La Division Mentale – Totem Simius

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Torna sul mercato il progetto La Division Mentale con questo “Totem Simius”, seconda fatica sulla lunga distanza che segue di qualche mese la pubblicazione dell’ep che portava il medesimo titolo. I nostri proseguono il loro deviato percorso musicale ed affinano la loro insana mistura di black metal moderno ed alienante industrial, imbastardita da massicce dosi di elettronica fredda ed ossessiva. Rispetto alla precedente uscita i pezzi mostrano una maggiore propensione progressiva e sono ricchi di inaspettati cambi di tempo, creando una sorta di centrifuga di suoni che investe l’ascoltatore, pur mantenendo costantemente un piglio meccanico ed inumano. Samples stranianti ed effetti rumoristici abbondano ma non hanno mai un ruolo preponderante e non rubano mai completamente la scena alle chitarre, che con le loro trame oscure, gelide e dissonanti restano le assolute protagoniste, tessendo trame secche pur nelle loro molte sfumature e mai eccessivamente barocche. Il gruppo spazia nei vasti territori della musica estrema ed a livello stilistico assorbe svariate influenze: Blut Aus Nord ed Arcturus per l’articolazione e la struttura dei pezzi, ultimi Satyricon per l’essenzialità chirurgica del riffing, Blacklodge ed Aborym per le sperimentazioni più caotiche ed istintive, Borknagar ed Ephel Duath per la vena progressive che caratterizza i brani. I nostri riescono però ad imprimere una precisa direzione al proprio lavoro e, se i richiami alle bands appena citate sono facilmente individuabili per chi non è nuovo a certe sonorità, bisogna riconoscere ai La Division Mentale una buona dose di personalità ed originalità. In particolare l’abilità di mescolare diverse suggestioni in un amalgama musicalmente coerente che si sposa ad un concept ben ideato. Inutile citare una canzone a discapito di altre, benché a mio giudizio le conclusive “Throbbing Gristle” e “Rebirth Of The Flesh” abbiano una marcia in più grazie ad un andamento particolarmente ossessivo e ridondante. Tutto l’album si mantiene però su livelli qualitativi più che buoni, ben supportato da suoni limpidi e corposi, e riesce efficacemente a trasportarci in una dimensione altra rispetto a quella umana, una dimensione grigia come l’acciaio dove regnano malattia e pazzia e dove la carne ed il ferro si uniscono in un morboso abbraccio. “Totem Simius” potrebbe essere la colonna sonora ideale per qualche folle incubo visivo di Hans Ruedi Giger o David Cronenberg o Shinya Tsukamoto. La band è promossa a pieni voti: ldm exclusively plays for mokeys.