto. “Ernte” (raccolto) è il secondo full-length dei Klamm, quintetto che dimostra una ben precisa attitudine alla composizione, che si traduce in brani mediamente piuttosto lunghi (esempio gli oltre 15 minuti di “Windsaat”), in cui le strutture si adattano a una gran varietà di atmosfere e paesaggi sonori. Pur mantenendo il proprio punto d’origine nel verace black metal germanico, i Klamm sanno gestire bene climax e anti-climax, pieni e vuoti, giustapponendo elementi vicini alla tradizione folk, fra cui anche un interessante uso dello spoken-word (“Rauch”), e derive metalliche che si spingono fino all’urgenza espressiva del thrash (“Mahl”). Il risultato è un album assolutamente interessante, sebbene non perfetto (rimane qualche perplessità sullo stile vocale), ma forse per questo ancor più vero e umano, perché privo di velleità avanguardiste e/o elitarie, spesso vero tallone d’Achille di proposte fuori dagli schemi dell’ortodossia. Prodotto dall’italiana Seventh Star Records “Ernte” è un ascolto trasversale, che può risultare appetibile a un vasto pubblico potenziale. Well done Klamm.